Il boccone amaro dell’ anginofobia

E’ di nuovo l’ora del pasto, hai fame, molta fame, hai anche un po’ di sete, la tavola è imbandita, tutto è invitante, ma dentro di te senti che quei pasti potrebbero esserti fatali, forse anche stavolta dovrai masticare benissimo, fino a ridurre in poltiglia il tuo pasto, magari questo impedirà alla tua paura di materializzarsi ed anche questa volta non ti strozzerai. Magari lo stesso pensiero ti assalirà davanti a quella pillola, che ti ha prescritto il medico, la sola composizione per quell’importante medicina, che non puoi fare a meno di prendere.

Questi e tanti altri pensieri ti saranno passati per la testa davanti a cibo, pillole, liquidi o alla tua stessa saliva. Si chiama anginofobia, l’ho già descritta qui, e magari è iniziata per sbaglio, quella volta che stavi mangiando un boccone, magari in piedi, magari sbirciando la televisione, magari parlando o ridendo, quella volta in cui quel maledetto boccone è finito di traverso. Forse è stato proprio quello l’inizio della fine.

Ma, direbbe Lao Tsu, quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. Per questo oggi, con l’aiuto delle Terapie Brevi, ti mostrerò come riconoscere ed affrontare questa problematica.

Attento a come deglutisci: le tentate soluzioni dell’anginofobia

Da quel tragico e sfortunato momento, hai sicuramente iniziato a stare più attento a quando mangi, iniziando a praticare un’attenzione scrupolosa e controllante, per scongiurare che qualcosa non vada per il verso storto, perché vuoi essere sempre sicuro che il cibo vada dalla parte giusta e che non scenda nel canale sbagliato.

E non importa se gli altri ti dicono di non pensarci o che hai imparato a mangiare dai tempi dello svezzamento, tu non puoi far andare le cose per il verso sbagliato e quindi magari hai anche iniziato ad isolarti per mangiare, proprio per evitare distrazioni.

Oppure hai iniziato a prepararti dei pasti semi liquidi e semi solidi o ad evitare i cibi che più ti fanno paura. Questi comportamenti, a breve termine, sono stati funzionali, dato che ti hanno permesso di non soffocare e di poter leggere questo articolo, ma proprio il fatto che tu stia leggendo questo articolo dimostra che non sono funzionali a lungo termine, dato che  tali comportamenti di evitamento procurano, di fatto, un immediato senso di sollievo e di benessere, al quale subentra tuttavia, un forte e costante senso d’incapacità, frustrazione e di umiliazione.

Più eviterai di ingoiare più le cose andranno storto

Come dice Giorgio Nardone: “Ogni evitamento conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara l’evitamento successivo”. Perciò ogni qualvolta che, eviterai di mangiare un cibo “pericoloso”, non farai altro che andare ad agire su questa credenza, rendendola vera e rinforzandola.

Più eviterai di mangiare qualcosa, più confermerai a te stesso la pericolosità del cibo evitato e più avrai la convinzione che quel cibo sia pericoloso e quindi da evitare.

Così facendo aumenterai le tue paure, la tua ansia e come in un’escalation, andrai a restringere sempre di più la tua alimentazione fino al punto in cui non sarai più in grado di concedermi cibi che prima, pur con tanta sofferenza e difficoltà riuscivi a mangiare. Pertanto ti invito, in attesa del mio prossimo articolo “Come ingoiare il cibo all’insaputa della mente: risolvere l’anginofobia”, in cui ti svelerò come agire su questo problema, a fare questa riflessione, perché come diceva Oscar Wilde “talvolta con le migliori intenzioni si ottengono gli effetti peggiori”.

Dr Flavio Cannistrà

Direttore dell’Italian Center for Single Session Therapy e dell’Istituto ICNOS

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

Bibliografia

Nardone G. (1993) Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Editore: Ponte alle Grazie

Nardone, G. (2016). La terapia degli attacchi di panico. Editore: Ponte alle Grazie