Terapia indiretta: aiutare i genitori ad aiutare i propri figli

“Non è sufficiente fare il bene, bisogna anche saperlo fare.

Un bene fatto…male, può essere più dannoso che utile”

Denis Diderot

E questa frase può essere facilmente adattata alle dinamiche familiari, soprattutto per quelle famiglie che sentono di fare di tutto, specie per i loro figli, ma di non ottenere i risultati che vorrebbero.

In questi casi può essere utile fare una Terapia indiretta.

Che significa “Terapia indiretta?

Parliamo di “terapia indiretta”, perché il destinatario dell’intervento non è presente nel mio studio, ma beneficia lo stesso del mio aiuto attraverso un’altra persona o altre persone, ad esempio i genitori che richiedono una terapia per delle difficoltà con il figlio.

Gli interventi di natura indiretta possono riguardare moltissime circostanze ed attraverso le Terapie Brevi possono promuovere benefici in tempi ridotti.

Quando a presentare delle difficoltà sono i tuoi figli, infatti, può essere davvero d’aiuto lavorare con te e con il tuo partner per tre motivi che adesso ti spiego.

1. Evitare di “etichettare” e “patologizzare” i bambini

Per un bambino, infatti, entrare nello studio di uno Psicologo può essere destabilizzante.

Questo può farlo sentire un bambino “problematico” o “difficile” e si rischia di creare l’effetto Profezia che si auto-avvera, che anziché risolvere il problema lo potrebbe solo amplificare ancora di più.

2. Usare i genitori come alleati

Agendo sugli adulti e assumendoli come “co-terapeuti” risulta facilitato qualsiasi tipo di cambiamento. Qualsiasi bambino accetterà più facilmente cambiamenti portati avanti con i propri genitori che con una persona esterna e sconosciuta.

Inoltre, questo circolo virtuoso in cui “si aiutano i genitori ad aiutare i figli” porta ad un maggiore senso di efficacia della famiglia e allo sviluppo di competenze genitoriali nuove e sane.

3. Bloccare i comportamenti familiari inefficaci

Attraverso la Terapia Breve molte difficoltà e molti disturbi presentati dai bambini si possono superare guidando i genitori e fornendo loro gli strumenti e le strategie più efficaci.

Si analizza, infatti, il funzionamento del problema: quali sono i comportamenti problematici del bambino, come si manifestano, dove ovvero in quali situazioni, quando ovvero in quali momenti compaiono e in quali non compaiono, e in ultimo alla presenza di chi vengono messi in atto.

Questa indagine iniziale permetterà di definire in modo concreto qual è il problema, comprenderne il funzionamento nel presente e di identificare quelle che in ottica strategica vengono definite le “tentate soluzioni disfunzionali”, ovvero tutto ciò che è stato fatto fino a quel momento per tentare di risolvere il problema ma che non ha funzionato.

Perché è utile la Terapia indiretta?

Molto spesso, anche situazioni critiche o particolarmente difficili, possono essere gestite e risolversi cambiando semplicemente alcuni atteggiamenti, inserendo regole, azioni diverse che conducono a diverse reazioni.

La famiglia, infatti, può essere considerata come un sistema circolare in cui se cambia il comportamento di uno dei membri, conseguentemente, cambiano anche le reazioni ed i comportamenti degli altri.

In terapia viene utilizzata proprio questa circolarità: agendo sui genitori si innesca un cambiamento che favorisce il benessere di tutti.

 

Se vuoi avere maggiori informazioni su come funziona la Terapia indiretta, anche online, contattami.

 

Bibliografia

Bartoletti M., 2015, Cambiare per Crescerli. L’intervento strategico per bambini in età prescolare, Ilmiolibro Self Publishing.

Nardone, Equipe CTS. (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Ponte alle Grazie.

Scarlaccini, F., Cannistrà, F. & Da Ros, T. (2017). Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. Roma: EPC Editore.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi

 

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