È possibile sintonizzarci col mondo? Jung parlava di sincronicità e ve la spiego con questa introduzione. Lunedì scorso scrivevo della scoperta dell’ambiente, cosa che mi ronzava in testa da un po’.
Alcune settimane prima, infatti, pensavo ad alcuni fattori implicati nei concetti di “ambiente” e “sistema”. Poi, esattamente un mese fa, sono andato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma per ascoltare una lectio magistralis col Prof. Francesco Avallone, che ha esposto un concetto molto attuale, quello della Convivenza, da cui ho preso spunto per scrivere questi due articoli.
I 10 fattori della convivenza
Questa settimana, mentre aggiustavo le regole che state leggendo, l’Italia viene colpita dal raid al campo della Continassa e dall’omicidio-suicidio di Gianluca Cassieri. E il tema della convivenza si infuoca…
A questo punto ho rivisto un po’ quanto scritto, perché Avallone ha parlato in maniera molto diretta e schematica di 10 fattori della convivenza molto interessanti evorrei condividerli con voi. Li elencherò uno ad uno con pochi commenti, sia per questioni di spazio, sia perché essere brevi è più difficile e più pratico che perdersi in lunghe disquisizioni: se vorrai sarò molto felice di lasciare a te lo spazio per le riflessioni.
I) Rispetto delle norme, delle regole esplicite e di quelle implicite. È probabilmente la base di ogni convivenza, che sia di coppia, familiare, sociale, aziendale… Se vivi con altri sei soggetto a delle regole che tu stesso crei e mantieni assieme a loro: le regole della convivenza, appunto. Attenzione però: è importante tanto rispettarle quanto infrangerle, per poter progredire.
II) Riconoscimento, rispetto dell’altro e tolleranza della diversità. Avallone mi trova del tutto d’accordo quando sottolinea che la prima diversità da rispettare è quella di pensiero. È molto difficile accettare che l’altro possa avere un modo di vedere il mondo diverso dal nostro, ma è il primo passo…
III) Sicurezza e stabilità. L’uomo cerca spesso di creare ordine e coerenza nella sua vita ed è normale che ciò si esprima anche nel suo rapporto con l’altro. Per una sana convivenza devi creare e rispettare assieme all’altro degli elementi che facciano sentire il gruppo (la coppia, la famiglia, la società…) sicuro e stabile.
IV) Obiettivi comuni, efficacia individuale e collettiva. Se individui col tuo gruppo gli obiettivi comuni, e capite e fate in modo che tutti abbiate un ruolo nel raggiungerli, puoi sentire e far sentire che insieme potete crescere e raggiungere le vostre mete, pesonali e condivise.
V) Giustizia nell’accesso alle risorse e nella gestione delle relazioni. È un punto di cui avrai sentito parlare anche altrove e serve per creare e mantenere equità nelle relazioni, così che tutti possano avere la possibilità di sviluppare le proprie competenze.
VI) Solidarietà e supporto dell’altro. Solidarietà significa riconoscere l’esistenza dell’altro e dargli un valore, per poi investire delle risorse in quell’esistenza e in quei valori e far crescere quella persona che convive con te.
VII) Fiducia, speranza, confidenza. La convivenza vive anche a livello emotivo, morale, psichico; livelli meno materiali ma dalle implicazioni forti e concrete. Viene da sé che negare o spezzare la fiducia, non sperare con l’altro (per lui e per voi) e annullare la confidenza vuol dire creare problemi a quei livelli.
VIII) Attenzione all’altro e comunicazione. La maggior parte dei problemi relazionali derivano da problemi di comunicazione. Saper comunicare efficacemente è molto difficile ma anche molto importante: basta pensare che con la comunicazione definisci la relazione con l’altro (ma anche con te stesso), o che una comunicazione altamente disfunzionale può portare a problematiche anche gravi come la schizofrenia, come evidenziò Gregory Bateson.
IX) Interesse, potere nella relazione, equilibrio tra i ruoli. Come per il quinto fattore, rispecchia gli aspetti più negoziali e diplomatici della convivenza, ma in linea generale definisce più chiaramente le relazioni tra gli abitanti che convivono nello stesso ambiente.
X) Piacere nella relazione, investimento energetico. Divertirsi è bello, provare piacere è bello, ed è bello anche sentirsi attivi. Perché mai queste dimensioni dovrebbero mancare all’interno degli spazi e dei momenti che condividi con gli altri?
Conclusioni
Come avrai notato, ognuno di questi dieci fattori apre le porte a tante riflessioni. Tu cosa ne pensi? Se qualcosa ti ha colpito, lasciato perplesso o fatto riflettere scrivi un commento qui sotto: mi farà molto piacere rispondere o anche solo leggere cosa ne pensi.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi