Ti capita spesso di rimuginare? Rimuginare è sia una condizione normale, sia un’attività che si accompagna e favorisce molti dei disturbi con componente ansiosa. La differenza risiede nel controllo che abbiamo su questa modalità di pensiero e nel tempo investito in questa attività mentale.
Le persone che soffrono di disturbi d’ansia, riferiscono una minore capacità di controllo ed uno scarso successo nel tentativo di ridurre tale attività. Inoltre per loro il rimuginare è percepito come un processo automatico, incontrollabile, dannoso al punto che potrebbe, per alcuni, portare alla pazzia.
Il rimuginio che diventa problematico, tendenzialmente è uno stile di pensiero ripetitivo ed incessante, incentrato su preoccupazioni o incertezze future. Esso gira a vuoto intorno alle stesse minacce, che sono generalmente teoriche e astratte.
In genere è caratterizzato più da frasi che da immagini mentali e può avere delle implicazioni negative sulla working memory, con conseguenti ricadute sulla concentrazione, sull’attenzione e sulle capacità di problem solving. Inoltre può avere ripercussioni sul benessere, contribuendo ad una maggiore tensione muscolare, insonnia, irrequietezza, mal di testa, irritabilità, problemi cardiovascolari.
Quindi, viste le sue numerose controindicazioni, attraverso questo articolo voglio illustrarti come interrompere il rimuginio attraverso le Terapie Brevi.
Il rimuginio e la ruminazione: quali sono le differenze?
Chi rimugina, ripete mentalmente a sé stesso che gli eventi andranno male o che qualcosa di spiacevole potrebbe capitargli da un momento all’altro, in una sorta di dialogo con se stessi, definito dialogo interno.
Il rimuginio o worry è definito come una forma di pensiero ripetitivo strettamente legato all’ansia che, nel tempo, la mantiene e la aggrava.
Il rimuginio è caratterizzato dalla ripetitività del pensiero. I pensieri, che si focalizzano su contenuti catastrofici di eventi che potrebbero manifestarsi in futuro, sono vissuti come incontrollabili e intrusivi. Esso cattura la nostra attenzione. Ci chiude nella nostra mente. Ci isola nei pensieri e ci tiene lontano da ciò che ci circonda. Ci assorbe e mantiene salienti per noi informazioni e contenuti spiacevoli.
La ruminazione, invece, è il pensare in modo ricorsivo all’evento che ha generato un’emozione negativa e disturbante, alle sue cause e alle sue conseguenze negative. Tale forma di pensiero è rivolto al passato ed è legato alla perdita di qualcosa di importante.
La ruminazione è simile, ma non combacia con il rimuginio. Nonostante aspetti comuni, il rimuginio risulta più fastidioso e orientato a prefigurare pericoli futuri, mentre la ruminazione appare maggiormente duratura e orientata ad analizzare e comprendere le cause del proprio malessere.
Come ridurre il rimuginio?
Chi rimugina diventa vittima del suo stesso pensiero. Spesso il rimuginio nasce dall’esigenza di rispondere in modo logico a interrogativi che non sono scioglibili con il solo ragionamento. Inoltre, si sa, più cerchiamo di combattere un pensiero scomodo, più questo si farà grande e ingombrante.
Il pensiero che ci tormenta può essere sia al passato, al presente, oppure al futuro.
La ricerca di certezze può diventare così potente che ogni risposta razionale che diamo ad un nostro dubbio alimenta ulteriori dubbi. Al punto che la persona non avrà più alcuna certezza, neanche di tipo identitario. Per chi rimugina, infatti, non è raro sperimentare fenomeni di derealizzazione e depersonalizzazione.
Ecco allora dei suggerimenti pratici che puoi mettere in atto sin da ora:
- Focalizzati sulle sensazioni fisiche. Quando rimurginiamo, mettiamo in collegamento diverse aree del nostro cervello. Una di queste connessioni riguarda l’amigdala e la corteccia prefrontale. Tale connessione si interrompe quando si attiva l’area del cervello che elabora le informazioni sullo stato del nostro corpo. Quindi, se spostiamo l’attenzione sulle sensazioni fisiche, come la respirazione o il tatto, si interrompe il rimuginio.
- Riconosci i comportamenti “evitanti” ed affrontali. Il rimuginio è eccesso di pensiero, il “pensare oltre il pensabile”. Nonostante il pensiero e la razionalità siano facoltà necessarie per l’uomo, il rimuginio può diventare una trappola da cui diventa sempre più difficile liberarsi. La paura che le cose possano andare male può portare ad evitare certe situazioni. Bisogna provare a fare attenzione a quando si rimanda un impegno o si evita qualcosa o qualcuno, conoscere i propri evitamenti per evitare di continuarli ad evitare.
- Scrivere per bloccare il rimuginio. Un’altra tecnica efficace si è rivelata essere quella della scrittura. Quando i dubbi sono particolarmente minacciosi, si potrà mettere il proprio dibattito interiore per iscritto, minuziosamente. Ogni domanda e ogni risposta dovrà essere riportata sul foglio, come la trascrizione di una disputa. Questo tipo di tecnica avrà l’effetto di creare avversione nei confronti del dubbio stesso.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone, G. (1993). Paura, Panico, Fobie. La terapia in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie.
Watzlawick, P., Weakland, J., Fisch, R. (1974). Change. La formazione e la soluzione dei problemi. Roma: Astrolabio, 1975.