E’ sempre più frequente il ricorso allo shopping come forma di “terapia”, e talvolta, nel tentativo di ridurre sentimenti ed emozioni spiacevoli, può evolvere in un comportamento dipendente e altamente disfunzionale. Ma come si arriva a questa disfunzionalità?
L’elemento discriminante è, infatti, la modalità compulsiva con cui viene effettuato l’acquisto, in genere associata a conseguenze invalidanti per il soggetto, in termini di vita sociale, familiare e finanziaria. Negli articoli “Si saldi chi può: differenziare lo shopping dallo shopping compulsivo” e “Consigli per gli acquisti: smettere di fare shopping compulsivo” ho ampiamente risposto a questa domanda.
Per questo oggi voglio immaginare con te un caso clinico*. Immaginiamo la storia di una donna, affamata di shopping, ma non con un semplice appetito, con una brama immane di shopping, un godurioso shopping che sfocia nel piacere. Un piacere di questo tipo è incontrollabile e difficile da sfamare. Ne vuoi sempre di più. Infatti in questi casi, rivolgersi a uno psicologo è indispensabile per spezzare questo circolo vizioso del piacere che non si soddisfa mai.
Lo shopping compulsivo e l’occasione da non perdere
Immaginiamo che entri da me una donna, sulla quarantina, chiaramente ben vestita e preparata, con ai piedi delle scarpe molto vistose e ricercate. Si siede ed inizia a raccontarmi delle sue avventure in quello che ormai è diventato per lei il suo habitat naturale: il centro commerciale.
Ci sono alcuni negozi, in particolare, nei quali ella spende più tempo: quelli di scarpe. Le scarpe sono sempre state la sua passione e non c’è stato mai nulla di male, fino a quel momento l’unico problema era stato quello di dover aggiungere sempre più scarpiere, ma improvvisamente qualcosa è cambiato, ora viene rapita da un intenso bisogno di acquistarle tutte o per lo meno di farne grande provvista e questo la rende molto ansiosa ed ansimante prima di provarle, ogni paio le sembra un’occasione da non perdere…
Quando non riesce a recuperarne un paio che fosse della sua stessa misura, si inizia ad ostinare sempre di più, in quel momento le sembrava di essere sul punto di impazzire…
Successivamente confessa di aver l’abitudine compulsiva di prendere letteralmente d’assalto non solo negozi di scarpe, ma anche di abiti. Ma, a prescindere dalla categoria del negozio, il risultato non cambia, per lei ogni acquisto equivale ad una perdita cronica del controllo.
Terapie Brevi e shopping compulsivo
Alcune piccole strategie per evitare che il problema si trasformi in disturbo possono essere: aiutarsi stabilendo un budget giornaliero oltre il quale non potersi spingere. E ridurre poi nel tempo, quel budget fino a normalizzare la situazione. Oppure, quando il desiderio di acquistare sale, si può impostare un allarme che suoni mezz’ora più tardi, in modo da posticipare l’acquisto fino a sparire e a non ripresentarsi. Tuttavia ci sono dei casi in cui non possiamo fare altro che richiedere il supporto di un professionista.
La terapia breve strategica, ad esempio, con queste problematiche ottiene risultati nell’80% dei casi, impiegando una media di 7 sedute.
L’intervento si focalizza sulla ricerca e costruzione di piaceri alternativi, essendo considerato questo un problema che, dal punto di vista strategico, si fonda su una compulsione basata sul piacere. Inoltre all’interno della terapia si lavora sul cercare di costruire spazi, tempi e modi diversi di concedersi questo piacere, in modo da creare un reale desiderio, oltre che una necessità legata al piacere di comprare, cosa che inevitabilmente nel tempo si è persa.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Kinsella, S. (2011). I love shopping. Milano: Mondadori.
Nardone, G., Cagnoni, F. (2002). Perversioni in rete. Le psicopatologie da internet e il loro trattamento. Milano: Ponte alle Grazie.
Pani, R., Biolcati, R. (2006). Le dipendenze senza droghe. Lo shopping compulsivo, internet e il gioco d’azzardo. Torino: UTET.
Portelli C. & Papantuono M., (2017). Le nuove dipendenze. Riconoscerle, capirle, superarle. San Paolo Edizioni.
*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.