Immagina una stanza. Al centro, c’è una persona seduta, immobile. Davanti a lei non c’è alcun pericolo reale, nessun mostro, nessuna minaccia tangibile. Eppure, il suo cuore batte come se stesse per essere inseguita da una bestia feroce. Questa persona non può uscire di casa, non può salire su un aereo, non riesce a guardare un ago, non può parlare in pubblico. Questa persona è prigioniera… di una fobia.
Le fobie sono trappole silenziose. Non hanno sbarre né lucchetti, ma imprigionano con forza invisibile. Sono paure irrazionali e persistenti che si aggrappano a oggetti, situazioni o animali, e ne distorcono il significato fino a renderli intollerabili. Chi ne soffre non finge. Sente davvero che sta per morire.
Ma ecco la buona notizia: quelle catene si possono spezzare. E, sorprendentemente, non serve una vita di terapia. Le Terapie Brevi, con il loro approccio mirato, simbolico e trasformativo, offrono una via concreta per liberarsi dalla paura, spesso in tempi molto più rapidi di quanto si immagini.
Le Terapie Brevi nascono da una domanda: “E se il cambiamento non avesse bisogno di tempo, ma solo della strategia giusta?” e puntano a individuare e modificare i meccanismi che mantengono il problema nel presente. Il loro scopo non è comprendere “perché” si ha paura, ma “come” quella paura si costruisce e si alimenta ogni giorno. Perché è lì che si annida il vero potere di trasformazione.
Le Fobie: quando la mente costruisce trappole perfette
Le fobie possono avere mille volti. Alcune si vestono da innocui oggetti (come i piccioni o le bambole), altre si nascondono dietro le altezze, gli spazi chiusi, i viaggi in ascensore o l’idea di essere giudicati. Spesso prendono il nome di fobia sociale, agorafobia, emetofobia, claustrofobia.
Queste paure, apparentemente “assurde”, funzionano secondo una logica interna impeccabile. Ecco perché le Terapie Brevi non cercano la causa remota, ma il funzionamento attuale. La domanda diventa: “Cosa fai oggi che mantiene viva la tua fobia?”
Il terapeuta in una Terapia Breve non è neutrale. È presente, diretto, a volte provocatorio, sempre umano. Usa il linguaggio come uno scalpello per scolpire nuovi significati nella pietra delle convinzioni limitanti. E non aspetta passivamente il cambiamento: lo costruisce, con pazienza e strategia.
Le Strategie delle Terapie Brevi per le Fobie
Vediamo ora, in modo pratico, alcune delle tecniche più usate dalle Terapie Brevi per affrontare le fobie.
1. La Prescrizione del Sintomo
Questa tecnica è un vero paradosso terapeutico. Il terapeuta, con tono deciso e fiducia assoluta, chiede al paziente di provocare volontariamente la sua reazione fobica.
Esempio: “Ogni giorno, alle 17:00, ti chiuderai in bagno e ti sforzerai di avere un attacco di panico di almeno 15 minuti. Ma dev’essere il migliore attacco che tu abbia mai avuto.”
Risultato? L’atto volontario svuota la paura della sua imprevedibilità. Il sintomo diventa uno spettacolo forzato… e, come tutti gli spettacoli recitati, perde autenticità e potere.
2. La Tecnica dello “Scalatore”
In caso di fobie semplici (ragni, aerei, sangue, ecc.), si costruisce una scala graduale di esposizione simbolica. Ma non si parte dall’alto.
Il terapeuta dice: “Cominciamo con il primo gradino. Solo il primo. Guarderai per 30 secondi la foto di un aereo. Nulla di più.”
E ogni giorno, un gradino in più. Senza forzature. Fino a che, un giorno, senza accorgersene, il paziente si trova in cima… e sta volando.
3. Il Diario del Cambiamento
Una tecnica utilizzata in molte Terapie Brevi è chiedere al paziente di tenere un diario, ma non per sfogarsi: per annotare ogni piccolo successo, ogni micro-passaggio.
Scrivere: “Oggi ho guardato un ascensore da lontano senza scappare” diventa un seme. Dopo settimane, quei semi diventano alberi. E il bosco della fiducia cresce.
Il Terapeuta come Artigiano del Cambiamento
Le Terapie Brevi non promettono miracoli, ma offrono risultati concreti, spesso in poche sedute. Per chi vive nell’angoscia di una fobia, anche solo immaginare una vita diversa è un atto di coraggio.
Eppure, il coraggio non è l’assenza di paura. È la decisione di agire nonostante la paura.
Le Terapie Brevi ci insegnano che il cambiamento è possibile, che la mente può disfare i nodi che lei stessa ha creato, e che ogni essere umano ha dentro di sé la forza per riscrivere il proprio destino.
Se sei tu a convivere con una fobia, o conosci qualcuno che ne è prigioniero, sappi che non sei solo. E che esistono strumenti, professionisti e strade efficaci per uscire da questa gabbia.
Le Terapie Brevi sono come lanterne nei corridoi bui della mente. Non ti portano fuori dalla paura: ti portano dentro, ti danno gli strumenti, ti fanno trovare la chiave. E poi… sei tu a uscire.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.