“È sempre la solita storia!
Si inizia con una sciocchezza, magari dove poggiare i piatti appena lavati o che strada prendere per andare a fare la spesa, e in un niente… si accende il litigio, ci infiammiamo come due fiammiferi!
A volte andiamo avanti per tre o quattro ore, altre per tutta la notte. Se uno alza la voce, l’altro la alza ancora di più, se uno si agita, l’altro si agita di più; fino a che, sfiniti, ci mandiamo a quel paese e ci allontaniamo.
Qualche volta troviamo una soluzione, un compromesso, ci diciamo che è tutto a posto, ci scusiamo e magari dopo ci facciamo anche le coccole. Il giorno dopo, però, riinizia tutto”. *
“L’amore non è bello se non è litigarello”, suona un classico della canzone italiana. Curiosamente la frase è divenuta un comune modo di dire, espressione di una chiara percezione dei rapporti di coppia.
Se ci chiedessimo come mai abbia attecchito tanto potremmo considerare che in parte sottolinea una costante presente in ogni coppia in diverse forme, e che forse cerca proprio di sdrammatizzare ciò che tale costante conferma: l’immagine di una coppia che non litiga mai è solo ideale.
Ma perché la coppie litigano? Capiamolo meglio, grazie alla Terapia Breve.
Litigi di coppia: perché avvengono?
Potremmo dare un’infinità di risposte, tenendo presenti ora dei fattori individuali e intrapsichici (ciò che produce e muove inconsapevolmente le nostre percezioni, idee e azioni), ora la storia familiare di ciascuno o le dinamiche e le strutture della coppia, ora pensieri e credenze consapevoli, ora i diversi background socio-culturali dei partner e quelli in cui entrambi sono inseriti.
Lo so, le variabili sono tante, ma parliamo dell’uomo: sarebbe riduttivo e incompleto soffermarsi su un’unica causa.
Tuttavia, se l’indagine delle cause risulta difficile e improduttiva (sapere cosa ha causato un problema è ben lungi dal risolverlo), l’indagine di come funzionano i litigi potrebbe dirci di più.
Anche qui le teorie e le considerazioni si perdono in un piccolo mare, ma tra le varie considerazioni va sempre ricordato come in ogni comunicazione, quindi anche nei litigi, vengono veicolati sempre due messaggi:
- uno si situa a un livello più evidente, il cosiddetto livello del contenuto, ciò che la persona sta più esplicitamente dicendo (ad esempio “Tu non mi ascolti mai”);
- l’altro messaggio si trova a un livello meno evidente, il livello della relazione, ciò che la persona comunica in maniera più implicita e che, dunque, oltre che meno evidente risulta anche meno chiaro – a entrambi i partner.
Litigi sul contenuto e litigi sulla relazione
Nell’esempio di prima, “Noi due non parliamo mai” (livello del contenuto) potrebbe sottendere il messaggio implicito “Ho bisogno di attenzione” (livello della relazione). Questo secondo livello, come si vede, dà una vera e propria spiegazione del primo, lo classifica, gli attribuisce un significato più ampio: nel nostro esempio la prima persona, attraverso un’accusa, esprime un bisogno molto concreto.
Più precisamente, per definire meglio il livello della relazione bisogna prendere in considerazione più di uno scambio comunicativo e in particolare il contesto in cui questo avviene; detto ciò, quello dei due livelli è un assioma della comunicazione umana, valido in ogni tipo di relazione.
Ci risulta più comprensibile come mai la maggior parte dei conflitti si situi proprio a questo livello, che definisce come la persona si vede e come pensa che l’altro la veda.
Nel nostro esempio potremmo ipotizzare che la prima persona si veda appunto bisognosa di attenzione e scarsamente considerata: immaginate a questo punto come prenderebbe una risposta del tipo “Non è vero che non ti ascolto mai“. Sorgerebbe uno scontro inconsapevole a livello della relazione, senza però che nessuno dei due partner se ne renda conto.
Non è un caso che per “conflitto” nei rapporti si intende esattamente questo, mentre se lo scontro si situa unicamente a livello del contenuto si usa parlare di “contrasto”.
Sia il contrasto che il conflitto possono essere produttivi
Se il primo può portare a un incontro di opinioni, il secondo può aiutare a ridefinire positivamente la relazione. Purtroppo quando il conflitto diventa perenne (o quando il contrasto si trasforma in conflitto, passando da uno scontro a livello di contenuto a uno a livello di relazione) accade che non si riesca a costruire una buona comunicazione a livello della relazione.
È facile, infatti, perdersi nel vortice di scontri e bagarre, senza riuscire a vedere oltre. A volte mancano le risorse: benché la coppia voglia evitare il litigio, riuscire a ridefinire la relazione vuol dire fare un passo fuori dal conflitto e provare a guardarsi dall’esterno.
Spesso il lavoro dello psicologo è quello di porsi come membro esterno al sistema, capace di leggere le comunicazioni a livello della relazione per proporre delle alternative valide per entrambi i membri, che riescano a costruire una nuova dimensione fondata su una nuova relazione, consapevole e rispettosa delle esigenze di entrambi.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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Riferimenti bibliografici
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Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D. (1967). Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio, 1971.
* Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.