Le etichette fanno sempre paura, perché rappresentano qualcosa di astratto e di indefinito. Una tra queste etichette è quella di “Disturbo Borderline”. Etichetta che fa venire a molti un dubbio: “Ma una situazione del genere è trattabile attraverso le Terapie Brevi?”.
Nei miei articoli “La danza sull’orlo dell’equilibrio: cos’è il disturbo borderline?” e “Non attraversare la linea gialla: disturbo borderline e Terapia Breve” ho parlato di come le Terapie Brevi siano efficaci anche nel trattamento del disturbo borderline.
Infatti l’ottica della Terapia Breve, anziché soffermarsi sull’etichetta, dà, una definizione molto operativa di questo problema. Ed oggi voglio dartene prova raccontandoti un caso clinico.
Il Borderline e i problemi di coppia
Giordano* viene da me per un problema di coppia. Sta da anni con Marsha, ma troppo spesso viene preso da degli scatti d’ira con esplosioni di violenza: spacca i piatti, rompe i mobili, urla fino a far chiamare la polizia dai vicini… L’ultima volta stava anche per colpire Marsha, ma non l’ha fatto. E’ preoccupato, e vuole capire cosa c’è che non va in lui. Indago il rapporto con Marsha ma non emerge nulla di problematico nelle interazioni con lei. Niente tranne un elemento, che vi dirò dopo…
Così cominciamo un lavoro sulla rabbia, il sintomo più evidente e problematico: facendo scrivere tutti i giorni delle lettere di rabbia sulle sue emozioni rabbiose vediamo che piano piano questa emozione comincia a discendere lentamente. Lui non ha niente contro di Marsha, ma si sente come una pentola che ribolle: da un lato trattiene la sua rabbia, ma dall’altro avverte anche una particolare sensibilità, come se nelle sue vene scorresse una sostanza altamente infiammabile, pronta ad accendersi velocemente.
Le lettere funzionano a meraviglia: inizialmente dirette “contro” Marsha, con lo scopo di esprimere ed elaborare i propri sentimenti, cambiano velocemente direzione: il padre assente, la madre giudicante, il fratello distaccato… Giordano trasforma le lettere di rabbia in un diario di angosce e di autocomprensione, in cui specchiarsi e comprendere il proprio funzionamento. Già tra la quarta e la quinta seduta la rabbia è ormai spenta, ma giace sul fondo come brace calda. Ci prendiamo una pausa e dopo qualche mese Giordano torna: è tempo di rimettere in discussione il suo rapporto con Marsha, con la famiglia, con tutti. Capisce quella cosa che io avevo notato nelle prime sedute, cioè che il suo rapporto con Marsha e con gli altri era basato sulla dipendenza, sul bisogno, non sull’amore e la condivisione. Questo era il dettaglio che non ti avevo detto prima.
Quindi il lavoro si incentra da un lato sulla necessità di fronteggiare e vincere quel senso di vuoto che lo divora dall’interno come un parassita e che lo porta a ricercare Marsha e a riprendere brevi, intense, furiose relazioni con lei. Dall’altro, sulla necessità di non instaurare con altre persone nuove relazioni simili.
Relazione, comunicazione e tecniche con il paziente borderline
Le lettere sono state la nostra tecnica principale, intese come un momento di autoriflessione che aiutava Giordano a capirsi meglio e insieme a queste la tecnica del come peggiorare, che invece lo aiutava a ricordarsi le cose che avrebbe dovuto fare, se fosse voluto andare nella direzione opposta a quella desiderata.
Col passare dei mesi, in cui ci vediamo una volta ogni 5 o 6 sedute, il suo sistema relazione e interazionale cambia: a lavoro diventa più capace di non farsi mettere i piedi in testa, di non mettere se stesso dietro agli altri, i propri bisogni dietro le interazioni degli altri, si sente più rispettato; gli inevitabili screzi relazionali con alcuni colleghi non vengono più vissuti con profonda angoscia e frustrazione: a testa alta, Giordano riesce a fronteggiare, senza esplodere, i conflitti e i contrasti.
La famiglia, oggi amata e domani odiata, viene vista con un più equilibrato distacco: il padre, la madre, il fratello… Giordano le considera come persone importanti, ma su un piano diverso rispetto al suo.
“Si cambia” dice “e così sono cambiato io”. E in effetti, Giordano è un’altra persona. Equilibrata, in sintonia con se stesso, in pace con il mondo. Faremo un’altra pausa e poi un’altra breve serie di incontri: di fronte a una nuova delusione amorosa e alla conseguente rabbia, Giordano si domanda se ne uscirà mai, se non ci sia qualcosa di marcio in lui, così profondamente radicato che non potrà mai cambiare. Comprendiamo insieme che arrabbiarsi, essere delusi, specialmente di fronte a certi comportamenti, è in fondo normale. Ripercorriamo ciò che ha fatto e lui stesso si rende conto di essere cresciuto, di essere la versione migliore di se stesso. Ci salutiamo. Non un “Addio” ma un “Ci si vede… se necessario”. Lui sa, che in caso di bisogno la mia porta rimarrà per sempre aperta.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone G., Balbi E., Vallarino A., Bartoletti M. (2017). Psicoterapia breve a lungo termine. Trattare con successo anche le psicopatologie maggiori. Ponte alle Grazie, Milano.
*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.