L’ansia sociale è uno dei problemi che, nella mia pratica clinica, sto vedendo crescere sempre di più.
Non è strano. Già tempo fa avevo parlato degli effetti che gli smartphone stanno producendo sugli adolescenti (clicca qui), tra cui una diminuita competenza sociale. In generale, poi, la nostra sembra essere sempre più un’Era in cui le competenze sociali, relazionali e interazionali verranno date sempre meno per scontate. I corsi sulle social skill (le abilità sociali) già ci sono, e mi aspetto che prolificheranno sempre di più.
Ma che cos’è l’ansia sociale?
Come si manifesta?
E come può la Terapia Breve essere di aiuto?
Le forme dell’ansia sociale
Di questo argomento ne ho parlato in diversi articoli, così, oggi, ho pensato di fare un piccolo contenitore di quelli più importanti, per riuscire a dare una panoramica, una visione d’insieme che, seppur senza pretesa di esaustività (l’ansia sociale è veramente qualcosa di molto grande e sfaccettato, da descrivere), potrà darti delle informazioni e delle strategie utili.
Vediamo allora diverse forme e manifestazioni di questo problema:
- Oltre la timidezza: la fobia sociale. Questo primo articolo getta le basi per fare una corretta distinzione tra timidezza e fobia sociale. Essere timidi non è un problema. Quando la timidezza diventa un limite, invece, lo è. In questo articolo spiego alcuni meccanismi che fanno da esordio all’ansia sociale e alcuni semplici stratagemmi generali da mettere in atto.
- Eritrofobia: la tremenda paura di arrossire in pubblico. Arriviamo a una prima declinazione specifica, a volte causa e a volte effetto dell’ansia sociale, altre volte slegata da essa ma comunque in grado di porre non poche difficoltà relazionali. Infatti, nel momento in cui c’è la costante paura di venir visti arrossire dagli altri, le interazioni vengono limitate e, la vita, può subire un pesante stop. In questo articolo suggerisco anche una tecnica per affrontare l’eritrofobia.
- Paura di parlare in pubblico: i corsi che non preparano. Altra declinazione molto specifica è quella relativa alla paura del public speaking, il parlare in pubblico. Non è detto che si accompagni a una generale ansia sociale, ma non è neanche improbabile. In alcuni casi, in fatti, è una paura del tutto slegata dalle relazioni con gli altri (la persona, cioè, non vive particolari problemi nelle interazioni sociali); dall’altra, invece, è direttamente collegata ad essa.
- La Terapia Breve per la paura di essere rifiutati. L’articolo è uscito poche settimane fa, ma mi sembra giusto riproporlo qui. La paura di essere rifiutati, infatti, è spesso la trama su cui si svolge la fobia sociale. Cioè si evitano le interazioni con gli altri proprio perché si ha paura di ricevere un loro rifiuto. Anche qui ci possono essere diverse declinazioni, e nell’articolo, oltre a spiegare le strategie disfunzionali da non adottare, suggerisco uno stratagemma terapeutico da adottare.
- La Terapia Breve per la fobia sociale. Chiudo con un articolo in cui riassumo i principali errori di chi soffre di fobia sociale (e ne aggiunge altri), do ulteriori informazioni per capire meglio come mai finiamo per intrappolarci in questo problema, e illustro altre strategie che potresti mettere in atto – oltre a suggerire una lettura sull’argomento.
Qual è la tua esperienza?
Molte persone temono di essere le uniche a provare alcuni o tutti i sintomi dell’ansia sociale, o alcune sue declinazioni, quando invece si è visto che ne soffre molta più gente di quanto si pensa.
Credo davvero che le risorse personali siano la più grande arma di cui disponiamo, e spesso possono essere messe al servizio degli altri. Così, se hai delle esperienze da raccontare, delle strategie che hai messo in atto, degli stratagemmi o delle soluzioni che ti sono stati utili, condividili nei commenti qui sotto o nella mia Pagina Facebook: potrebbero essere di grande aiuto per molti.
Se ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo. Ricordati che puoi usufruire della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.
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Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
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Ipnosi
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Riferimenti bibliografici
Cannistrà, F. (2010). Questa esperienza mi ha aperto gli occhi: l’esperienza emozionale correttiva. In Psicologia in movimento, 62/63.
de Girolamo, G. et. al (2004). La prevalenza dei disturbi mentali in Italia. Il progetto ESEMeD-WMH. Una sintesi.
Lee, B. W., & Stapinski, L. A. (2012). Seeking safety on the internet: Relationship between social anxiety and problematic internet use. Journal of Anxiety Disorders, 26, 197-205.
Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.