“Non vedi quanto sei magra?”
La verità è che no, non riesce a vedere quanto è magra.
Chi soffre di Anoressia Nervosa ha una percezione e visione del proprio corpo distorta ed errata. È facile arrabbiarsi con quella persona perché non vede il proprio corpo per ciò che è, ma questo significa fare i conti solo con la nostra percezione, senza considerare come funzioni quella dell’altro.
L’Anoressia Nervosa è un disturbo che insorge, generalmente, tra i 15 ed i 19 anni, anche se i casi di esordio precoce sono sempre più frequenti, così come quelli a esordio tardivo.
Senza alcuna pretesa di voler fornire una lista esaustiva dei tratti caratteristici della personalità anoressica, ci limitiamo ad elencarne alcuni:
- perfezionismo e tratti di personalità ossessiva
- bisogno di controllo sugli altri
- bisogno di controllo su se stessi e in particolare sulla propria vita emotiva
- impulsività
- tendenza all’ansia anticipatoria
- bassa autostima – a volte mascherata
Ovviamente, ogni caratteristica varia da persona a persona, ma ciò che è comune è il fatto che il punto di svolta per riuscire ad uscire da una problematica simile è il riuscire a cambiare il modo di percepirsi e di percepire la realtà.
Come può in questo esserci di aiuto la Terapia Breve?
La Terapia Breve si è mostrata un ottimo strumento, efficace ed efficiente, per far uscire la persona da questo problema in tempi accettabili, senza quindi dover restare in terapia per tanti anni.
L’obiettivo è quello di aiutare la persona a cambiare mentalità e riscoprire il proprio rapporto con il corpo, con il cibo e con le emozioni.
L’anoressia, infatti, spesso è una maschera, uno scudo che la persona mette su per proteggersi dalle emozioni più intense e difficili: avere il controllo sul cibo e, di conseguenza, sul corpo dà l’illusione di poter controllare completamente se stessi, le proprie emozioni ed anche gli altri.
Purtroppo, però, questo controllo è effimero e non porta i risultati desiderati. Così, la persona anoressica tende a controllare sempre di più, creando una vera e propria escalation del controllo.
La Terapia Breve per l’anoressia fonda il suo lavoro sull’esperienza, sul far fare esperienze graduali che possano permettere di abbassare quello scudo e depositarlo, arrivando a ridimensionare il controllo, riscoprendo il legame positivo con le proprie emozioni e, ovviamente, ristabilire un rapporto sano con il cibo.
In questo, un ruolo fondamentale è ricoperto dalle risorse della persona: una risorsa personale potrebbe essere definita come una qualunque competenza di tipo cognitivo, emotivo, esperienziale o, più in generale, psicologico, a tua disposizione. E a queste vanno aggiunte le risorse esterne, cioè le persone e, più in generale, le realtà esterne a te a cui puoi accedere per migliorare la tua situazione. Se vuoi approfondire il discorso sulle risorse, puoi leggere questo articolo.
Cosa può fare la famiglia?
La famiglia è un punto fondamentale per chi soffre di anoressia, perché:
- Può accorgersi per prima che c’è un problema su cui è necessario intervenire. Infatti, chi soffre di anoressia, soprattutto all’inizio, mettendo in atto delle dinamiche di controllo sul suo corpo, ha l’illusione di controllare tutta la sua vita. Questo lo porterà difficilmente ad ammettere di avere bisogno di aiuto e, quindi, di rivolgersi ad uno Psicologo. Qui può intervenire la famiglia che chiede aiuto non soltanto per la persona “portatrice del problema”, ma per tutti i membri.
- A volte può succedere che, seppur con le migliori intenzioni, la famiglia metta in atto dei comportamenti che si rivelano in realtà controproducenti. Ad esempio, obbligare il figlio a mangiare, parlare solo di cibo, aumentare le dosi di cibo di nascosto, dare regole e controllare le abitudini alimentari. Purtroppo questi comportamenti, ovviamente messi in atto a fin di bene, non fanno altro che peggiorare la situazione. Rivolgersi ad uno Psicologo potrebbe essere di aiuto per individuare quali comportamenti mantengono o alimentano il problema e quali, invece, mettere in atto per migliorare la situazione.
Pensare che sia “un problema passeggero” può essere vero, ma può essere anche un rischio. Solitamente un problema è passeggero quando è una reazione temporanea ad un evento. Pensa alla perdita di una persona cara: il lutto, il dolore, l’angoscia possono durare alcune settimane, qualche mese, ma non dovrebbero protrarsi troppo a lungo.
E nel caso dei disturbi alimentari, “qualche mese” può essere già troppo.
Informati, capisci meglio come funziona questo problema e come affrontarlo, ma non sottovalutare la cosa; e ricorda che lo Psicologo è ad oggi la migliore figura di riferimento per affrontare e superare i disturbi o i disagi alimentari, anche in tempi brevi.
Se vuoi, puoi usufruire anche della Terapia Online, che è efficace come la terapia in studio. Contattami per avere maggiori informazioni.
Bibliografia
Nardone G. (2011). Manuale di sopravvivenza per psico-pazienti. Come orientarsi nella giungla delle terapie della mente. Ponte alle Grazie: Milano.
Nardone G., Valteroni E. (2017). L’anoressia giovanile. Una terapia efficace ed efficiente per i disturbi alimentari. Ponte alle Grazie: Milano.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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