Il sesso è ovunque. Non potrebbe essere altrimenti, dato che è una delle principali ragioni per cui sei qui, a leggere questo articolo.
Ma che il sesso è ovunque lo sanno soprattutto i pubblicitari, che lo utilizzano nel marketing di qualsivoglia genere di prodotti, e già da qui intravediamo lo spazio occupato dalla componente psicologica: il sesso e la mente, infatti, sono in forte connessione.
Non a caso uno dei problemi principali nei disturbi sessuali è il continuo sforzo, cosciente o volontario, di provocare o inibire delle reazioni di per sé spontanee e naturali.
Ti faccio un esempio: Pensa a qualcuno, che scoppia a ridere spontaneamente, se gli chiedessi di smettere di ridere, difficilmente smetterebbe, anzi, spesso potrebbe ridere ancora di più.
Bene, ora pensa se facessi l’opposto: dicendogli “Ok, dai, forza: ridi ancora. Dai dai, ridi un altro po’”.
Magicamente in pochi istanti cesserebbe di ridere.
E’ proprio su questo meccanismo che lavora la Terapia Breve per risolvere l’eiaculazione precoce.
Cos’è l’eiaculazione precoce?
Secondo il DSM-V questo disturbo è caratterizzato da “una persistente e ricorrente insorgenza dell’orgasmo e dell’eiaculazione a seguito di una minima stimolazione sessuale prima, durante o subito dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri”.
Questa definizione prende in considerazione i tre parametri fondamentali del disturbo:
• la persistenza e la ricorrenza
• la brevità della stimolazione necessaria, affinché si presenti la fase dell’eiaculazione
• il fatto che il soggetto che ne soffre vorrebbe poter posticipare l’eiaculazione ma non riesce.
Cosa (non) fare con l’eiaculazione precoce
A prescindere dalla storia e dalle etichette diagnostiche di questo disturbo, questa condizione crea un notevole disagio.
A causa dell’eiaculazione precoce l’uomo vive il sesso con un senso di vergogna, timore, umiliazione e inadeguatezza. La consapevolezza di non essere in grado di raggiungere e mantenere una eccitazione sessuale, per un tempo sufficiente a stimolare l’eccitazione della partner, fa sì che egli senta venir meno il proprio senso di virilità e di mascolinità.
Per tale ragione, spesso, chi soffre di eiaculazione precoce, per vergogna, non ne parla, ma, piuttosto, ricorre a strategie “fai da te”, aggravando la sintomatologia senza risolvere il problema.
Alcune tra queste sono:
– masturbazione pre-coito al fine di accrescere la performance
– coito reiterato con l’obiettivo di migliorare il controllo eiaculatorio nel tempo
– utilizzo di spray, creme (anestetizzanti) da banco senza alcuna prescrizione medica
– infliggersi dolore per spostare l’attenzione e ritardare l’eiaculazione
– utilizzo di pensieri distraenti per ritardare l’orgasmo
Tutte queste strategie disfunzionali mantengono e alimentano il problema contribuendo ad accentuare frustrazione, inadeguatezza, scarso controllo eiaculatorio, stress e ansia.
Datti una seconda chance per risolvere l’eiaculazione precoce
Qualsiasi sia la tentata soluzione, alla base c’è sempre un comune denominatore: l’uomo tende a concentrarsi sulla propria prestazione, con il risultato di distogliere completamente la propria attenzione dal corpo della sua partner, dalle reazioni e dall’andamento dell’eccitazione di lei.
Per farla breve, in tutti i sensi: l’uomo cerca di controllare la propria eccitazione.
Per tale ragione la Terapia Breve può fornirti un’alternativa. Anzi, meglio chiamarla una seconda chance.
Dovrai avere più rapporti sessuali e tutte le volte dovrai finire il primo rapporto nel modo più rapido possibile, senza indulgere i preliminari… Dopo che avrai concluso il primo rapporto, dovrai aspettare circa mezz’ora, nella quale ti invito a dedicarti alla tua compagna, magari facendole delle coccole… Successivamente, invece dovrai avere un secondo rapporto sessuale, per verificare se sarà come il primo o differente.
Sarà “buona la prima”? O servirà un secondo ciak?
Intanto ti faccio un piccolo spoiler.
Nei prossimi episodi, seguendo questa tecnica, potrai assistere a due ipotetici scenari: o non avrai mai un secondo rapporto, a meno che tu non lo voglia, perché il primo ha funzionato così bene da non aver avuto bisogno del secondo, oppure vivrai il tuo primo rapporto in maniera così sensazionale, da non aver bisogno di una seconda chance.
Riferimenti bibliografici
Nardone, G., Rampin, M. (2014). Quando il sesso diventa un problema. Terapia strategica dei problemi sessuali. Milano: Ponte alle Grazie.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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