Oltre la paura delle malattie

Ancora quel dolore, ancora quel fastidio. E se fosse qualcosa di brutto? Forse domani è meglio che prenoti quella visita, forse è meglio chiamare il dottore immediatamente, o forse è meglio che cerchi qualche sintomo su Google. Google è sempre pieno di risposte in materia medica, risposte di ogni tipo, scritte da ogni tipo…

La salute è importante e va tutelata. Siamo una macchina perfetta e qualsiasi automobilista sa che, quando una macchina fa un rumorino, è meglio portarla a revisionare, ma cosa accade quando la salute diventa un’ossessione?

Ti è mai capitato di avere l’ansia di poter contrarre delle malattie? O la sensazione, quasi la convinzione, di poterne avere una? Quando questo pensiero ti sovrasta ed incide negativamente sulla tua vita, allora si parla di ipocondria. Oggi ti spiego, attraverso la Terapia Breve, la nocività dei meccanismi più frequenti messi in atto in queste situazioni, mentre nell’articolo “Malati di paura: come andare oltre la paura delle malattie” ti spiegherò, ancora meglio, come spingerti oltre la paura delle malattie.

L’ipocondria è lo specchio del bisogno di stare in salute

“Il corpo umano è un tempio e come tale va curato e rispettato, sempre”, diceva Ippocrate, ed aveva pienamente ragione, dato che la salute è il motore che ci tiene in vita e che ci permette di raggiungere tutti gli altri gradini dei nostri bisogni, per dirla alla Maslow. Forse è proprio la sua indispensabilità che porta frequentemente all’ipocondria.

Sentiamo il bisogno impellente di stare sempre in salute per poter vivere al meglio e quindi cerchiamo di controllarla e monitorarla ogni minuto.

La scienza ha classificato queste due situazioni in 2 categorie simili ma distinte: l’Ansia da malattia e il Disturbo da sintomi somatici. Infatti secondo il DSM-5, l’Ansia da malattie è una preoccupazione di avere o di contrarre una grave malattia, mentre il Disturbo da sintomi somatici la persona, oltre ad essere preoccupata, avverte effettivamente qualche disturbo.

Tuttavia,  a prescindere da questa distinzione, le persone davanti a questa forma d’ansia possono mettere in atto due tipici atteggiamenti: controllare eccessivamente (tastando le parti del corpo, monitorandole, ponendo sempre attenzione ad esse, oppure facendo ripetuti controlli medici nonostante il loro esito negativo) o, al contrario, evitare eccessivamente (ad esempio, evitando come la peste le visite mediche e gli ospedali).

L’ipocondria può diventare dannosa per la tua salute

Tutti noi avvertiamo comunemente dei sintomi fisici: un piede che prude, una piccola fitta intercostale, una palpebra che trema… Oppure possiamo avere sintomi fisici evidenti, come una ghiandola ingrossata. Sono del tutto fisiologici, comuni e quotidiani, facendo parte del nostro funzionamento normale. Ma prestare continuamente attenzione ai sintomi può falsare le nostre sensazioni e persino le nostre osservazioni.

Le persone che sono più focalizzate sulle proprie sensazioni fisiche tendono a sentirle sempre più intense di quanto siano in realtà. Nel monitorare costantemente il nostro corpo avverrà un processo opposto. Infatti più questo monitoraggio continua, più diventa un’abitudine spontanea, che tenderà a sminuire la vera risonanza del nostro corpo, ed accrescendola, farà avvertire solo sintomi forti e spaventosi.

Oltre a questo, poi, ci sono altri comportamenti che non aiutano.

Ad esempio, sia sottoporsi costantemente a dei controlli, sia evitarli a tutti i costi, è un bel problema. Perché così facendo, ti stai comunicando che… c’è qualcosa di cui avere paura! Infatti, se fai costantemente dei controlli, nonostante gli esiti siano sempre negativi, rischi di convincerti che la tua presunta malattia è talmente minacciosa che nemmeno le apparecchiature più sofisticate riescono a individuarla. Allo stesso modo, evitare costantemente le visite mediche, anche quelle di routine (ad esempio la visita ginecologica, oppure la consultazione di un medico di fronte a un’influenza), è spesso una strategia per “evitare brutte notizie”: la persona ha il timore che il medico possa “trovargli qualcos’altro”. Ma più si scappa dal fantasma, più questo appare grosso e minaccioso.

Dr Flavio Cannistrà

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

Bibliografia
Nardone, G. (2013). Psicotrappole. Milano: Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.

Watzlawick, P. et al. (1974).  Change. Sulla Formazione e la soluzione dei problemiRoma: Astrolabio, 1975.