Fra tutti i disturbi psicologici la depressione è forse quello più nominato, più diagnosticato, ma anche più abusato degli ultimi decenni.
La diagnosi di depressione è molto complessa e nel corso degli anni sono stati spesso cambiati i criteri necessari per definirla.
Se ci pensiamo, questa parola viene da un concetto topografico: depressione è un avvallamento del terreno, oppure una zona di pressione atmosferica più bassa rispetto al resto. Insomma qualcosa che sta più giù, più in basso del dovuto.
Il termine, quindi, è coerente per esprimere uno stato d’animo abbassato, avvilito, che ha perso il suo equilibrio.
La Terapia Breve risulta essere particolarmente efficace nei casi di depressione, perché agisce fin dal primo incontro per bloccare tutti quei comportamenti che non solo non migliorano il problema, ma lo mantengono in vita.
In che modo?
Dal punto di vista della Terapia Breve, il principale sintomo della depressione, cioè la tentata soluzione che, invece di risolvere alimenta il problema, è la rinuncia.
“Se non ci riesco, ci rinuncio”
Quante volte hai pensato o detto questa frase? Ed ecco che la rinuncia diventa la strategia per risolvere tutto.
Ma poi risolve davvero?
Se ci pensi bene, no. Perché ogni rinuncia ti trascina ancora più nel loop del “non ci riesco” e ti immobilizza.
La rinuncia consiste nell’evitare di fare qualsiasi attività: affrontare una difficoltà della vita, gestire la quotidianità e le relazioni familiari, lavorative e amicali. Come una barca alla deriva che non ha né bussola né remi né vele.
Chi vive un disturbo depressivo sente che niente ha senso, tutto il contesto in cui vive appare privo di prospettive, senza nessuna opportunità.
Dalla rinuncia alla delega…
La rinuncia porta con sé un altro comportamento che peggiora il problema: la delega delle responsabilità agli altri.
Se tu rinunci, qualcun altro farà quella cosa al posto tuo.
Ovvio che gli altri, dato che ci vogliono bene, sono pronti a fare per noi anche le piccole cose.
Ma ogni qual volta si sostituiscono a noi è come se ci confermassero che noi non siamo in grado.
Questo non fa altro che consolidare la credenza di essere incapaci, alimentando uno stato di frustrazione e depressione.
…passando per le lamentele
Anche il lamentarsi costantemente con le persone intorno rispetto alla propria situazione, a quanto la vita sia difficile e a volte ingiusta, non fa altro che mantenere il problema. Infatti, anche se in alcuni casi il parlare può essere utile, in altri non fa altro che alimentare i pensieri, gli stati d’animo rispetto al problema. Più ne parli e più rendi il tuo problema reale e grande e si ingrandisce proprio ogni volta che gli dai parola.
Cosa fare quindi?
Se ti sei ritrovato in quello che ho descritto sopra, sicuramente hai preso coscienza di quanto questi 3 comportamenti (rinuncia, delega e lamentarsi) siano dei fattori che ostacolano la possibilità di uscire dalla depressione.
Ne deriva, quindi, che se vuoi uscire dalla depressione devi abbandonare questi comportamenti disfunzionali che ti vanno restare impantanato in questa situazione.
Un suggerimento per iniziare a muovere i tuoi primi passi per uscire da solo dalla depressione, è quello di utilizzare la tecnica del “come se…”.
In che consiste?
Ogni mattina per le prossime 2 settimane, rivolgi a te stesso questa domanda: “Cosa farei di diverso oggi, come mi comporterei diversamente in questa giornata, se il problema che ho non ci fosse?”
Sicuramente ti verranno in mente una serie di azioni e comportamenti.
Ecco, vorrei che tu ogni giorno scegliessi la cosa più piccola e semplice da fare e la mettessi in pratica, come, appunto, se il problema non ci fosse.
Se vuoi, fammi sapere come va nei commenti.
Come può aiutarti la Terapia Breve?
La Terapia Breve guida la persona a riconoscere tutti i comportamenti che, invece di migliorare, hanno peggiorato il problema. Poi, attraverso tecniche appositamente studiate, si cerca di guidarla a “rinunciare alla rinuncia”, abituandola gradualmente a prendere un po’ di più in mano la propria vita.
Contemporaneamente si lavora per elaborare la rabbia e il senso di impotenza, emozioni spesso molto forti nella persona depressa.
Inoltre si porta gradualmente la persona ad affrontare tutte quelle situazioni che fino ad oggi ha evitato per paura, per sensazione di non farcela, per disinteresse, a cominciare dalle più quotidiane e meno spaventose.
Bibliografia
Muriana E., Verbitz T. (2006). I volti della Depressione. Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G. (2007). Cambiare occhi toccare il cuore. Ponte alle Grazie, Milano.
Nardone G. (2013), Psicotrappole. Ponte alle Grazie, Milano.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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