Essere in ansia è come essere su una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo.
E a volte quello scricchiolio che senti è il rumore del circolo vizioso delle tentate soluzioni disfunzionali.
Infatti esse, come ci ricorda la Terapia Breve, anziché risolvere il problema, vi si legano sempre più inestricabilmente.
A cosa ti serve l’ansia?
L’ansia è una componente fondamentale della nostra vita. Ha una funzione anticipatoria del pericolo.
Attraverso rapidi processi fisiologici il tuo corpo e la tua mente si attivano: la pressione arteriosa aumenta, il battito cardiaco accelera, i flussi sanguigni sono spinti verso i più importanti gruppi muscolari.
Il tuo Sistema Nervoso Simpatico ti mette in uno stato detto “di attacco-fuga”, poiché mente e corpo aumentano notevolmente le tue capacità di agire e reagire.
Posso non provare ansia? Ah no?
Non è possibile, e non è nemmeno utile, sopprimerla.
Non sei il solo a provarla. Tutti proviamo ansia, ma solo quando ci limita considerevolmente, in una o più aree della nostra vita, diventa un problema.
Cosa fa chi ha l’ansia?
Nessuno ci fa mai caso, ma tutti gli organismi viventi tendono a conservare le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne dell’ambiente, tramite meccanismi di autoregolazione. Quest’attitudine si chiama omeostasi ed è tessuta nel codice genetico di ognuno di noi.
Uno dei terremoti psicofisici, che pervade gli individui nel corso della loro vita, è l’ansia.
Il potere dell’ansia è così devastante che ogni individuo prova a porvi rimedio, alcune volte efficacemente, altre volte meno. Ed è proprio quando non si trovano soluzioni efficaci che può tornare utile la Terapia Breve.
I 3 tentativi (fallimentari) per disinnescare l’ansia
L’ansia sembra come una bomba ad orologeria, perciò si fa di tutto per evitare che esploda.
In genere si attuano 3 tentativi, che però a volte possono favorire ancor di più l’imminente esplosione:
1. Tentare di tenere sotto controllo le proprie reazioni psicofisiologiche.
Quando senti di perdere il controllo, desideri soltanto di riprendere il controllo.
Immagino l’ansia di parlare in pubblico: le mani che iniziano a sudare, il cuore che inizia a battere più forte, quel nodo in gola sempre più stretto, quei tremori… Ed immagino te, che più cerchi di controllare quei sintomi invadenti, più li ingigantisci. e così mentre tenti di controllare il respiro, esso ti avvolge nella sua morsa, più cerchi di fermare quel battito accelerato, più esso batte all’impazzata.
Eppure è così naturale: quando c’è un incendio lo si estingue con l’acqua, allo stesso modo se ho l’ansia dovrei provare a non avere l’ansia, cercando di calmarmi. No?
A chi verrebbe mai in mente di spegnere un incendio con della benzina? Sarebbe paradossale.
Eppure, se c’è qualcosa che davvero riduce l’ansia sono le tecniche paradossali, utilizzate dalla Terapia Breve, come ad esempio la “Peggiore Fantasia”, che puoi conoscere meglio cliccando qui.
2. Ricercare aiuto e protezione
Quando non ce la facciamo da soli, che ben vengano i rinforzi. Come disse lo scrittore Alejandro Lanus: “Conosco mille maniere per calmare la tua ansia, e non ne trovo una sola che calmi la mia”.
D’altronde il provare ad annullare l’ansia con la calma non è un “vecchio rimedio della nonna” che usi solo tu, anche chi ti stai intorno spesso può suggerirti la medesima cosa.
Quante volte, mentre eri in preda all’ansia, qualcuno ti ha detto: “Vabbè ma stai tranquillo”, “Ora passa”, “Non preoccuparti”, “Dai non ti agitare che è peggio”?
Ma ci sono anche volte in cui l’aiuto degli altri può essere utile… per evitare (di affrontare) il problema.
Mi immagino una fobia specifica: la paura dei piccioni. Immagino una bella passeggiata in centro, finalmente all’aria aperta, anche se l’ansia di incontrare quei dannati uccelli ti continua ad accompagnare, ma oggi non sei sola, oggi al tuo fianco c’è la tua amica. Hai affidato a lei il grande compito di avvisarti nel caso ci fossero quei pennuti nei paraggi. Così non potrà succedere nulla di brutto.
Ma hai mai pensato che da una parte chi ti aiuta ti sta comunicando che ti vuole bene e che è felice di aiutarti, ma dall’altra tu stai comunicando a te stesso/a che da solo/a non ce la fai?
3. Tentare di evitare o di rifuggire ciò che spaventa
Di solito chi soffre d’ansia, cioè chi prova un’ansia frequente e molto intensa in ambiti generici o specifici (a lavoro, nello studio, nello sport, nelle relazioni sociali, di fronte a situazioni ben definite ecc.), tende a evitare quegli ambiti o quelle situazioni.
Mi immagino la paura di guidare. Quella paura che ti fa tenere la macchina ferma in garage. Quella paura che ti fa preferire i ritardi dei mezzi pubblici. Quella paura che ti fa fare chilometri a piedi o che ti fa rinunciare ad occasioni importanti.
Il problema è che più la eviti, più ti convinci che quella situazione è spaventosa e inaffrontabile. In altre parole: se di fronte a un fantasma scappi, quello ti rincorrerà. Ma se lo tocchi… svanirà.». Quindi la prima cosa da fare è evitare di evitare.
In questo caso una tecnica per superare l’ansia, tratta dal mio libro “Come difenderti dagli psicoesperti”, è quella di compilare una tabella con una lista delle cose che, per paura o ansia, eviti più di frequente. Puoi approfondirla leggendo qui.
Ricorda che conoscere le tentate soluzioni disfunzionali è il solo passo per sostituire il circolo vizioso disfunzionale con un circolo virtuoso funzionale, per permetterti di riprendere potere della tua vita.
D’altronde come diceva il filosofo del I secolo d.C., Epitetto: «Non sono le cose in sé a turbarci, ma le opinioni che abbiamo di esse.».
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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Bibliografia
Come difenderti dagli psicoesperti. Quello che non ti hanno mai detto sulla psicologia e sui suoi protagonisti. Flavio Cannistrà (Firera & Liuzzo Editore)
Disponibile qui.
Fiorenza, A. & Giovannini, C. (2015). Stop al panico. La terapia strategica breve per gli attacchi di panico. Ravenna: Giorgio Pozzi Editore.
Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.