Si dice che “una ciliegia tira l’altra”, ma i pensieri nel rimuginio ossessivo si susseguono in maniera molto più repentina.
Gran parte delle problematiche psicologiche sono avvolte dall’ombra dei pensieri, ma in alcune situazioni il rimuginare fa da padrone. Situazioni nelle quali più provi a non pensare, più vieni inseguito in maniera soffocante dai tuoi stessi pensieri.
Se dovessi usare una metafora sicuramente utilizzerei la stessa metafora che molti dei miei pazienti usano per descrivere il rimuginio ossessivo: un martello pneumatico che, di continuo, fa “boom boom boom”. Ma come si risolve questo “boom boom boom” con la Terapia Breve?
Rimuginio ossessivo o dubbio patologico?
E’ strano iniziare con un dubbio per risolvere un dubbio, ma i paradossi portano tendenzialmente alle migliori soluzioni.
Ad ogni modo, le due cose possono essere considerate sinonimi, tuttavia il termine rimuginio è più generico, mentre il termine dubbio è più specifico, infatti fa proprio riferimento all’aspetto dubitativo che, anche se in realtà può avere tante forme, può presentarsi sotto forma di:
- Un’infinita catena di botte e risposte
- Un’ iper-razionalizzazione
- Un auto giudizio colpevolizzante che sabota, inquisisce, perseguita costantemente la persona.
Eppure, tra le sue molteplicità, una cosa resta costante: la persona è vittima del proprio pensiero che la tiene in ostaggio e la strappa alla realtà quotidiana.
Cosa accade quando ci si trivella interiormente con i pensieri?
Come un criceto sulla ruota, il rimuginio fa ripetere in maniera persistente gli elementi del problema, intrappola nella morsa del problema, generando un disagio che viene percepito come una catastrofe.
Sembra impossibile uscirne, sembra impossibile che quel rumore trivellante dei pensieri smetta.
“Boom boom boom”.
E se all’orizzonte appaiono delle soluzioni, il più delle volte sono considerate inadeguate e inefficaci a fronte di quella mostruosa minaccia che ci invade, quell’immane minaccia, seppur vaga ed indefinita. E questo accade costantemente, in ogni spazio libero della tua giornata, continuamente, perpetuamente. Fino ad assorbire ogni spazio libero della giornata, ormai dominato, riempito e soffocato da questi interminabili pensieri costanti.
Le conseguenze del rimuginio
Quali sono le conseguenze se non si chiude la finestra da dove proviene il frastuono di quel dannato martello pneumatico?
Ci sono due esiti piuttosto comuni di questo problema, se perdura troppo a lungo.
- Il primo esito è la dissociazione: vissuta in termini di depersonalizzazione o derealizzazione, causata proprio dall’essere immersi costantemente all’interno della propria testa.
- Il secondo esito, è la depressione, infatti stare tutto il giorno e tutti i giorni a pensare, rimuginare e magari non avere più altro lo spazio per i tuoi pensieri, porta facilmente a cadere all’interno della depressione.
Pensaci un attimo: non è raro che chi si perde nei suoi pensieri si perde la vita. Infatti il rimuginio può avere due tragici finali. Quello moderato consiste nel non riuscire più a vivere i momenti belli, perché completamente coperti dal pensare. Quello estremo invece comporta proprio il non riuscire più a vivere e quindi l’abbandono del lavoro, delle uscite e delle relazioni. Praticamente il rimuginio ti rende un naufrago perso nell’oceano dei tuoi pensieri.
Uno schiocco contro il rimuginio
Come si risolve tutto questo? Ti sembrerà strano, ma, in questi casi, la soluzione può arrivare con uno schiocco, o meglio, con la “tecnica dello schiocco”.
Trovo questa tecnica utilissima per questa tipologia di problema, infatti generalmente è la mia prima scelta per due motivi: è semplice (ed io prediligo sempre le cose più semplici inizialmente) ed è adatta per bloccare quei comportamenti che alimentano il pensiero.
Ma come funziona?
Il pensiero disfunzionale è come un’ erbaccia e il rimuginare è come un fertilizzante, quindi tutte le volte che tu vai a rimuginare, continuando a pensarci su, fertilizzi l’erbaccia, invece è bene togliere il fertilizzante per far sì che l’erbaccia inizi a seccarsi fino alle radici.
Quindi il modo più semplice di andare a bloccare il fertilizzante è quello di schioccare le dita e dire “Jordan torna qui”.
Conclusioni
Ovviamente Jordan è un nome di fantasia, però potrebbe essere interessante anche dire un nome a caso! Infatti questa è una semplice tecnica di distrazione, ma se la metti in atto abbastanza a lungo finisce per modificare l’abitudine di rimuginare. Forse ti verrà il callo, perché all’inizio dovrai farlo tante volte, proprio perché il rimuginio è per te un’abitudine, ma più lo farai e meno avrai bisogno di farlo.
La prossima settimana nell’articolo “Uscire dal rimuginio: Cari pensieri vi scrivo, così mi distraggo un po’…” ti illustrerò un’altra efficace tecnica per il rimuginio.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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Bibliografia
Nardone, G. (1993). Paura, Panico, Fobie. La terapia in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie.
Watzlawick, P., Weakland, J., Fisch, R. (1974). Change. La formazione e la soluzione dei problemi. Roma: Astrolabio, 1975.