Dannatamente belli: come riconoscere il dismorfismo corporeo per intervenire

Gli specchi ci restituiscono la nostra immagine e attraverso di essi vediamo quello che ci circonda. D’altronde come diceva Don Miguel Ruiz: “Vediamo solo ciò che vogliamo vedere; ascoltiamo solo ciò che vogliamo sentire. Il nostro sistema di credenze è come uno specchio che ci mostra solo ciò in cui crediamo”.

L’arte, la letteratura, il cinema hanno elaborato molte storie inerenti gli specchi: Alice passò “attraverso lo specchio”, Narciso si innamorò di se stesso specchiandosi, Venere è spesso raffigurata con uno specchio, simbolo della bellezza per eccellenza.

Sicuramente anche a te capita di relazionarti, più volte al giorno con gli specchi. E’ un’azione così facile, che probabilmente compiamo tutti ogni giorno, più volte al giorno, senza nemmeno rendercene conto. Ci guardiamo allo specchio per controllare se il trucco è apposto, se un determinato vestito ci sta bene o se è il caso di cambiarlo, tuttavia, però non tutti hanno un buon rapporto con lo specchio, come nel caso del dismorfismo corporeo. Per questo oggi voglio parlartene, attraverso il riflesso delle Terapie brevi.

Cos’è il dismorfismo corporeo

La dismorfofobia (dal greco antico dis – morphé, forma distorta e phobos = timore) è la fobia che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un’eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea. L’ossessione per un difetto, che a parere degli altri può essere considerato inesistente o minimo, domina la vita della persona, e queste preoccupazioni spesso diventano incontrollabili, portandola a passare molte ore della giornata a rimuginare sul difetto fisico.

Questo accade proprio perché tra l’immagine fisica riflessa nello specchio e la nostra percezione interviene la nostra mente. L’immagine che vediamo riflessa può essere elaborata in mille modi diversi, e questo dipende soprattutto dal nostro umore, per questo se facciamo del nostro corpo il portavoce di una profonda sofferenza interiore quello che vediamo potrebbe risultare alterato rispetto a ciò che realmente siamo.

Durante l’adolescenza, che è un periodo di grandi metamorfosi corporee, il dismorfismo corporeo può essere considerato quasi “fisiologico”. Inoltre, molto probabilmente, nella nostra società attuale questa fobia è stata maggiormente accentuata dalla diffusione dei social, che propagandano quotidianamente dei canoni di bellezza stereotipati ed socialmente omologati. La fame di bellezza del mondo attuale non è mai stata così intensa come nell’ultimo millennio. Questo però non deve banalizzare l’entità del disagio che le persone provano quando si trovano in questa situazione.

Riflessioni davanti allo specchio

Cosa accade davanti al proprio riflesso quando parliamo di dismorfismo corporeo?

La preoccupazione diventa una vera e propria ossessione, la maggior parte del tempo viene impegnata a pensare al difetto e a come potervi porre rimedio.

Ci si guarda continuamente allo specchio, ponendo un’eccessiva cura al proprio aspetto, confrontandosi continuamente con gli altri, ricercando rassicurazioni circa il proprio difetto fisico e cercando negli altri il riscontro delle loro percezioni.

I sentimenti di vergogna e di inadeguatezza possono creare un forte disagio tanto da compromettere la vita sociale, soprattutto evitando qualsiasi forma di esposizione pubblica.

Soprattutto quest’ultima tentata soluzione, che è la conseguenza delle tentate soluzioni disfunzionali precedenti, risulta disfunzionale, poiché si crea una situazione paradossale, in cui più cerco di nascondere un difetto, più la mia attenzione e quella degli altri ricadrà proprio su quel difetto. Per questo nel prossimo articolo “Specchio servo delle mie brame: come rompere gli specchi del dismorfismo corporeo”, ti darò delle indicazioni per poterti liberare da questo circolo vizioso.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi

Bibliografia


Nardone, G., Verbitz, T., Milanese, R. (1999). Le prigioni del cibo. Milano: Ponte alle Grazie

Nardone G., 2013 “Psicotrappole”, Ponte alle Grazie, Milano

Nardone G., 2014 “Oltre i limiti della paura”, BUR, Milano Nardone G., 2004 “Paura, panico, fobie”, Ponte alle Grazie, Milano