Una coppia “sana” solitamente è quella in cui i due partner soddisfano i loro desideri di libertà e di amore, trovando un equilibrio che tenga conto dei bisogni di vicinanza e di distanza di entrambi.
Quando questo equilibrio si interrompe e l’ago della bilancia pende verso l’ossessione o la persecuzione, è il caso di intervenire. Addio condivisione, addio rispetto, addio libertà…la relazione si trasforma in un vortice di gelosia, paranoia e sofferenza.
Può succedere che in questo vortice uno dei due partner non riesca più a mantenere la giusta distanza e cerchi in modo ripetitivo e compulsivo, molto spesso indesiderato, di avvicinarsi all’altro. Viene a crearsi così una relazione disfunzionale, fino ad arrivare allo stalking.
Da 1 chiamata al giorno si passa a 100 chiamate o messaggi, con appostamenti sotto casa ad ogni ora o inseguimenti quando si è in giro con gli amici. Per molte tipologie di stalker è la stessa cosa: il persecutore si crea una realtà, e ci crede. “Non sono un nemico, è per amore che ti inseguo” e per amore, si sa, si fa qualunque cosa.
Perché lo fa?
Perché lo stalker ha costruito una propria realtà e vede il mondo in modo distorto. Anche le denunce non riescono a mettere un freno alle sue azioni, ed anzi potrebbe interpretarle in maniera del tutto opposta, arrivando a pensare che non sta facendo abbastanza per farti capire quanto ti ama e ti desidera.
Cosa fare in questi casi?
Capita spesso che le vittime di stalking parlino di senso di colpa e vergogna a causa della situazione che stanno vivendo: si sentono responsabili ad anche impotenti di fronte ad una persona che con in mano la bandiera dell’amore sta in realtà agendo una violenza.
Proprio per riuscire a liberare la vittima da questa trappola di vergogna e paura, può essere utile la Terapia Breve, perché con specifiche manovre e strumenti concreti, può permettere alla persona di iniziare a stare bene anche dopo pochi incontri.
Ovviamente quanto segue non deve essere preso come un “manuale di istruzioni” o una serie di ricette da applicare alla perfezione, quanto piuttosto un insieme di suggerimenti che devono necessariamente essere ritagliati e cuciti addosso alla singola persona e situazione. Ad ogni modo, anche un primo piccolo passo per uscire da questa situazione può avere dei benefici.
Da quale piccolo passo iniziare?
1. Il primo importantissimo passo è quello di riconoscere il problema. Può sembrare banale, ma negare o minimizzare il problema non fa altro che aiutare lo stalker nel suo intento.
2. Il secondo passo è interrompere ogni contatto. Attuare una vera e propria congiura del silenzio, come approfondito in questo articolo.
Forse penserai “Ma se non rispondo più, non si arrabbierà ancora di più”? Di fatto, però, rispondere ti ha portato qualche beneficio? Mantenendo i contatti con lo stalker, lui non ha smesso di perseguitarti. E se ci pensi, ripetergli che non vuoi avere alcun contatto con lui, è comunque una forma di contatto.
Ricordati che la sua lente per leggere il mondo e la relazione con te è distorta e, quindi, ogni piccolissimo segnale può dare di nuovo il via al circolo vizioso.
3. Qualcosa di simile alla congiura del silenzio lo puoi fare rispetto alle conversazioni sul problema. In che senso? È giusto che tu parli del problema, soprattutto per mettere al corrente le persone a te vicino della situazione che stai vivendo e, ovviamente, le forze dell’ordine quando necessario.
Però, parlare esclusivamente del problema non ti permette di allontanarlo mai dai tuoi pensieri: parlarne sempre è il modo migliore per avere tutto il giorno in testa l’argomento e accrescere lo stato d’ansia.
4. Come peggiorare? Può sembrarti strano, ma ti chiedo “se tu volessi volontariamente e deliberatamente peggiorare invece di migliorare la tua situazione…cosa potresti fare o non fare, pensare o non pensare per peggiorare la tua attuale situazione?”. Attenzione! Non ti chiedo di metterlo in pratica, ma solo di pensarci.
Quando contattare lo Psicologo?
Se ti rendi conto di non riuscire a mettere in pratica i suggerimenti di cui sopra o credi di aver bisogno di un aiuto maggiore e più strutturato, contatta uno Psicologo. La Terapia Breve può esserti d’aiuto fin da subito, fornendoti strumenti concreti e pratici da utilizzare immediatamente.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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