Casi clinici:  quando l’anginofobia rende i pasti un incubo

Davanti a  cibo, pillole, liquidi o alla sua stessa saliva chi presenta l’anginofobia è assalito dalle peggiori fantasie, ma paradossalmente le peggiori fantasie, prescritte sotto forma di una delle tecniche delle Terapie Brevi,  possono rivelarsi la soluzione per questo tipo di problematica.

E quando le peggiori fantasie non sono sufficienti, bisogna soltanto prestare molta più attenzione, incrementando per ridurre

Non ci credi? Te lo dimostro attraverso il racconto di due casi clinici.

Alla ricerca del pezzetto perduto

Venne da me un signore*, che mi raccontò che durante un pasto aveva rischiato di strozzarsi con un boccone di torta salata, fortunatamente, nonostante il grande spavento per quell’evento, riuscì a mandarlo giù. Dopo questo episodio però gli rimase comunque una strana sensazione in gola, come se avesse ancora qualcosa incastrato, allora si apprestò a fare delle visite specialistiche  da diversi medici, ma non emerse nulla ed anche facendo diversi analisi strumentali i dottori gli dissero che i suoi sintomi erano correlati a dei fattori di ansia o di stress, causati dall’episodio traumatico che ha vissuto.
Il signore non potendo confutare le diagnosi mediche si rassegnò, ma dopo qualche giorno accade qualcosa di strano: durante un colpo di tosse espelle un pezzettino di cibo. Questo piccolo segnale gli diede la conferma che per tutto quel tempo il cibo gli era realmente rimasto in gola. Questo a primo impatto sembrò un segnale positivo, perché smise di sentire quella sensazione in gola, ma successivamente gli fece sviluppare una grande paura di strozzarsi nuovamente in futuro.

Proprio questa paura lo spinge a venire da me. Dopo aver ascoltato la sua storia gli suggerisco di fare la peggiore fantasia per 15 minuti prima di ogni pasto, facendogli evocare volontariamente le cose peggiori che gli sarebbero potute capitare a tavola e sui vari strozzamenti.

Quando torna da me, dopo 15 giorni, mi disse che aveva ricominciato a mangiare quasi normalmente, per tale ragione decido di continuare con la tecnica della peggiore fantasia, che gli permise di mandar giù il suo problema di anginofobia.

Cucine da incubo: il banchetto dell’anginofobia

Un altro paziente è un signore* che aveva sviluppato sempre una problematica di anginofobia, la quale andava a compromettere completamente la sua sfera sociale, dato che lo faceva esonerare completamente dalle cene e dai pranzi con amici e familiari, oppure quando forzatamente riusciva ad andare evitava moltissimi cibi, dando un notevole peso alla consistenza e alla grandezza di ogni singola pietanza che gli veniva presentata davanti.

Stanco di questa situazione si recò di me, ma a differenza dell’altro caso non ho potuto usare la tecnica della peggiore fantasia, dato che questo paziente l’aveva già sperimentata con un altro psicologo, ma non era risultata efficace, allora gli chiedo di masticare molto lentamente, impiegando almeno 30 secondi per ogni boccone.

La volta dopo mi racconta che inizialmente, per le prime due settimane, riduceva quasi in poltiglia il cibo e che ciò lo rendeva contento, ma soprattutto sicuro. Per tale ragione gli chiedo di continuare a farlo ed infatti la volta dopo ancora, tornando in seduta, mi dice che non gli servivano più i 30 secondi, ma molto meno tempo, tant’è che il tempo si ridusse così tanto che ritornò ad un ritmo di masticazione regolare, come regolare tornò ad essere la sua vita sociale, dato che in lui sparì completamente il disagio di stare con gli altri a tavola.

Dr Flavio Cannistrà

Direttore dell’Italian Center for Single Session Therapy e dell’Istituto ICNOS

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.