Depressione da coronavirus: come ritrovare il benessere psicologico?

Il peso dell’incertezza

Con la seconda ondata di coronavirus si sta assistendo ad un aumento di casi di aggravamento dei quadri depressivi, a causa di fattori di medio-lungo termine, come i lutti, la malattia stessa, il perdurare delle restrizioni, l’incertezza sul futuro lavorativo, economico ed esistenziale.

Tra gli effetti negativi determinati dalla pandemia da coronavirus, dobbiamo necessariamente considerare le ripercussioni psicologiche che le restrizioni e il distanziamento sociale hanno causato.

La paura del contagio da una parte, e l’impossibilità di avere contatti normali con le persone dall’altra, si ripercuoto sulla salute psicologica, causando disturbi di ansia e/o veri e propri stati depressivi. Anche l’instabilità economica, l’incertezza lavorativa e la paura del futuro sono da considerare come dei fattori importanti nella crescita dei disturbi psicologici.

Quindi, ecco che il rischio di depressione diventa una vera e propria minaccia, pericolosa come il contagio da coronavirus anche perché più silenziosa.

Sappi che con la Terapia Breve spesso in davvero pochi incontri – a volte basta una seduta singola – è possibile risolvere questo problema superandolo con strategie concrete ed efficaci. Se vuoi apprendere un po’ di più sull’argomento, potresti leggere il libro Rompere gli schemi della depressione, di Michael Yapko. 

Vediamo qualche dato…

Ecco cosa emerge da alcuni dei dati preliminari di uno studio scientifico che si è avvalso di un questionario online, a cui hanno partecipato 2400 persone, promosso dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, guidato dal Prof. Giampaolo Perna e coordinato dalla dott.ssa Daniela Caldirola, per valutare l’impatto della pandemia da COVID-19 sulla salute e il benessere mentale della popolazione italiana e mondiale e mettere a fuoco bisogni e necessità a cui rispondere:

  • Una parte consistente degli intervistati ha lamentato un peggioramento nei rapporti con il partner (21%) o con i figli (13%).
  • Riguardo agli stili di vita, il 7-8 % degli intervistati ha aumentato il consumo di alcolici o di nicotina, oppure ha iniziato a farne uso, il 33% ha diminuito o smesso di praticare attività fisica e il 40% ha dichiarato di aver diminuito la propria attività sessuale.
  • Circa il 14% degli intervistati ha iniziato ad assumere ansiolitici o sonniferi e il 10% ha iniziato ad assumere antidepressivi, mentre il 19% di chi già li assumeva prima della pandemia ha avuto necessità di incrementarne il dosaggio.
  • Il 55% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto insonnia.

Che cosa si può fare, allora, per migliorare il proprio benessere dal punto di vista psicologico?

Il primo suggerimento è quello di cercare di mantenere il più possibile la connessione con le altre persone, pur rispettando le misure di prevenzione del contagio previste dalle normative vigenti.

La socialità è fondamentale: le relazioni hanno un effetto positivo sulla nostra dimensione affettiva, ancora di più adesso che in condizioni normali.

Un altro suggerimento è quello di concentrarsi sulle cose positive. In ogni situazione che viviamo c’è sempre un aspetto positivo ed è proprio su quello che deve andare la nostra attenzione poiché il modo in cui decidiamo di guardare il mondo, il nostro atteggiamento e la qualità dei nostri pensieri, hanno una grande influenza nella gestione degli stati depressivi e d’ansia.

Potrà sembrarti strano, ma diversi terapeuti, soprattutto in Terapia Breve, affiancano al percorso terapeutico un suggerimento pratico: fare esercizi fisici. Alcuni studi hanno dimostrato che l’attività fisica può essere in grado di produrre effetti positivi significativi.

Ad esempio un programma di esercizi anaerobici ha avuto, sul medio periodo (4 mesi), lo stesso impatto di antidepressivi come lo Zoloft.

Non trascurare, infine, l’alimentazione. Avere un corretto piano alimentare, mangiare in modo sano ed equilibrato aiuta a ritrovare il buon umore grazie alla presenza di alcuni alimenti che contengono sostanze regolatrici dello stress e che aiutano ad alzare i livelli di serotonina, come ad esempio la cioccolata.

Come può aiutarti la Terapia Breve?

Le terapie brevi si pongono essenzialmente 2 domande:

1. Cos’è che, oggi, continua a mantenere in vita il problema? Quali comportamenti, quali atteggiamenti, quali percezioni trattengono la persona nel pantano depressivo, impedendole di uscirne fuori una volta per tutte?

2. Cos’è che, oggi, sta funzionando e possiamo utilizzare? Quali sono quelle cose che la persona ha già fatto, e magari continua a fare, che in qualche modo possono essere utili a risolvere il problema, una volta che saranno adeguatamente migliorate e potenziate?

Uscire dall’ombra scura della depressione è un processo che richiede impegno, ma non necessariamente tanto tempo.

Se ti rendi conto di aver bisogno di un sostegno in questo momento così particolare, rivolgiti ad uno specialista. Se vuoi, puoi usufruire anche della Terapia Online, che è efficace come la terapia in studio.

Bibliografia

American Psychiatric Association (2014): “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5”. Milano, Raffaello Cortina Editore.

Muriana, E., Pettenò, L., Verbitz, T. (2000). I volti della depressione. Abbandonare il ruolo della vittima grazie alla terapia in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie.

Stathopoulou, G. et al (2006). Exercise Interventions for Mental Health: A Quantitative and Qualitative Review. In Clinical Psychology: Science and Pratice, Volume 13, Issue 2, pages 179–193.

Trivedi, M.H. et al. (2011). Exercise as an Augmentation Treatment for Nonremitted Major Depressive Disorder: A Randomized, Parallel Dose Comparison. In Journal of Clinical Psychiatry, 72(5), pp. 677-84.

Yapko, M. (2002). Rompere gli schemi della depressione. Milano: Ponte alle Grazie.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi

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