Le persone attorno a te non capiscono. Ti parlano, ti giudicano, ti consigliano, e tu sorridi o ti chiudi, perché spiegare è troppo faticoso. Come fai a spiegare che non è solo una questione di volontà? Che non è una scelta lucida, ma una morsa che ti stringe quando meno te lo aspetti?
A volte ti senti solo. Altre volte provi vergogna. Ma spesso sei semplicemente vuoto, in bilico tra la voglia di cambiare e la paura di non farcela. Eppure, da qualche parte, in fondo a te, speri ancora. Speri che un giorno ti sveglierai e quel bisogno sarà sparito. Speri di riconoscerti, di essere di nuovo libero.
Le Terapie Brevi sono orientate al cambiamento rapido, focalizzate su obiettivi specifici e soluzioni pratiche. Una Terapia Breve si struttura in un numero limitato di sedute (spesso tra 5 e 20) e lavora direttamente sul problema presentato.
Quando si parla di dipendenze — da sostanze, comportamentali (come il gioco d’azzardo), da tecnologia o relazionali — la velocità e la focalizzazione delle Terapie Brevi offrono vantaggi cruciali:
- Intervengono subito sul comportamento disfunzionale.
- Aiutano a ristabilire il senso di controllo e di autoefficacia.
- Sono altamente motivazionali e orientate al risultato.
Perché le Terapie Brevi sono efficaci nel trattamento delle dipendenze
1. Focalizzazione sul presente e sul cambiamento concreto
Le Terapie Brevi, infatti, evitano lunghe analisi del passato. Si concentrano su:
- Come funziona il problema oggi.
- Quali tentate soluzioni lo mantengono.
- Cosa si può fare di diverso subito.
Esempio pratico: Una persona dipendente dal gioco d’azzardo può essere portata a riconoscere come ogni “ultimo tentativo per recuperare” sia in realtà un modo per alimentare la dipendenza. Il terapeuta aiuta a interrompere questo ciclo già nelle prime sedute.
2. Tecniche specifiche per sbloccare i meccanismi disfunzionali
Le Terapie Brevi utilizzano strategie mirate e paradossali per “scardinare” i comportamenti automatici. Tra queste:
- Prescrizione del sintomo: chiedere al paziente di pianificare la ricaduta può ridurre drasticamente il desiderio.
- Ristrutturazione percettiva: cambiare la percezione che la persona ha della dipendenza (da fonte di sollievo a trappola distruttiva).
- Tecnica dello “scalatore”: ridurre gradualmente l’uso della sostanza/abitudine, con tappe ben definite.
Esempio pratico: Un paziente dipendente da cannabis viene invitato a fumare solo in giorni prestabiliti, rendendo l’uso consapevole e meno impulsivo. Questo processo, paradossalmente, riduce l’attaccamento e favorisce l’interruzione.
3. Empowerment: il paziente diventa protagonista del cambiamento
Le Terapie Brevi aiutano il paziente a costruire soluzioni personalizzate, rendendolo attore attivo nel processo. Questo è particolarmente potente nelle dipendenze, dove la sensazione di impotenza è spesso dominante.
Esempio pratico: Invece di dire al paziente di “smettere”, lo si guida a sperimentare comportamenti alternativi in situazioni ad alto rischio, come andare in palestra invece che in un bar, o chiamare una persona di supporto prima di una ricaduta.
Strategie pratiche utilizzate nelle Terapie Brevi contro le dipendenze
Fin dalla prima seduta, il terapeuta e il paziente stabiliscono un obiettivo concreto e misurabile (es. “passare una settimana senza bere alcol”) e creano un piano operativo con step chiari.
Inoltre utilizzano delle tecniche, alcune di queste sono:
Il Diario delle tentazioni
Il paziente tiene traccia delle situazioni in cui sente il desiderio di ricadere, annotando:
- Ora e contesto
- Pensieri automatici
- Comportamenti alternativi messi in atto
Serve a identificare pattern e a rafforzare l’autocontrollo.
L’interruzione del rituale
Le dipendenze spesso seguono rituali fissi (es. accendere una sigaretta dopo il caffè). Il terapeuta lavora per interrompere questi automatismi, ad esempio:
- Cambiare orario o luogo del caffè.
- Fare una telefonata subito dopo il caffè, spostando l’attenzione.
E se ci ricado di nuovo?
Le Terapie Brevi non demonizzano la ricaduta. La considerano parte del processo, una fonte preziosa di informazione per comprendere meglio i trigger e aggiustare il piano d’azione.
Strategia utile: Dopo una ricaduta, il terapeuta guida il paziente a fare un’analisi fredda, senza colpa, per capire:
- Cosa ha funzionato fino a quel momento.
- Cosa è cambiato.
- Cosa fare di diverso la prossima volta.
Non sei solo. E non sei sbagliato.
La dipendenza non è un segno di debolezza, ma un grido del tuo dolore che ha trovato un modo per farsi sentire. Nessuno sceglie di diventare dipendente, ma puoi scegliere – un passo alla volta – di risalire.
È normale avere paura. È normale cadere. Non sei meno meritevole di amore, rispetto o guarigione per ciò che stai attraversando. Dentro di te ci sono forza, resilienza e dignità, anche se ora ti sembrano lontane o spente. Anche quando ti senti in frantumi, sei ancora intero. Sei ancora tu.
Non devi affrontare tutto in un giorno. La guarigione non è una linea retta, ma una strada con curve, ostacoli e ripartenze. Ogni passo che fai verso la consapevolezza, ogni volta che chiedi aiuto, ogni pensiero onesto che hai su ciò che stai vivendo… è un atto di coraggio.
Non vergognarti di combattere. È segno che stai ancora sperando, che non ti sei arreso. E anche nei momenti più bui, ricordati: chiedere supporto è un atto di forza, non di fragilità.
Tu vali. E puoi farcela.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone, G. & Cagnoni, F. (2002). Perversioni in rete. Le psicopatologie da internet e il loro trattamento. Milano: Ponte alle Grazie.
Portelli C. & Papantuono M., Le nuove dipendenze. Riconoscerle, capirle, superarle. San Paolo Edizioni, 2017