Uno dei problemi per cui ci si rivolge più frequentemente allo psicologo sono quelli relativi alla coppia. Non è strano?
Significa, infatti, che molte coppie hanno dei problemi. Ma se questa è una cosa così comune, è anche probabile che ci sia un problema comune a molte coppie. E infatti è così.
In una buona parte delle coppie che vedo, il problema principale è la comunicazione tra loro. D’altronde, se ci pensi, una cattiva comunicazione può influenzare negativamente le emozioni, i vissuti, gli stati d’animo; può incidere sulle interazioni, facendole funzionare male; alla lunga può degradare l’intero complesso della relazione.
La comunicazione riguarda tutto l’insieme di scambi, verbali e non, che le persone hanno. Se non funziona, i problemi sono dietro l’angolo. Ecco allora 10 regole di comunicazione per la coppia, 10 semplici pillole psicologiche tratte dai miei studi in Terapia Breve, che possono aiutare a migliorare il rapporto di coppia.
1. Non puoi “non comunicare”
Questo lo conoscerai, probabilmente: è uno degli I 5 Assiomi Della Comunicazione Umana; anzi, è il primo.
Tutto ciò che fai comunica qualcosa. Anche se stai in silenzio stai comunicando: che non vuoi parlare, che stai ascoltando con attenzione, che sei perso in altri pensieri…
Sapere che non puoi “non comunicare” ti serve molto, nella coppia. Infatti, devi sempre considerare che non conta solo quello che dici, ma anche come lo dici; e che conta anche – e soprattutto – quello che fai.
Così puoi dire tante cose, ma se queste entrano in contraddizione con ciò che fai, l’altro lo percepirà: perché gli stai comunicando te stesso e ciò che pensi attraverso le cose che hai fatto e che stai facendo.
Se il partner ti chiede ascolto non puoi limitarti a dirgli “Ti sto ascoltando” mentre sei impegnato col cellulare.
Se ti chiede attenzioni, la tua presenza comunicherà molto più di un “Eccomi qua”.
E se vuoi fare qualcosa per lui/lei, ricorda che anche i tuoi gesti, il tuo abbigliamento, i tuoi comportamenti saranno un veicolo per queste comunicazioni.
2. Non recriminare
La recriminazione è l’accusa tardiva per qualche ingiustizia subita, ed è davvero fastidiosa – oltre che poco utile.
Se qualcosa non va, devi dirlo subito. Il momento per piantare un seme è quando il terreno è morbido: non puoi lamentarti se più avanti sarà duro e inaccessibile. Capita di subire un danno, una scorrettezza, o qualcosa che in qualche modo ci infastidisce. Ma la cosa più sbagliata è tenerselo per sé per poi farlo notare successivamente.
Attenzione, non sto dicendo che devi puntualizzare ogni errore e sbaglio del partner: sarebbe fastidioso, alla lunga (come vedremo tra poco). Se pensi che su qualcosa puoi/vuoi sorvolare, fallo: fa parte di una sana relazione di coppia. Però devi essere sicura che su quella cosa non ci tornerai più!
L’errore sarebbe infatti tenersi per sé qualcosa da far pagare più avanti nel tempo: l’altro si sentirà accusato per una colpa che, in quel preciso momento, in effetti non ha. O, se lo accuserai di continuare a fare lo stesso errore da tempo (senza averglielo mai fatto notare prima), gli sembrerà che per un errore del momento tu gli stia facendo pagare tutti gli arretrati. E a nessuno piace questa sensazione, no?
3. Usa una posizione one-down
Assumiamo una posizione “one-down” tutte quelle volte in cui non ci vogliamo mostrare superiori all’altro, più capaci, più svegli, più attenti o più bravi nel fare qualcosa.
Come detto poco fa, non è necessario puntualizzare sempre. Non occorre far notare tutti gli errori e le imperfezioni che l’altro ha commesso. E anche se si eccelle in qualcosa, non è sempre necessario mostrarglielo. Fare un passo indietro e riconoscere i meriti e le capacità dell’altro è spesso un ottimo modo di mantenere una piacevole armonia di coppia. Per lo stesso motivo, non è sempre necessario mostrare i tuoi meriti e capacità: lascia spazio anche al tuo partner.
