Alcune persone, ironicamente, vorrebbero risolvere tutti i loro problemi con una bacchetta magica, allo stesso modo, chi lotta con la sua immagine davanti allo specchio, come don Chisciotte era solito fare con i mulini a vento, ricorre ad un tipo di bacchetta magica: il bisturi.
Sempre più persone ricorrono a questa soluzione, d’altronde con l’evoluzione della chirurgia plastica e degli interventi estetici capita che ogni nuovo ritocco possa dare una soddisfazione momentanea, ma poi apre la porta all’insinuarsi di un nuovo dubbio, alla percezione di un nuovo difetto, all’intervento per una nuova modifica.
Diversi anni fa, durante una trasmissione televisiva su Rete 4 Giorgio Nardone trattò un caso di dismorfismo corporeo attraverso la Terapia Breve Strategica, puoi vedere la puntata qui: https://www.youtube.com/watch?v=GWnidx8KKg8.
Gli interventi chirurgici estetici sono come le ciliegie una tira l’altra
Cinzia è una ragazza molto giovane e bella, che si rivolge ad un chirurgo plastico per un intervento chirurgico estetico. La prima volta lo richiede per aumentare il volume del suo seno, ma successivamente, a distanza di pochissimo tempo, ne richiede altri.
Il chirurgo, come molte volte accade, accorgendosi della sofferenza psichica della ragazza circa il suo aspetto, decide di consigliarle un supporto psicologico. Cinzia non è né la prima né l’ultima ragazza al mondo che cerca sollievo dalla sua sofferenza ricorrendo ad interventi chirurgici estetici. Per questo motivo la questione passa sotto l’occhio vigile dei riflettori e la prima seduta di psicoterapia di Cinzia viene registrata ed, attraverso il suo consenso, viene mandata in onda durante questa trasmissione televisiva.
Giorgio Nardone, durante la prima seduta, chiede alla ragazza se prima di aumentare il seno la ragazza avesse già sentito il bisogno di aumentare anche il volume delle sue labbra, ma la sua risposta è negativa. Nardone allora pone la sua attenzione proprio su questo, chiedendole come mai dopo il primo intervento ha sentito l’esigenza di un ulteriore intervento e se addirittura potrebbero essercene altri successivamente.
Cinzia però sottolinea come l’aggiustare i suoi difetti la faccia stare bene psicologicamente e che non è detto che ci sarà una catena infinita di accorgimenti di difetti, che la porterà ad una catena di interventi correttivi.
Nardone allora ricalca su ciò, utilizzando la metafora delle scatole cinesi e mostrando come una “buona soluzione” possa trasformarsi in un problema, se reiterata. Inoltre le fa l’esempio di Michael Jackson e della serie di interventi chirurgici ai quali si sottopose, rovinando completamente la sua immagine corporea.
Dopo averle donato questi spunti di riflessione le dà la prescrizione del “check up estetico”, ovvero una tecnica protocollare finalizzata a smontare gradualmente le percezioni dismorfofobiche. Utilizzando una metodologia basata su logiche paradossale, le chiede quindi di ricercare volontariamente i difetti davanti allo specchio, in uno spazio ben definito.
Una nuova percezione per cambiare percezione
Le domande, le immagini, le metafore, abbinate alla tecnica prescritta a Cinzia, che d’altronde nemmeno ha messo in atto, perché già aveva cambiato idea semplicemente attraverso il colloquio, hanno agito sulla sua percezione corporea, ridonandole benessere ed armonia con la sua immagine corporea.
Come diceva Jim Morrison “La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo”.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone G., 2013 “Psicotrappole”, Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2014 “Oltre i limiti della paura”, BUR, Milano