Nel film I love shopping, la protagonista, ad una riunione di “compratori compulsivi anonimi”, dice una frase per certi versi emblematica rispetto a questo problema: “Compro perché, quando lo faccio, il mondo diventa migliore… Ma poi non lo è più e io ho bisogno di rifarlo!”. Forse non sai che il titolo originale della famosa, divertente e psicologicamente interessante serie di romanzi I love shopping di Sophie Kinsella è in realtà Confessions of a Shopaholic.
Nel mio articolo “Si saldi chi può: differenziare lo shopping dallo shopping compulsivo” ho già detto che ogni volta che si acquista qualcosa per gli occhi dell’acquirente è sempre la “grande occasione” e la persona va letteralmente in fibrillazione. Infatti, come per la protagonista del romanzo: lo shopping diventa una sorta di malattia, basata sulla ricerca di piacere. Tale mania spinge a comprare di tutto (abiti, accessori, cosmetici, biancheria, articoli per la casa ecc.), anche se spesso si tratta oggetti inservibili e dei quali non viene percepita alcuna utilità.
Un piacere simile è un piacere incontrollabile, affamato, che vuole sempre di più e che non si sfama mai. Non compri per possedere l’oggetto: compri per il piacere di comprare. E online, naturalmente, tutto questo è anche più facile. Ma le Terapie Brevi, in questo caso, sono “un buon investimento”? Scoprilo in questo articolo.
La strategia della tortura
Come già detto, lo shopping dà piacere. All’inizio è anche possibile che lo metti in atto per sfuggire a un brutto momento, a periodi difficili o ad altri problemi, ma poi rischia di diventare un piacere che si mantiene da sé: continui a farlo perché ti piace e perché, nel frattempo, è diventato uno dei più grandi piaceri della tua vita, al punto di divorare la maggior parte degli altri. Non compri per possedere l’oggetto: compri per il piacere di comprare.
Per questo, spesso, l’intervento delle Terapie Brevi consiste nel trasformare il rituale compulsivo da gradevole in un’esperienza obbligatoria e fastidiosa. Una sorta di “tortura”. Per esempio, potresti iniziare a spendere obbligatoriamente ogni giorno una determinata cifra per i tuoi acquisti. Né un centesimo di più né un centesimo di meno, anche qualora non avessi voglia di acquistare assolutamente nulla. La cifra inoltre, dovrà essere il più possibile limitata ed irrisoria. Quindi avere un budget limitato. L’obiettivo è quello di trasformare il piacere iniziale in qualcosa di veramente frustrante, portando così il disturbo alla sua completa autodistruzione. Come direbbe quindi Emile Cioran: “Un’ossessione vissuta alla sazietà si annulla nei suoi stessi eccessi.”
Vedi prodotti simili: un’altra strategia per lo shopping compulsivo
La precedente strategia si basa sul presupposto che più ci si vieta una cosa, più questa diventa desiderabile, per questo è preferibile evitare di imporsi di cedere alla tentazione di fare acquisti, poiché, il divieto prepara il terreno ad una totale perdita di controllo.
Sulla base di questa premessa, potrebbe essere anche utile, per esempio, scegliere di posticipare l’acquisto a un’ora dopo la comparsa del desiderio stesso.
Tuttavia, nel caso in cui, la compulsione all’acquisto, provoca un disagio notevole nella vita della persona, è consigliabile rivolgersi ad un psicologo o psicoterapeuta, per intraprendere un trattamento finalizzato al superamento della dipendenza.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Kinsella, S. (2011). I love shopping. Milano: Mondadori.
Nardone, G., Cagnoni, F. (2002). Perversioni in rete. Le psicopatologie da internet e il loro trattamento. Milano: Ponte alle Grazie.
Pani, R., Biolcati, R. (2006). Le dipendenze senza droghe. Lo shopping compulsivo, internet e il gioco d’azzardo. Torino: UTET.
Portelli C. & Papantuono M., (2017). Le nuove dipendenze. Riconoscerle, capirle, superarle. San Paolo Edizioni.