Depressione post-vacanze: 3 suggerimenti per riprendersi

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Beh, la trovata fu divertente, ma in effetti molte persone soffrono di quella che viene definita “depressione post-vacanze” o “sindrome da rientro”.

Ecco 3 consigli per liberarsene definitivamente e viversi il rientro con serenità e piacere.

Prima di tutto, ho già detto altrove che la depressione post-vacanza (o post-viaggio) è una questione un po’ controversa, e chi vuole saperne di più può leggere l’articolo Ecco Perché La “Sindrome Da Rientro” Non Esiste (Ed Ecco Due Modi Per Superarla Lo Stesso).

All’interno davo un paio di consigli utili, ma a distanza di anni ho sistematizzato qualche dritta in più.
Ecco qui, 3 suggerimenti per superare la depressione post-vacanza:

  1. Fai un rientro graduale.

    Immagina di correre a perdifiato per tre o quattro chilometri, come se volessi sfidare Bolt sulla lunga distanza. Poi d’improvviso ti fermi e tenti di respirare normalmente: il tuo corpo impazzirebbe. Ti chiederebbe di respirare molto più velocemente e probabilmente vorrebbe che tu continuassi a muoverti per un po’, camminando anziché fermarti di botto.

    Ecco, il rientro dalle vacanze dovrebbe funzionare allo stesso modo.

    Pensa questo: hai lavorato per un anno intero e se ti va bene le ferie più lunghe che hai preso sono state quattro giorni a Pasqua, o addirittura a Natale. E adesso, hai appena trascorso dieci o quindici giorni ad oziare, se non di più: pensi davvero di poter ritornare di punto in bianco al lavoro?

    Non dico che devi fare come chi, durante il periodo di vacanze, sta in qualche modo continuamente connesso al lavoro: è un errore anche quello. Però, come per tutto, dobbiamo essere capaci di recuperare un poco alla volta.

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    Riprendi con gradualità la quotidianità, non avere fretta. [immagine Freepik]
    Riprendere immediatamente a lavorare dopo un periodo di stacco di 7-10 giorni può essere davvero traumatico. E in realtà questo discorso vale in generale per la routine quotidiana.
    È un po’ come passare d’improvviso dal caldo al freddo: si rischia un raffreddore.

Come sostiene la Dr.ssa Amanda Itzkoff, psichiatra del Mount Sinai Hospital, se invece ti adegui pian piano, non solo eviti sbalzi disadattivi, ma riesci persino a continuare a portare gli effetti benefici della vacanza con te.

Puoi farlo in diversi modi.

Se ne hai la possibilità, l’ideale sarebbe quello di programmare il rientro un po’ di giorni prima di ricominciare a lavorare: anche una settimana prima.
Poi, sia che tu abbia ripreso a lavorare, sia che abbia ancora qualche giorno, puoi ricominciare a fare le mansioni quotidiane con gradualità.

Fa nulla se non fai subito la spesa grossa, se non vai immediatamente a pagare le bollette (a meno che non scadano il giorno dopo!), se non ti preoccupi all’istante di comprare quaderni e astucci per i figli. Goditi una lenta transizione, sonnecchia qualche ora in più, libera qualche mattina per un altro paio di tuffi in piscina o per una passeggiata al parco, prenditi delle pause più lunghe per finire quel libro…

Il tuo corpo e la tua mente ti ringrazieranno.

  • Riporta la mente alla vacanza

    Dillo che anche tu odi profondamente una pratica post-vacanziera: l’invito di amici o parenti a vedere le 497 foto delle loro vacanze nel deserto del Gobi.

    Sebbene non sia educato invitare altre persone ad assistere per quattro ore a uno slideshow di foto tutte uguali (“Questo fiore mi piaceva tantissimo: le prossime 18 foto lo ritraggono da 11 angolazioni diverse – mentre 7 mi sono venute sfocate, ma le ho lasciate comunque in memoria, tanto avevo 32 giga”), puoi usare questa tecnica per te e per il tuo benessere.

    Devi sapere che di fronte ai Disturbi da stress post-traumatico (PTSD – Post traumatic stress disorder), e in generale a molti traumi per i quali è necessaria una consulenza psicologica, in terapia breve si sono sviluppati diversi modi per far rielaborare l’evento. Detto in maniera spicciola, è come se il trauma dovesse essere elaborato adeguatamente per poter essere superato. Altrimenti è come un programma del computer che non riesce a partire perché mancano dei dati (se ne vuoi sapere di più, ti consiglio il libro Cambiare il passato).

