Come liberarsi dallo stalking

Il termine inglese deriva da “to stalk”, che significa “appostarsi”. Ed infatti lo stalker, come un avvoltoio, è lì appostato, nella smania di seguire con impeto la sua preda.

Lo stalking comprende infatti un insieme di comportamenti molesti e continui, che vanno dagli appostamenti sotto casa della vittima, ai pedinamenti, a telefonate oscene o indesiderate, ai messaggi continui, all’invio di oggetti non richiesti. Accanto allo stalking suscita sempre più attenzione anche il fenomeno del cyberstalking, proprio di chi molesta attraverso mail, virus informatici, diffusione di materiale personale o diffamatorio, e talvolta assumendo l’identità della propria vittima nei social network.

Ma è possibile liberarsi di tutto ciò? Si, è possibile, soprattutto grazie alle Terapie Brevi.

Da oggi devo reagire

Uno dei primi passi per liberarsi dallo stalking è la consapevolezza, la stessa che ha avuto Sara, quando è entrata nello studio facendosi una promessa: “Da oggi devo reagire”.

Vittima di stalking da troppo tempo, da parte di quell’uomo gentile ed affabile, che aveva conosciuto in un caffè e con cui aveva iniziato una relazione, ma che lentamente si era trasformato in un mostro. Da quel momento in poi un’ombra era scesa su di lui e la vita di Sara si era trasformata in un inferno.

C’è stato ovviamente l’allontanamento, persino il coraggio di parlarne con i suoi genitori, però non era bastato. Proprio come un’ombra, l’uomo era diventato una presenza inquietante.

Messaggi, telefonate anonime, appostamenti. Conosceva tutti i posti dove aspettarla. Così Sara ha cominciato a limitare la propria vita. Niente più uscite con le amiche, niente più palestra. Quando andava in giro era sempre accompagnata. Persino il lavoro era diventato un problema.

Secondo te Sara ha avuto qualche interazione con lui? “Certo” dice Sara, gli ha parlato, “ho fatto anche la voce grossa, ho usato la razionalità, le minacce, chiamare i carabinieri”. Ovviamente ha rifiutato ogni invito dell’uomo, ma non è bastato. Questo non ha impedito a quell’uomo “galante” di continuare, di insistere, persino di recapitarle dei regali al lavoro. Ma questo ha creato un effetto controproducente: non ha fatto sì

che l’uomo si fermasse, anzi, ha fatto sì che l’uomo insistesse ancora di più.

Con lo stalker non basta dire no

Come dico sempre a queste pazienti, tutte le volte che dal tuo castello invii qualche messaggio allo stalker, che sia un messaggio di pace, un messaggio diplomatico, persino un esercito che gli marcia contro, lui vedrà sempre e solo una cosa: hai abbassato il ponte levatoio.

Per questo la miglior tecnica da utilizzare è la congiura del silenzio. Niente più risposte ai suoi messaggi, niente più spiegazioni, niente più minacce.

Infatti, applicando assiduamente questa tecnica, in poche settimane il risultato sarà questo: i messaggi dello stalking, dopo una prima insistenza, cominceranno a diradarsi fino a che scompariranno del tutto.

Il caso di Sara è raccontato nel libro: “Stalking” di Barsotti e Desideri, ma Sara è solo una delle tante, purtroppo, forse una delle tante fortunate, perché è riuscita ad uscirne e a riprendere in mano la sua vita, a differenza di chi, invece, la sua vita l’ha persa.

Dr Flavio Cannistrà

Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy

co-Direttore dell’Istituto ICNOS

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

Bibliografia

Barsotti A., Desideri G. (2011), Stalking: quando il rifiuto di essere rifiutati conduce alla violenza, Milano: Ponte alle Grazie.