Nell’articolo “Perché ho paura delle malattie? Le Terapie Brevi rispondono” ho parlato della paura delle malattie. In realtà tutti abbiamo paura delle malattie. Perché non dovremmo? La paura di una morte improvvisa o di una prolungata sofferenza è la paura più naturale di cui si possa soffrire. Il problema non è temere le malattie, anzi una sana attenzione alla nostra salute ci permette di prenderci cura di noi stessi, vivere sani, felici e a lungo.
Ma allora quando la paura delle malattie diventa un problema? Quando la paura si trasforma in terrore, quando crea grande sofferenza, fa vivere male, limita intensamente la sfera personale, familiare, lavorativa e psicologica. Questa paura può creare come risposta due scenari, che le Terapie Brevi chiamano tentate soluzioni disfunzionali:
- CRONICIZZAZIONE FARMACOLOGICA E MEDICA. La cronicizzazione farmacologica l’iper-medicalizzazione rappresentano le tentate soluzioni più spesso adottate.
- EVITAMENTI E PRECAUZIONI. Sul fronte opposto della ricerca diagnostica è possibile osservare che molte persone, essendo così terrorizzate dall’idea di scoprire una qualche malattia nel proprio corpo, evitano qualsiasi forma di controllo medico o di indagine diagnostica.
Si può bloccare l’ipocondria?
Come può fare una persona che, convinta di avere un grande male, va alla costante ricerca di informazioni, rassicurazioni e sensazioni che lo confermino? Bloccando la costante ricerca di informazioni, rassicurazioni e sensazioni.
D’altronde è semplice: se qualcosa non sta aiutando la soluzione, non sta aiutando a risolvere il problema probabilmente è perché è parte del problema. Se cercare costantemente su internet informazioni non funziona, se non funziona nemmeno chiedere costantemente rassicurazioni a medici, familiari ed amici e se nemmeno funziona il costante monitoraggio del proprio corpo… allora è probabile che questi tre comportamenti stiano contribuendo al problema. Al contrario, invece, se la tentata soluzione è l’evitamento, bisognerà far riflettere la persona sulla gravità del “mettere la polvere sotto al tappeto”. Infatti in questi casi l’intervento strategico guiderà il paziente a confrontarsi con gli stimoli temuti senza entrare in ansia.
La rilevazione delle tentate soluzioni è fondamentale perché sono proprio i comportamenti inefficaci che, se reiterati, fanno persistere il problema, rischiando di aggravarlo ulteriormente se si strutturano in rigidi e automatizzati copioni di percezione e reazione nei confronti di se stessi, degli altri e del mondo. Questa peraltro è la tesi della Terapia Strategica: i problemi sono spesso mantenuti dalle azioni che noi mettiamo in atto per cercare di risolverli.
Infatti in Terapia Breve Strategica, dopo aver indagato il funzionamento del problema e riconosciute le tentate soluzioni disfunzionali ridondanti, nella fase di intervento, le si interrompono e le si neutralizzano, proprio perché responsabili del circolo vizioso disfunzionale invalidante e generatore di sofferenza.
Il trattamento dell’ipocondria in Terapia Breve Strategica
Non c’è cambiamento efficace senza consolidamento di un nuovo equilibrio esistenziale. Questo prevede – soprattutto nella fase iniziale della terapia – di interrompere l’accanimento terapeutico, mentre, nella fase finale, di lavorare per la costruzione di un equilibrio di maggior benessere e dunque apportare miglioramenti allo stile di vita.
Il lavoro breve strategico è volto a ricostruire gli equilibri saltati nel rapporto con il proprio corpo e con la paura. L’obiettivo è dunque quello di ritrovare un sano rapporto con il proprio corpo e con le proprie sensazioni in grado di restituire alla persona uno stato di benessere psico-fisico e di salute.
Ci sono però 3 strategie che puoi mettere in atto e che, se riesci a farle perdurare, ti possono dare già un po’ di sollievo:
- Fai una congiura del silenzio: la congiura del silenzio è una tecnica di terapia breve e consiste nel non parlare più con nessuno del proprio problema. Infatti, parlarne non fa che aumentare l’ansia e la preoccupazione. Se proprio senti il bisogno di sfogarti, scrivi su un diario giornalmente tutti i tuoi pensieri al riguardo, ma osserva una regola precisa: non rileggere mai quello che scrivi.
- Smetti di andare sempre dal medico o di evitarlo: se vai costantemente dal medico, o anche se lo chiami, stai peggiorando il tuo problema. Smetti di farlo, perché più lo fai, peggio starai. Tanto, come hai già potuto constatare, ogni volta che hai un risultato negativo ti tranquillizzi solo per un po’.
- Non chiedere rassicurazioni: spesso chi soffre per quest’ansia da malattie, chiede rassicurazioni ad amici o parenti, nella speranza di essere consolato. Purtroppo queste consolazioni non servono o durano poco, e come per i controlli medici, finiscono per aggravare la situazione. Ricorda: si parla solo di ciò che è vero per noi. Se chiedi rassicurazioni, ricorda che stai dando potere all’ipocondria.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
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