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Home - Blog - Terapie Brevi per bambini oppositivi: strategie pratiche per genitori

Terapie Brevi per bambini oppositivi: strategie pratiche per genitori

  • Luglio 2, 2025
  • flaviocannistra

In una casa dove le risate dovrebbero echeggiare come campane leggere, a volte si sentono solo porte che sbattono, urla spezzate, sguardi di sfida. È il volto quotidiano del comportamento oppositivo provocatorio nei bambini: una danza faticosa, spesso logorante, che mette alla prova la pazienza, la fiducia e l’amore. Ma c’è una strada che può condurre fuori da questo labirinto. È quella delle Terapie Brevi, che, attraverso i genitori, seminano piccoli cambiamenti capaci di trasformare il terreno relazionale.

Il comportamento oppositivo provocatorio (OPP) è un pattern persistente di ostilità, disobbedienza e sfida verso le figure autoritarie, specialmente i genitori. Non si tratta di una semplice fase di capricci o ribellione: è una modalità abituale e intensa, che può compromettere la serenità familiare, le relazioni scolastiche, e l’autostima del bambino stesso.

I segnali possono essere sottili o fragorosi:
– “No!” gridato di fronte a una semplice richiesta.
– Rifiuto di seguire le regole, anche le più semplici.
– Ironia e sfida costante verso ogni figura adulta.
– Rabbia che esplode come un temporale improvviso.

Ma dietro ogni sfida si nasconde una richiesta. Dietro ogni “no” urlato c’è spesso un “aiutami” sussurrato.

Il cambiamento inizia da chi guida

Le Terapie Brevi non si concentrano sul problema, ma sulle soluzioni. Non scavano nel passato alla ricerca di colpe, ma guardano al presente con occhi nuovi, chiedendosi: “Cosa possiamo fare di diverso da domani?”. In particolare, l’approccio sistemico-strategico delle Terapie Brevi considera la famiglia come un sistema, e i genitori come co-terapeuti.

Una delle verità più profonde delle Terapie Brevi è che cambiare il comportamento del bambino passa attraverso il cambiamento degli adulti. Non si tratta di “colpa”, ma di potere: il potere dolce di trasformare la relazione.

In questo viaggio, i genitori non sono spettatori, né giudici, ma protagonisti. Le Terapie Brevi li rendono strumenti attivi del cambiamento, restituendo loro non solo strategie, ma anche fiducia, speranza, leggerezza.

Ogni piccolo passo conta:

– Una reazione diversa.
– Una carezza quando si vorrebbe punire.
– Una pausa di silenzio al posto del rimprovero.

Sono gocce. Ma goccia dopo goccia, si scava anche la pietra.

Le strategie delle Terapie Brevi

Alcune tecniche e suggerimenti concreti, suggerite dalla pratica clinica delle Terapie Brevi, per trasformare il rapporto con il proprio bambino oppositivo possono essere:


1. Spezzare il copione

I bambini con comportamenti oppositivi spesso rispondono a copioni relazionali consolidati. Ad esempio, il genitore chiede con voce già stanca: “Puoi mettere via i giochi?”, e il bambino risponde con un secco “No!”. Parte così il solito balletto di urla, minacce, punizioni, che si ripete identico, ogni sera.

Le Terapie Brevi suggeriscono: cambia il copione. Inaspettatamente.

Invece di alzare la voce, abbassa il tono.
Invece di insistere, ritirati in silenzio.
Invece di dare ordini, poni una scelta: “Preferisci mettere via i giochi adesso o dopo cena?”

Questa rottura, detta intervento di rottura del pattern, crea una crepa nel muro della consuetudine. E lì, nella crepa, può germogliare il cambiamento.

2. Paradossi terapeutici: dire il contrario per ottenere l’effetto desiderato

Il linguaggio paradossale è una tecnica raffinata. Si tratta di “prescrivere il sintomo”, cioè chiedere al bambino (indirettamente) di continuare un comportamento che vorremmo cambiare.

Esempio:

“Lo so che domani litigherai anche a colazione. Sei proprio bravo in questo! Vediamo se riesci a farlo anche con più forza…”

L’effetto? Il bambino, spiazzato, perde il gusto della ribellione, perché non è più una trasgressione. Il gioco cambia, e la resistenza si sgretola.

3. L’elogio strategico

Lodare non genericamente, ma in modo mirato e sorprendente. Invece di dire: “Bravo, finalmente ti sei comportato bene”, prova con:

“Mi ha colpito molto come oggi sei riuscito a trattenerti. Hai un controllo che spesso neanche gli adulti hanno.”

Il bambino inizia a vedere se stesso con occhi nuovi, e agisce di conseguenza. L’autoefficacia si accende. Il comportamento segue l’identità.

4. Dare spazio al sintomo… ma in modo controllato

Invece di reprimere il comportamento oppositivo, le Terapie Brevi propongono di incanalarlo in uno spazio ritualizzato.

“Ogni giorno, alle 18:00, puoi arrabbiarti per 5 minuti, urlare, battere i piedi. È il tuo spazio della ribellione.”

Questo paradosso terapeutico disinnesca la rabbia, trasformandola in rituale. E i rituali, come i sogni, hanno un inizio e una fine.

Un futuro possibile, partendo da ora

Il comportamento oppositivo provocatorio nei bambini è una sfida complessa, ma non è una condanna. Le Terapie Brevi insegnano che il cambiamento può essere rapido, profondo, e soprattutto possibile. Non perché il bambino “guarisce”, ma perché l’ambiente intorno a lui cambia. E in questo nuovo clima, più caldo e meno giudicante, il bambino smette di lottare e comincia a crescere.

Se stai vivendo momenti difficili con tuo figlio, non sei solo. E non sei sbagliato. C’è una via che non passa per la forza, ma per la connessione. Che non si basa sulla perfezione, ma sulla presenza autentica.

Come dice un antico proverbio giapponese:

“La forza del bambù è nella sua flessibilità.”

E così anche la relazione. Flessibile, morbida, viva. Come la terapia breve. Come l’amore che resiste.

Dr Flavio Cannistrà

Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy

co-Direttore dell’Istituto ICNOS

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

Bibliografia

Haley, J. (1973). Terapie non comuni. Roma: Astrolabio, 1976.

Scabini, E., Iafrate, R. (2003). Psicologia dei legami famigliari. Bologna: Il Mulino.

Scarlaccini, F., Cannistrà, F. & Da Ros, T. (2017). Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. Roma: EPC Editore.

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