Tutti i giorni prendiamo decisioni piccole, grandi, importanti, facili, difficili.
Decidere è una libertà, ma anche un compito che può diventare sofferto, fino a trasformarsi in un peso insostenibile.
Ma quali sono le decisioni che ci mandano in crisi?
Facciamo una distinzione fra decisioni critiche, decisioni difficili e decisioni complesse.
Le decisioni critiche
Le decisioni critiche sono tali perché aprono numerosi scenari e la difficoltà di scelta è data dal fatto che tutte le strade possibili hanno dei vantaggi.
Quindi, si instaura il dubbio su quale decisione sia effettivamente la più vantaggiosa.
In questa situazione, la persona può diventare vittima di azioni ritualizzate con lo scopo di rassicurarsi rispetto alla decisione da prendere.
Il fenomeno più frequente è rappresentato da chi, prima di compiere una scelta, ricontrolla ripetutamente il processo e le singole fasi che lo hanno condotto alla decisione, che aprono però la strada a dei nuovi controlli, bloccando la capacità di decidere.
Cosa fare in questi casi?
Quando la difficoltà di decidere si esprime nel ricontrollare compulsivamente tutte le fasi del processo decisionale prima di giungere alla decisione, ti suggerisco di mettere in pratica questo stratagemma.
Ogni volta che provi l’impulso di ricontrollare, devi farlo 10 volte, né una volta di più, né una volta di meno. Puoi scegliere di non controllare, ma se lo fai una volta, dovrai farlo per 10 volte.
Le decisioni difficili
Quando parliamo di decisioni difficili, invece, siamo più orientati alle conseguenze.
Quindi, non è la scelta in sé a destare difficoltà, ma metterla in atto comporterà, insieme ai vantaggi, anche degli effetti indesiderati.
Ciò che rende difficile questa scelta è l’insieme di emozioni e di reazioni che essa attiva.
Più la decisione è difficile e più la persona cercherà di controllare non solo il processo decisionale, ma anche le persone coinvolte e gli esiti futuri.
Ma, la ricerca costante della certezza e del controllo è in realtà una soluzione fallimentare di fronte all’impossibilità di controllare tutto! La persona finisce così vittima di dubbi, incertezze e tentativi di controllo ossessivo sulla situazione.
Che fare in questi casi?
La tecnica della peggiore fantasia.
Mettiti ogni giorno in una stanza nella quale nessuno possa disturbarla in una posizione comoda, abbassa le luci e crea un’atmosfera soft. Punta una sveglia a suonare mezz’ora più tardi e in questa mezz’ora comincia a calarti in tutte le peggiori fantasie su quello che potrebbe capitati rispetto alla tua decisione. E, in questo tempo, fai tutto quello che ti viene da fare: se ti viene da piangere piangi, da urlare urla, da sbattere i piedi per terra. Quando suona la sveglia…STOP…è finito tutto; stacca la sveglia, vai a lavare il viso e torna alla tua giornata.
Le decisioni complesse
Infine, le decisioni possono essere complesse, dove la difficoltà maggiore risiede nelle capacità logiche ed intellettive piuttosto che nei tormenti emotivi.
Quindi, la persona si attiva molto per ricercare continue spiegazioni ed analisi per scegliere in modo meticoloso la decisione più giusta.
In questo caso la compulsione diviene mentale e si esprime nel porsi continuamente dubbi riguardo alla correttezza di una decisione.
L’effetto è di rinchiudere la mente in un labirinto di interrogativi, in cui ogni risposta crea un nuovo dubbio, dando vita ad un circolo vizioso che si autoalimenta. Tutto ciò limita o blocca del tutto la capacità decisionale.
Che fare in questi casi?
Analizzare la correttezza della domanda piuttosto che ricercare risposte.
Mi spiego meglio.
Quello che ti suggerisco di fare è di bloccare l’impulsività a voler trovare la risposta giusta anche di fronte a domande sbagliate, che ti fanno solo rimanere imprigionato ed impantanato nei dubbi.
E ti sarai sicuramente accorto che più cerchi di scacciarli e più i pensieri si aggrovigliano. (Per approfondire l’argomento leggi quest’altro mio [Speciale Pensare Troppo]: La Trappola Dei Pensieri Ripetitivi.)
Prova a fare questo esercizio per qualche settimana: lungo l’arco della giornata richiama alla mente, per cinque minuti ogni ora, i pensieri indesiderati e fastidiosi rispetto alla tua decisione. Questa vera e propria tortura volontaria scatenerà una reazione avversiva naturale.
Se vuoi, fammi sapere come va nelle prossime settimane.
Il mio suggerimento, qualora questi esercizi non fossero sufficienti, è quello di rivolgerti ad uno Psicologo esperto in Terapie Brevi, che ti aiuterà a prendere la tua decisione nel minor tempo possibile. Ricordati che puoi usufruire anche della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.
Bibliografia
Nardone, G. (2014). La paura delle decisioni. Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri. Milano: Ponte alle Grazie.
Nardone, G., De Santis, C. (2011). Cogito ergo soffro. Quando pensare troppo fa male. Milano: Ponte alle Grazie.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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