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    Pensare alle vacanze, guardare foto e raccontare storie, aiuta a rientrare gradualmente e piacevolmente [immagine Freepik]
    Beh, rientrare dalle vacanze non è certo un PTSD, ma alcuni elementi sembrano simili. Lo afferma tra gli altri la Dr.ssa Rosemary Sword, esperta del campo che pochi anni fa ha pubblicato un libro proprio sul PTSD (The Time Cure, insieme al famoso psicologo sociale Philip Zimbardo).

 

Ora, se non è necessario annoiare a morte i vicini con le proprie foto, puoi però rivederle tu, magari con le persone con cui sei andato in vacanza. E, oltre alla foto, puoi usare l’immaginazione, pensando e rivedendo scene dei giorni trascorsi, o la narrazione, raccontandole insieme alle persone che erano con te, oppure (questo è concesso) durante una serata con amici, o al telefono con loro. E, ancora, una buona idea è quella di stampare e incorniciarne una o due (o anche più) di quelle foto, e di trovare un posto per quei piccoli pensierini che ti sei comprato in vacanza, da contemplare di tanto in tanto.

Questo apparentemente semplice processo ricalca parte della logica di ri-elaborazione delle psicoterapie brevi, e ti aiuta enormemente nella transizione dalla vacanza alla vita quotidiana.

 

  • Programma eventi divertenti

    Immagina: sei appena tornato dalla tua vacanza, dove sei stato comodo, in compagnia, piacevolmente cullato da esperienze ristoratrici. E adesso, di fronte a te… lavoro, lavatrici, figli a scuola, rifare i conti, servono nuovi vestiti, il gatto?!, lavatrici, quella questione condominiale, il rumorino alla macchina, cosa cucini stasera?, lavatrici…

    Non sembra una bella prospettiva.
    Dimmi tu se questa non è la quintessenza di un trauma: dalla tranquillità, al caos patologico.

    Una ricerca del Dr. Kumar (et al., 2014), condotta all’Università di Chicago (e dal fantastico titolo “Waiting for Merlot” – che parafrasa il famoso Waiting for Godot, Aspettando Godot), ha indagato sperimentalmente una cosa che gli amanti dello shopping sanno da generazioni: l’idea di fare qualcosa di bello e piacevole è spesso meglio del farla.

    Questo ci può aiutare ancora una volta a rientrare gradualmente nei ranghi. Come? Basta progettare qualche evento futuro a breve-media distanza, che però dev’essere piacevole e divertente.

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    Organizza alcuni eventi piacevoli nei prossimi mesi. [immagine Freepik]
    Qualche esempio?

 

Organizza una cena con amici per il prossimo weekend, in un ristorante particolare, o a casa di uno di voi, magari con la proposta che ognuno cucini qualcosa (se ti piace cucinare). Segnati sul calendario una giornata da trascorrere in un parco, o al mare, o dove preferisci, con qualcuno di speciale, o in piacevole solitudine, magari con un bel libro, o con una compilation particolare. O, ancora, progetta una serata pizza&film, o una maratona Harry Potter o Star Wars (ho detto i primi due che mi sono venuti in mente, ma puoi scegliere i film che preferisci: ti assicuro che l’effetto sarà lo stesso), o un pomeriggio in bicicletta.

Non c’è bisogno di esagerare: non devi riempire per forza tutti i weekend da qui a Natale. Ma, da qui a Natale, puoi pensare a 4-5 cosette che ti piacerebbe fare, e… cominciare a organizzarle. Attiverai quei processi mentali studiati dal Dr Kumar che faranno sì che, tra una lavatrice, una spesona e una fila alla posta, la tua mente sia piacevolmente distratta a pensare come far venire al meglio questi eventi.

 

Conclusioni

Depressione post-vacanza, Sindrome da rientro, Post-holiday blues… al di là di come venga chiamato, il disagio del rientro dalle ferie può dare qualche problema a molti: spero che l’applicazione di questi principi ti torni utile e ti aiuti a riprendere in mano con maggior piacere le tue attività.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica
e Ipnosi

Riferimenti bibliografici

Itzkoff, A.
(2014). 10 tips to surviving the holidays (online).
Kumar, A., Killingsworth, M.A. & Gilovich, T. (2014). Waiting for Merlot. Anticipatory Consumption of Experiential and Material Purchases. Psychological Science, 25(10), 1924-1931.doi: 10.1177/0956797614546556.
Zimbardo, P., Sword, R., Sword, R. (2012). The Time Cure. New Jersey: Jossey-Bass.