Questo si traduce anche in un altro comportamento: se l’altro pure ha sbagliato, e se la situazione lo consente, poniamoci come se potessimo essere noi in errore, domandando anziché aggredendo. “Scusa tesoro, forse avevo dimenticato di dirti questa cosa e perciò non l’hai fatta: …”.
Lao Tse diceva: “Il motivo per il quale fiumi e mari ricevono l’omaggio delle sorgenti di centinaia di monti sta nel fatto che fiumi e mari stanno più in basso delle montagne.”
4. Usa l'”Io” anziché il “Tu”
Questa è una tecnica molto comune, che ritengo davvero valida e che si può associare sinergicamente alla precedente.
A nessuno fa piacere quando gli viene mostrato un errore, anche se ha evidentemente torto. Se anche avessi ragione, lo staresti colpendo nel suo amor proprio e quello sentirebbe la necessità, in prima istanza, di difendersi: soprattutto se è una persona orgogliosa – sebbene questa non sia una condizione sine qua non, poiché in generale tutti abbiamo un po’ di orgoglio per ciò che facciamo.
Una soluzione per mantenere sempre le conversazioni in toni civili e fare osservazioni costruttive (anziché critiche che si trasformano in liti), è quella di usare la prima persona singolare.
Anziché dire “Tu non hai capito”, afferma “Forse io non mi sono spiegato” (non c’è bisogno che sottolinei il tu o l’io, anzi, non c’è nemmeno bisogno che li dica: io li inserisco solo per evidenziare meglio gli esempi).
Anziché criticare “Tu non mi ascolti mai”, spiega “Io non riesco mai a farmi capire”.
Anziché dire “Fai sempre quello che ti pare”, dì che “Io non riesco a esprimere quello che mi piacerebbe”.
Non farne una questione di orgoglio, fanne una questione di strategia: l’altro sarà molto più ben disposto ad ascoltarti e ad ascoltare le tue richieste, poiché sarai stata abile a non farlo scattare sulle difensive.
5. Chiedi sempre dei feedback
Questa è una regola di comunicazione talmente importante che io la uso anche con i miei clienti!
In psicologia esiste un fenomeno che alcuni chiamano “lettura del pensiero”. Niente di esoterico: è semplicemente quella condizione in cui una persona ritiene di sapere cosa l’altro vuole, pensa, desidera, crede ecc., e agisce di conseguenza senza aver effettivamente verificato se è così.
Quante volte una coppia finisce per discutere perché “Credevo che questa cosa ti avrebbe fatto piacere!”, o perché “Pensavo che mi stavi chiedendo questo!”, o ancora perché “Avevo dato per scontato che per te era così!”.
Chiedi dei feedback. Verifica, cioè, che quello che pensi sia esattamente quello che pensa, vuole o che ti ha chiesto il tuo partner. Anche qui, non è che devi farlo sempre: limitati a quelle situazioni in cui stai per fare qualcosa che sai essere importante per te, per l’altro, o per voi.
In questo modo riuscirete a entrare anche più in sintonia: l’altro si sentirà ascoltato e preso in considerazione, e tu imparerai a conoscerlo e a capirlo sempre meglio, non solo in ciò che vuole e desidera, ma anche nei suoi ritmi e nei suoi peculiari modi di esprimersi.
6. Non usare la forza
La forza fisica comunica all’altro una serie di catastrofici messaggi: “Non ti rispetto”, “Non mi importa nulla della tua incolumità”, “Voglio danneggiarti”, “Voglio farti del male”.
Se hai difficoltà a controllare la tua forza, magari con esplosioni di rabbia che schizzano fuori in gesti di cui non vai fiero/a, che possono andare dal lanciare oggetti al picchiare il tuo partner, chiedi a uno psicologo come ridurre questa rabbia e come imparare a gestire le azioni connesse.
La forza e la violenza sono la strada preferenziale per far allontanare il tuo partner. Per sempre.
7. Non usare l’ironia
Quanto sei abituato a usare l’ironia? A fare piccoli commenti svalutanti? A far notare difetti ed errori, seppur con un sorriso?
