“Notte di sogni, di coppe e di campioni. Notte di lacrime e preghiere”, tutti ricorderemo la nostra notte prima degli esami. E’ un’esperienza che si porta per tutta la vita, insieme alle emozioni che suscita.
Molti pazienti riferiscono che, a distanza di molti anni, ancora ricordano vividamente l’ansia di quel periodo.
Ma la vita è un esame continuo, in cui la maturità è solo un apostrofo d’ansia tra le parole adolescenza ed età adulta. Gli esami possono essere di varia natura: un’interrogazione, un colloquio di lavoro, la laurea, un esame universitario, una presentazione in pubblico, una lezione di docenza… Ne avevo già parlato un po’ qui.
Siamo sempre sotto esame ed anche se ne abbiamo superati tanti, ogni volta è un’ansia diversa. Per tale motivo oggi voglio esaminare con te l’ansia da esame, attraverso le Terapie Brevi.
Gli esami non finiscono mai e nemmeno le ansie…
Apri gli occhi e loro sono lì: i libri, gli appunti, le dispense, i riassunti stampati da internet. Ti fissano, ti invocano, ti perseguitano. Ed anche se posticipi lo studio magari con una ricca colazione o con un po’ di attività fisica il pensiero dello studio ti accompagna, come uno spettro, e si mescola al senso di colpa, perché non sei lì su quei dannati libri.
Allora ti scaraventi sui libri e leggi, poi sottolinei, sembra tutto maledettamente importante e quella riga non puoi non sottolinearla, perché con la sfiga che ti ritrovi sicuro te la chiede. E allora fai gli schemi, ma fare gli schemi, seppur dia un’idea di ordine e di organizzazione, non significa sapere le cose.
Allora ripeti, ti registri, ma le parole non sono quelle giuste, sei poco tecnico, poco preciso, poco perfetto. E allora sale l’ansia, perché è meglio finirla qui con lo studio, non è il tuo campo, era meglio fare altro nella vita, che poi in fondo lo studio a che serve in Italia?
La routine dello studente sotto esame è più o meno questa. Un circolo vizioso quotidiano, che innesca una reazione ansiogena direttamente proporzionale all’avvicinarsi della data dell’esame.
Le brutte abitudini dello studente ansioso: come trasformarle in buone abitudini
Quando si parla di ansia da esami, per certi versi, possiamo vedere anche dei lati positivi, dato che l’ansia è molto utile quando è “sotto controllo”, infatti ti aiuta a dare il meglio di te, ad accedere a tutte le tue risorse. Discorso diverso quando invece ti rende le giornate pesanti, quando non ti permette di studiare bene, quando ti fa pensare “lascio stare, non do l’esame”.
Se una cosa non funziona fa qualcosa di differente. Questo è uno dei principi base delle terapie brevi e in effetti ha il suo senso.
Ad esempio se davanti alla tua paura di sbagliare, di non sapere abbastanza, o all’ansia di dover integrare costantemente ciò che si è appena studiato, cerchi di rimediare cercando di riempire la tua testa con “tutto”, ricorda che tutto questo movimento può portarti all’immobilità. “Troppa analisi = Paralisi” dice una saggia equazione. Ci sarà sempre un libro, un articolo, un post su un forum che dice qualcosa, rispetto al tuo argomento, che non c’è sui tuoi testi, ma la verità è una sola: non ti serve. Da un lato perché le interrogazioni durano dai 5 ai 30 minuti, e non dalle 5 alle 30 ore; e dall’altro perché voler integrare tutto è un’utopia. Per un’interrogazione, un esame, una prova, ti serve “aver compreso”, e non “sapere tutto”.
Ma se nonostante questo “fallirai”? Fallire non dev’essere visto come la dimostrazione di un’inferiorità congenita, ma un’occasione di apprendimento.
Quando qualcosa va male dagli peso, dagli molto peso. Prova dispiacere, lamentati, rimugina su perché non ti è andata bene… per dieci minuti. Poi chiediti: ‘Ok, e ora? Cosa posso fare per migliorare la situazione? Come posso superare questa difficoltà?’”.
Vuoi saperne di più? Allora non perdere il mio articolo “Una lode per superare gli esami senza ansia”.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Alessandro Bartoletti – Lo studente strategico (Ponte alle Grazie)
Rampin, M. (2013). Come imparare a studiare. Milano: Salani.