Secondo l’OMS il 4% della popolazione mondiale soffre di depressione. E questo dato è un problema enorme, non tanto per “l’etichetta diagnostica”, ma per tutto quello che il termine depressione può comportare. Ad esempio è una delle prime cause di richiesta di giustificazioni sul lavoro, e in questo periodo di crisi economica, può far insorgere una ripercussione devastante.
Inoltre il disagio che provoca è superiore a quello delle malattie cardiovascolari, perché, rispetto a quello che si crede, la depressione non è solo “una botta di tristezza”. La depressione ha un’incidenza maggiore nelle donne, data la loro predisposizione, tipicamente, a occuparsi di più, a mettersi in gioco di più per le problematiche emotive e psicologiche.
Inoltre la sofferenza che provoca la depressione non influenza soltanto la persona. Ne risente il diretto interessato, il partner, i figli, familiari, colleghi… Può diventare un vero problema sistemico. Ma forse queste sono cose che sai già, perché, purtroppo, tu ti senti proprio depressa e, continuamente ti chiedi: “Ma perché mi sento depressa?”. Oggi con l’aiuto delle Terapie Brevi proverò a rispondere a questa domanda.
Perché mi sento così?
La depressione viene definita il “male oscuro”, proprio per il suo impatto devastante e opprimente. Infatti è caratterizzata da un insieme di sintomi che, per la loro pervasività e persistenza, possono letteralmente mettere al tappeto la possibilità delle persone di vivere una vita piena e soddisfacente.
Ti capita di provare oppressione, angoscia, una tristezza pervasiva o esistenziale, melanconia o semplicemente umore depresso? Questi, spesso, sono alcuni dei termini utilizzati per descrivere ciò che per definizione definisce la depressione come disturbo: il tono dell’umore. Basso, disperatamente basso, così basso da provocare poi una cascata di altre reazioni, tra cui un diminuito disinteresse per le attività quotidiane, una scomparsa della capacità di provare piacere, insonnia, inappetenza, agitazione psicomotoria, senso di spossatezza…
Ti sarà capitato di provare un costante malumore, per la mancanza di motivazione e di piacere nello svolgere qualsiasi attività, per pensieri pessimistici riguardo te stessa, gli altri e il futuro. Questa profonda ed estrema tristezza si può anche protrarre per mesi. I pensieri si focalizzano sul senso di insuccesso, d’incapacità, di fallimento, d’inadeguatezza, d’assenza di prospettive. E, di conseguenza, i comportamenti, che assumerai, andranno ad avvalorare questa sua visione distorta. Fino a costruire il futuro che poi subirai.
Ma perché capita tutto ciò? In genere la persona depressa mette in atto una tipica tentata soluzione disfunzionale: la rinuncia. Rinuncia ad affrontarli e a tentare di risolverli, perché è convinta che ormai non ci sia più nulla da fare. Oltre alla rinuncia, si tende anche a delegare continuamente ad altri: che siano farmaci, familiari o partner, la responsabilità di farti stare bene. Inoltre un’altra tentata soluzione disfunzionale è quella di lamentarsi continuamente della propria condizione di sofferenza, oppure, al contrario, chiudersi nel silenzio più assoluto. Queste tentate soluzioni disfunzionali possono essere la risposta al tuo perché…
Si può uscire dalla depressione?
La rinuncia, la delega, il lamentarsi rappresentano delle tentate soluzioni disfunzionali, cioè dei comportamenti che la persona ha messo in atto per cercare di superare una difficoltà iniziale, ma che non solo non hanno risolto il problema, ma, anzi, hanno contribuito al suo mantenimento e al suo peggioramento.
L’obiettivo della terapia breve strategica, quindi, è quello di interrompere queste, ed eventualmente anche altre, tentate soluzioni, favorendo invece l’introduzione di comportamenti funzionali. Per fare questo si utilizzano una serie di tecniche e di strategie che vengono adattate alla specificità di ogni singola situazione. Ciò consente di risolvere il problema o di ottenere importanti miglioramenti in tempi brevi, ossia entro la decima seduta.
Quindi se vuoi sapere qual è l’intervento più semplice con un paziente depresso? La risposta è bloccare ciò che mantiene la depressione. E se vuoi scoprire come tutto questo sia possibile ti invito a leggere il mio articolo “Come uscire dalla depressione con le Terapie Brevi”.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
American Psychiatric Association (2014): “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5”. Milano, Raffaello Cortina Editore.
Muriana, E., Pettenò, L., Verbitz, T. (2000). I volti della depressione. Abbandonare il ruolo della vittima grazie alla terapia in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie.
Stathopoulou, G. et al (2006). Exercise Interventions for Mental Health: A Quantitative and Qualitative Review. In Clinical Psychology: Science and Pratice, Volume 13, Issue 2, pages 179–193.
Trivedi, M.H. et al. (2011). Exercise as an Augmentation Treatment for Nonremitted Major Depressive Disorder: A Randomized, Parallel Dose Comparison. In Journal of Clinical Psychiatry, 72(5), pp. 677-84.
Yapko, M. (2002). Rompere gli schemi della depressione. Milano: Ponte alle Grazie.