Molti comunicano in questo modo come tipico atteggiamento consolidato, qualcosa che fanno spesso e ovunque, e che magari li fa anche risultare simpatici agli altri, strappando qualche sorriso, persino qualche risata.
La verità, però, è che chi ride lo fa quando stai ironizzando su un altro: se ironizzi su lui, non riderà più. E se lo farà, sarà per lo più per non mostrare i suoi sentimenti, o per difesa.
Perché il punto è che a nessuno piace sentirsi sminuito, svalutato o preso in giro. Pensaci: a chi può piacere una cosa simile? Magari non ha la forza di dirtelo, o ha paura di venire considerato “uno che se la prende” (e quindi venir denigrato due volte!), ma di certo non gli farà piacere sentirsi quelle frecciatine pungenti.
Questo vale anche e soprattutto nella coppia, dove un patto implicito è che ci si ama, ci si rispetta, ci si protegge… anche con le parole.
Evita perciò di usare l’ironia sulla tua compagna: è sempre meglio sottolineare i meriti e i punti di forza, o far notare con tatto – e con le regole che abbiamo appena visto – le cose che non vanno.
8. Fai dei piccoli gesti
Un gesto vale più di mille parole. Questo è un corollario al primo punto (“non si può non-comunicare”).
Infatti, ricordandoti che tutto ciò che fai comunica qualcosa al tuo partner, puoi riflettere sul fatto che una regola della comunicazione tra voi risiede anche nel fatto che tu veicoli ciò che vuoi comunicare attraverso dei gesti. E una cosa che vuoi sicuramente comunicare è che lui è importante per te.
Così, fare dei gesti semplici ma costanti, come delle carezze, dei massaggi, dei regalini, o anche delle piccole follie, o scegliere di vestirsi in un certo modo, di comprarsi un completino, di regalarle un massaggio a domicilio, o di mandarle un mazzo di rose, o una semplice telefonata per chiederle come sta, o per condividere un pensiero… Ecco, tutte queste e mille altre cose, tutti questi gesti, stanno comunicando qualcosa di importante al tuo partner.
Falli abbondare.
9. Usa la voce, non i messaggi
A proposito di mandare dei messaggi, ricorda però di non abusarne.
A parte che la voce è molto più espressiva e ti rende molto più presente, c’è anche da considerare che certe cose vanno sicuramente dette a voce. La comunicazione verbale è resa più chiara e meno ambigua da una serie di componenti non verbali: il tono, il volume, il ritmo, le pause, gli incisi… Senza questi il rischio di fraintendimenti (la lettura del pensiero di cui sopra) è facilissimo!
«Beh, allora posso usare i messaggi vocali di WhatsApp.»
Eh no, non è la stessa cosa. A parte che poco fa ho parlato di “essere presente”, ma un’altra componente non verbale fondamentale è la turnazione, l’avvicendamento comunicativo: parlando faccia a faccia, o comunque in diretta, c’è possibilità di interrompere l’altro o di essere interrotti, o comunque di essere etero-regolati, permettendo un miglior flusso di comunicazioni.
Immagina il disastro di un messaggio di 5 minuti in cui spieghi una cosa che, nei primi 30 secondi, poteva essere corretta da un chiarimento del tuo partner ma che, nei 4 minuti e mezzo successivi, lo fa invece infervorare e incattivire.
Meglio il faccia a faccia, o perlomeno una telefonata, soprattutto per le questioni importanti.
10. …la tua regola?
Le regole di comunicazione sono tante, non solo dieci, e potrei andare avanti ancora a lungo. Ma… qual è la tua regola? Qual è quella cosa che, secondo te, è imprescindibile in una comunicazione di coppia sana e corretta?
Se ti va condividila qua sotto: magari facciamo un elenco di tutte le regole migliori, derivate proprio dall’esperienza di ciascuno!
Se poi vuoi approfondire ulteriormente l’argomento, un libro molto agile e semplice, che ti spiega una serie di principi comunicativi di coppia basilari, è Correggimi se sbaglio: puoi leggerlo e farlo leggere al tuo partner, oppure sfogliarlo insieme la sera. È davvero base e aiuta a comprendere errori e soluzioni di una comunicazione di coppia efficace.
Se ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo. Ricordati che puoi usufruire della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.
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Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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