Di sindrome dell’impostore soffrono, in genere, quelli che impostori non sono.
Strano, no?
Ecco di che si tratta.
È uno stato d’animo, una condizione mentale che fa sì che quando ottieni importanti successi, ti senti indegno o immeritevole dei traguardi raggiunti ed attribuisci questi risultati positivi a qualcuno di esterno, piuttosto che alle tue capacità. E continui a sentirti così nonostante ogni evidenza contraria.
Il fatto curioso è che conseguire nuovi risultati positivi, guadagnarsi ulteriori riconoscimenti, far carriera o acquisire nuove conoscenze non sembra migliorare il tuo stato d’animo. Anzi: il senso di inadeguatezza può anche crescere.
Spesso giustifichi i tuoi successi minimizzando gli standard raggiunti “E’ stato un esame facile, per questo ho preso il massimo dei voti!”, chiamando in causa il lavoro di rete o il tuo aspetto fisico “Se ho avuto il posto sarà perché mio fratello lavora lì” oppure “perché hanno visto il mio aspetto da bravo ragazzo, allora mi hanno preso!”
La Terapia Breve è risultata davvero utile con questo tipo di difficoltà, perché attraverso delle specifiche manovre può farti tornare a stare bene ed apprezzare i tuoi successi anche dopo un singolo incontro.
Quali sono le conseguenze?
Immagino che così facendo, tu sperimenti una grande pressione ed anche una grande fatica per dare sempre il massimo, affinché la tua apparente “mediocrità” non venga scoperta. E così passi ore ed ore a ricontrollare che quel lavoro che devi consegnare sia perfetto in ogni singolo dettaglio, e se trovi un errore è impossibile controllare i pensieri negativi e catastrofici che inevitabilmente ne derivano e che, tra l’altro, non fanno altro che confermarti che sei incapace. Stress ed ansia diventano presenze costanti.
Questo circolo vizioso funziona più o meno così: non ti senti meritevole dei riconoscimenti professionali e, cercando di non farti smascherare, aumenti il controllo e il perfezionismo al lavoro, alzando di gran lunga gli standard da raggiungere e ponendoti obiettivi esageratamente alti e che di fatto sono irraggiungibili; il lungo sforzo per raggiungerli ti genera ansia, frustrazione e ti senti incapace e ciò aumenta la percezione che non meriti il successo ed i traguardi raggiunti.
Che cosa fare?
Ecco 3 suggerimenti che puoi mettere in pratica fin da subito se pensi di soffrire della sindrome dell’impostore:
1. Fiducia vs. dubbio.
Presta attenzione al fatto che i momenti di fiducia ed entusiasmo possono naturalmente alternarsi a momenti di dubbio: sono condizioni temporanee, e la cosa migliore da fare è godersi i momenti di fiducia (finché continuano) e ricordare che quelli di sfiducia sono passeggeri. Come una curva sinusoide con diversi bassi, ma anche con diversi alti.
2. Accetta i complimenti
Se soffri della sindrome dell’impostore sei a conoscenza di come vieni visto dagli altri ma non lo senti vero, i meriti che ti vengono attribuiti non sono altro che una falsa riconoscenza. E nel momento in cui qualcuno ti fa un complimento, rispondi con l’umorismo, sminuendo e facendo battute su te stesso e sulle tue mancanze. Questa può essere una tentata soluzione, che anziché risolvere il problema, lo mantiene in vita e lo peggiora. Puoi leggere di più su questo argomento in questo articolo.
L’umorismo è diventato per te automatico nel momento in cui ricevi un complimento. Quello che ti consiglio di fare, invece, è imparare ad accettare i complimenti, controllando la reazione automatica a diminuirli (“è stata solo questione di fortuna…”, “non capisco come mai ce l’ho fatta…”, “oh, no, non ho combinato niente di speciale…”). Un “grazie” di cuore basta e avanza, ed è più sano.
3. Ricorda da dove sei venuto… e quanta strada hai fatto!
Infine, ogni tanto, vale la pena dare attenzione alla propria storia personale, alla propria carriera, al proprio percorso di studi, ricordando l’impegno, ma anche la fatica (ed i fallimenti) che hanno preceduto i successi effettivamente raggiunti: la laurea, un lavoro, una promozione. In questo caso potrebbe esserti davvero di aiuto un diario, dove annotare le cose più importanti. Se non sai come usarlo, prendi spunto da questo articolo.
Per concludere, se dopo anni di esami, voti, pubblicazioni, menzioni e aperte manifestazioni di stima da parte di capi e colleghi, toglierti la maschera dell’impostore ti risulta ancora molto difficile, puoi contattare uno Psicologo: attraverso le Terapie Brevi puoi trovare concreti benefici anche dopo un singolo incontro.
Bibliografia
Ghorbanshirodi, S. (2012). The Relationship between Self-Esteem and Emotional Intelligence with Imposter Syndrome among Medical Students of Guilan and Heratsi Universities.
Hutchins, H.M. (2015). Outing the imposter: A study exploring imposter phenomenon among higher education faculty. New Horizons in Adult Education & Human Resource Development, 27(2), 3- 12.
Parkman A. (2016). The imposter phenomenon in higher education: Incidence and impact. J High Educ Theory Pract; 16:51.
Sakulku, J., Alexander, J. (2011). The imposter phenomenon. International Journal of Behavioral Science, 6(1), 73-92.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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