Ultimi giorni prima di settembre.
Qualcuno ha già cominciato a lavorare, qualcuno non ha mai smesso, qualcuno ancora aspetta le ferie.
Quale che sia la tua situazione, permettimi di darti un suggerimento: non sottovalutare l’importanza di questo momento.
Che tu sia un tipo “tutto impegni e lavoro” o che, indipendentemente dalla tua volontà, tu non riesca a prenderti delle vacanze come vorresti, staccare è di importanza vitale: per la tua produttività, per il tuo benessere e per quello di chi ti sta attorno.
Qualche tempo fa spiegai come anche un’illustrissima mente come quella di Sigmund Freud aveva bisogno di un bel po’ di pause (leggi questo articolo). Il padre della psicoanalisi aveva una giornata ricca di lavoro, ma compensata da altrettante pause.
Ora, però, non ti voglio dire quanto faccia bene un po’ di relax: lo sai già.
Voglio però, con poche righe, portarti a considerare un’altra realtà: distaccarsi dalle cose è una delle poche possibilità che abbiamo per vederle in modo diverso.
In psicologia spesso si parla di sistemi, per definire un’insieme composto da più elementi che funziona in base a regole precise. Per esempio, sia parla di “sistema familiare” quando si prendono in considerazione la famiglia e i suoi membri.
Bene, uno dei problemi dei sistemi è che difficilmente è possibile cambiarli dal loro interno. In altre parole, un elemento del sistema fa fatica a cambiare il sistema stesso, perché agirà in base alle regole del sistema stesso.
Come cambiare queste regole (soprattutto se non funzionano)? Bisogna uscire dal sistema, o avere il supporto di un elemento esterno (e da qui puoi capire meglio il ruolo dello psicoterapeuta).
Lo stesso vale per la vita di tutti i giorni.
Senza rendercene conto siamo costantemente incastrati in diversi copioni e modi di fare le cose. Non è un male, anzi, è comodo: facendo le cose sempre in un certo modo diverrai esperto nel farle così, con tutti i vantaggi che questo comporta.
Però c’è anche il lato oscuro.
Facendo le cose sempre allo stesso modo avrai più difficoltà a risolvere un problema che richiede un nuovo modo di farle. Addirittura potresti non capire affatto qual è il problema.
La psicologia della gestalt ad esempio parlò di “fissità funzionale“, per indicare la rigidità che porta a vedere gli oggetti come utilizzabili solo in un modo (un esempio noto è quello della scatola dei fiammiferi, che svuotata può essere utilizzata come porta candele – particolarità che non viene colta in caso quando si ha una rigida fissità funzionale) e che più in generale descrive l’incapacità di cogliere nuovi modi di vedere, organizzare e utilizzare le cose, siano esse materiali o immateriali.
Una persona che stimo molto, e che di certo non ha problemi di fissità funzionale, è Simona Atzori, ballerina, artista e pittrice nostrana nata senza braccia, ma che, tra le altre cose, ha appreso a fare di tutto con i suoi piedi… anche dipingere e truccarsi (consiglio il libro biografico Cosa ti manca per essere felice?).
Anche la creatività ha necessità di vedere le cose sotto una nuova luce, distaccandosi dal vecchio modo di vederle. Nel libro Il pensiero laterale, De Bono spiega come allenarsi a vedere e pensare le cose in modo diverso.
E un altro libero carino è Per dieci minuti, di Chiara Gamberale, che invita a fare cose diverse per dieci minuti al giorno.
Prendersi delle pause, distaccarsi dalle cose che facciamo e dal modo in cui le facciamo, è vitale per farle meglio e per stare meglio. Il periodo dell’estate è forse uno dei migliori per farlo, non fosse altro per il fatto che il diminuito carico di lavoro ci può aiutare a cambiare certe abitudini e, più in generale, nel momento in cui prendi una pausa una parte della tua mente continua a “lavorare” su ciò che stai facendo, ma gli consenti di farlo in modo diverso. Distaccato.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Psicoterapia Breve e Ipnosi
Per approfondimenti:
Atzori, S. (2011). Cosa ti manca per essere felice? Milano: Mondadori.
De Bono, E. (1967). Il pensiero laterale Milano: BUR, 2000.
Gamberale, C. (2013). Per dieci minuti. Milano: Feltrinelli.