Nel mio articolo “La danza sull’orlo dell’equilibrio: cos’è il disturbo borderline?” oltre a parlare dei comportamenti, messi in atto da chi è borderline, mi sono soffermato sulla possibilità di trattare il disturbo Borderline attraverso le Terapie Brevi.
Infatti gli studi ci dimostrano che la psicoterapia è l’asse portante della gestione dei pazienti con disturbo Borderline. L’evidenza empirica di questi metodi è forte. In più, quando la terapia della parola funziona bene, gli altri farmaci possono smettere di essere necessari.
Ma è davvero così? Nardone dice: “Se tu tieni un borderline al di qua della linea pericolosa, quindi evitando gli estremi e ce lo tieni per un bel po’ di tempo impara a starci o impara ad andare oltre solo quando è funzionale. Tutte le personalità importanti della storia erano borderline… personalità che avevano imparato ad utilizzare l’estremo solo quando era funzionale per le situazioni, per andare oltre alla realtà data in modo funzionale”. Vediamo come.
Conoscere il disturbo Borderline per intervenire
La persona Borderline ha un desiderio eccessivo di piacere a tutti, mettendo in atto comportamenti seduttivi e compiacenti, ma al tempo stesso, un’instabilità evidente nello stare all’interno di relazioni, che siano affettive, amorose, o amicali. A ciò si sommano, spesso, ma non necessariamente, problematiche differenti in diversi campi (autolesionismo, pensieri suicidari, pensieri ossessivi e paranoici, forte ansia e attacchi di panico, dipendenze, sesso estremo, disturbi alimentari, ecc..). A livello emotivo, invece, è presente una difficile gestione della rabbia, dei sensi di vuoto e dell’impulsività, oltre ad una possente paura angosciante di essere abbandonato.
A molti di noi è capitato nel corso della vita di avere comportamenti impulsivi, sbalzi d’umore, sensazioni di vuoto, rabbia e paura di essere abbandonati, ma ciò che differenzia chi soffre di questo disturbo da chi non lo ha è la continuità nel tempo e la pervasività, ma soprattutto la disfunzionalità di questi comportamenti all’interno della propria vita quotidiana.
Le persone borderline, infatti, sperimentano queste sensazioni nel tempo ed in modo invasivo, andando a minare ogni aspetto della loro vita. Una continua altalena che oscilla da un estremo all’altro.
Cosa può fare il terapeuta strategico?
Il terapeuta breve strategico tiene conto di questo, utilizzando le consuete tecniche di Terapia Breve Strategica che permettono una risoluzione in tempi brevi dei sintomi, ma continua ad accompagnare il paziente nella costruzione di un equilibrio di vita. La psicoterapia in questi casi è stata denominata “Psicoterapia Breve a Lungo Termine” ed ora ti spiego il perché di questa denominazione.
Solitamente nella fase iniziale l’intervento è focalizzato sul trattamento della sintomatologia più invalidante e pericolosa che può essere rappresentata, ciò produrrà in tempi celeri cambiamenti importanti.
Successivamente, però, è fondamentale aiutare la persona a sviluppare la costanza che si contrappone all’instabilità nei vari ambiti di vita e questa fase può essere molto più lunga nel tempo. A tal proposito si parla di terapia breve a lungo termine per indicare che il numero di colloqui potrà essere anche ridotto, ma costante nel tempo, per dare alla persona la possibilità di sperimentarsi nella vita quotidiana, senza però perdere il prezioso equilibrio, offerto dalla psicoterapia.
Infine, oltre all’uso delle tecniche, è fondamentale l’adeguata gestione della comunicazione e della relazione terapeutica. Il terapeuta, infatti, rappresenta per il paziente un punto di riferimento fondamentale, una guida che lo condurrà ad affrontare tutte le difficoltà che incontrerà, a costruire quello non c’è mai stato, a gestire i momenti particolarmente critici della vita.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone G., Balbi E., Vallarino A., Bartoletti M. (2017). Psicoterapia breve a lungo termine. Trattare con successo anche le psicopatologie maggiori. Ponte alle Grazie, Milano.