Negli articoli “Cos’è la psicosi: questione di autonomia in un’ottica sistemica” e “Superare la psicosi: ripristinare l’equilibrio con la Terapia Strategica Familiare” ho ampiamente parlato del disturbo psicotico e di come le Terapie Brevi possano intervenire in questo tipo di problematica. Questo appare paradossale per molte persone, infatti quando si parla di psicoterapia breve molti sono ancora erroneamente convinti che si tratti di terapie superficiali, adatte la massimo a problemi semplici e di scarsa rilevanza, non adatta a quadri clinici caratterizzati da psicosi.
Invece la loro efficacia è dimostrata anche dal fatto che esse vanno oltre la patologizzazione. Infatti l’etichetta diagnostica in questi casi rischia di indurre fissità, l’idea che il cambiamento sia estremamente difficile, se non impossibile. Piuttosto che focalizzarsi sul dare un’etichetta si tende a descrivere operativamente il problema indagando ad esempio: Quando si presenta? Con chi? In quali situazioni? Come il cliente vive il problema?
Soprattutto quest’ultima domanda è molto utile nelle psicosi, infatti nelle terapie brevi post strutturali si tende ad accettare la realtà del paziente senza sfidarla cercando di fargli mettere in discussione l’infondatezza della sua visione. E voglio dimostrarti questo raccontandoti due casi clinici di Nardone, tratti dal libro “Psicosoluzioni”.
Il serpente nella pancia
Un giovane è condotto in terapia per una crisi acuta: crede che un serpe gli sia entrato in bocca mentre dormiva. Il terapeuta asseconda il paziente e gli suggerisce di dormire a bocca aperta tutta la notte, in modo che il serpente possa uscire.
Il giorno dopo il giovane telefona per informare il terapeuta che il serpente se ne è andato. Uno degli aspetti fondanti della psicoterapia breve strategica è rappresentato dal cosiddetto problem solving strategico, che si concretizza nella pratica clinica nel fare in modo che il paziente giunga a usufruire di una percezione differente della realtà che lo circonda. Ciò è possibile, come in questo caso, in virtù di stratagemmi prescrittivi, infatti vengono messi a disposizione della persona gli strumenti di cui ha bisogno per operare nei confronti del disagio a cui deve far fronte. A essere modificate non sono solo la sua percezione e la sua consapevolezza, ma anche la sua reazione.
Per questo non stupisce che, successivamente, il giovane si sia trovato una compagna e svolga una vita serena, anche se ogni tanto entra in qualche crisi simile a quella del serpente. Per questo ogni volta che si è rivolto al prof. Nardone, lui gli prescritto un rituale di liberazione, basato sempre sulla logica dello stratagemma che conduce la patologia alla sua distruzione.
Una calamita che sottrae le energie
Il paziente sostiene che il collega di lavoro abbia il potere di succhiare le sue energie e talvolta lo aggredisce verbalmente. Gli viene presentata la metafora della calamita: il collega è una calamita ed è in questo modo che succhia energia, allora il prof. Nardone chiede in che modo può impedire l’effetto calamita e lui dice col vetro. Il terapeuta dice che con il cellophane funziona meglio e gli prescrive di indossare una tuta di cellophane quando va al lavoro. La paranoia passa e quando, soddisfatto, il paziente annuncia la vittoria, si accorge che il collega è un pover’uomo che gli fa un po’ pena.
Allora Giorgio Nardone gli di comportarsi col collega “come se” questi fosse stata una persona fragile e timida, e ogni giorno fare una piccola cosa come se questo fosse il caso, in modo da mettere in atto comportamenti funzionali. Infine i due divengono amici. Una delle dinamiche previste dalla psicoterapia breve strategica è, infatti, quella che prevede di suggerire al paziente di agire “come se”, così che egli possa rendersi protagonista di comportamenti funzionali.
L’approccio è stato quello di assecondarlo: in questo modo il paziente ha recuperato in maniera graduale la propria lucidità, e così è giunto a un esame attento e ragionato del problema con cui aveva a che fare.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Fisch, R. & Schlanger, K. (2002). Cambiare l’immutabile. Terapia breve per i casi difficili. Milano: Raffaello Cortina, 2003.
Nardone, G. (1998). Psicosoluzioni. Milano: BUR.
Nardone G., Balbi E., Vallarino A., Bartoletti M. (2017). Psicoterapia breve a lungo termine. Ponte alle Grazie.