Seneca disse che viviamo tra cose destinate a morire ed in effetti la morte è un’usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare.
La reazione alla morte è un’esperienza soggettiva. Il dolore sperimentato è unico ed ognuno ha dei tempi di cicatrizzazione che non possono essere equiparati a quelli di un altro. Una sana elaborazione del lutto prevede cambiamenti ed evoluzioni, che per quanto siano dolorosi, spingono al cammino senza paralizzarsi e congelare la propria vita.
Eppure può accadere che molte persone restino bloccate dalle emozioni suscitate da un dolore così profondo.
Un eco cupo tra i meandri dei cuori
Come già detto il lutto è un’esperienza soggettiva, ma, ciò che spesso dimentichiamo è che ognuno di noi è inglobato in un sistema.
Shaw afferma che un sistema è formato da “due o più persone che interagiscono in modo tale che ciascuna persona influenza ed è influenzata da ogni altra persona di tale sistema”. Vien da sé che il velo nero del lutto pur ricoprendo il cuore di un membro della coppia, non lascerà scoperto il cuore dell’altro.
Per quanto si possa desiderare farlo, può non essere facile stare vicino ad una persona che ha subito un lutto. Ecco alcune cose che puoi temere:
- di far sentire peggio l’altro, attivando in lui stati emotivi dolorosi
- di non essere in grado di gestire il suo dolore o di non sostenerlo adeguatamente
- di provare noi stessi stati emotivi dolorosi
- di non sapere cosa fare e come farlo.
Quest’atmosfera, a lungo termine, può portare l’insorgenza di problemi all’interno della coppia.
Dissipare le tenebre mano nella mano: superare il lutto insieme
A nessuno piace vedere la persona che ama piangere e forse una delle frasi più istintuali che viene da pronunciare è “Non piangere”. In realtà ciò di cui l’altro ha veramente bisogno è proprio manifestare le proprie emozioni, piangere è un modo, ma non è un’esclusiva del processo di lutto.
Ogni individuo può avere reazioni diverse come rabbia, depressione, silenzio… In ogni caso sapere che potrà farlo senza giudizio, con chi ama, sarà di grande aiuto. Infatti se cercherà di affogare il suo dolore, esso imparerà presto a nuotare.
Ogni tentativo di sfuggire al dolore è ciò che permette al dolore di diventare eterno presente.
L’unico modo per prenderne le distanze è attraversarlo, toccare il fondo per prendere la spinta e risalire. Solo così le ferite aperte possono diventare cicatrici.
Oltre alla comprensione si può mostrare calore e vicinanza al proprio partner attraverso un piccolo rituale di coppia preso in prestito dalla Terapia Breve.
Ogni giorno, prendetevi 15 minuti di tempo: potreste farlo la sera, prima o dopo cena.
In quello spazio, affianca il tuo partner nel “vivere il lutto”. Potrai chiedergli di prendere foto ed oggetti, e di contemplarli: dovrà, cioè, lasciarsi andare alle memorie che quelle foto e oggetti gli evocano, così da passare dentro al dolore per uscirne fuori. Lascerà che essi evochino tutto ciò che gli ricordano, ciò che gli hanno fatto vivere: una vera e propria galleria di ricordi.
Bibliografia
Cagnoni, F. & Milanese, R. (2009). Cambiare il passato. Milano: Ponte alle Grazie.
Nardone, G. (2005). Correggimi se sbaglio. Milano: Ponte alle Grazie.
Zeig, J., Kulbatski, T. (2012). I dieci comandamenti della coppia. Milano: Ponte alle Grazie.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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