Non solo i bambini hanno paura delle iniezioni.
Molti adulti, infatti, sviluppano un’agofobia, nota anche come tripanofobia o belonefobia, ovvero il terrore di farsi pungere o di sottoporsi a un’iniezione.
L’agofobia fa parte delle monofobie o fobie specifiche, infatti la tua paura non è dilagante, bensì focalizzata su una singola realtà (un animale, un oggetto, una situazione ecc.).
All’interno del DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, vengono elencati alcuni parametri per soddisfare la diagnosi di monofobia o fobia specifica:
- paura o ansia marcata verso un oggetto o una situazione particolare (ad esempio, volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue ecc.)
- la situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre, immediatamente, paura o ansia, pertanto vengono solitamente evitati
- la paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale
- la paura, l’ansia e l’evitamento persistono da almeno sei mesi e causano disagio clinicamente significativo
Ti ritrovi in questi criteri?
Secondo le statistiche, che forse sono perfino riduttive, circa un 10/20% della popolazione soffre di questa fobia. Per fortuna, spesso risolvibile in pochi incontri di Terapia Breve.
Scappare dagli aghi incrementa la paura
In caso di agofobia, la soluzione che probabilmente avrai adottato per risolvere il problema, ma che in realtà lo fa peggiorare ulteriormente, è quella dell’evitamento.
In molti casi il terrore degli aghi deriva da una prima esperienza traumatica con le iniezioni. Si è percepito un forte dolore oppure si è svenuti perdendo i sensi per qualche secondo. E quel momento è rimasto fissato nella tua memoria, che lo rivive in loop ogni volta che ne parli o che (per forza) devi farti un’iniezione.
Ma, anche se è qualcosa che devi fare, cerchi in tutti i modi di evitarlo.
Pessoa diceva: “Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato”.
Più evito, più mi confermo che ho paura. Quindi continuare a evitare è un ottimo modo per alimentare le tue fobie.
Il rilassamento paradossale
Quando non puoi evitare in nessun modo di sottoporti all’iniezione, che fai?
Scommetto che provi a rilassarti, magari cercando di usare strategie di meditazione oppure esercizi di respirazione. Magari cerchi di “farti forza”, qualunque cosa voglia dire, o magari te lo dicono gli altri: “Coraggio! Non è niente! Un pizzico e passa tutto!”
Ma il risultato sembra non cambiare: ogni volta è una sofferenza e una fatica!
Si manifestano infatti sintomi di agitazione, tachicardia, eccessiva sudorazione, ogni volta che, forzatamente, devi avere un contatto con la siringa. Infatti cercare di contrastare delle sensazioni spontanee tentando semplicemente di “farsi forza” può essere efficace per alcune paure minori, ma raramente si rivela utile per delle vere e proprie fobie.
L’aiuto che non aiuta
E quando devi andare per forza, cosa fai?
Quando non puoi sfuggire, quando devi farti per forza quell’iniezione, magari perché devi andare dal dentista per un grave ascesso o… già, magari perché devi fare il vaccino per il COVID ma hai una fobia degli aghi che ti divora. Cosa fai?
Ecco, magari come extrema ratio chiedi aiuto a qualcuno. Ti fai accompagnare da un amico, da un parente. Cerchi il contatto, la rassicurazione, l’aiuto, come se potessero donarti quella forza che a te, per ora, manca.
Ma… ti svelo una cosa.
Chiedere aiuto è segno di maturità, in certe occasioni. Purtroppo, in altre, è una mossa che comporta sacrifici. Nel gioco degli scacchi esiste una mossa, l’arrocco. Con l’arrocco il Re si fa proteggere dalla Torre. Peccato che, così facendo, si mette in un angolo.
E l’aiuto per la fobia è la stessa cosa: chi ti aiuta ti protegge, ma quello stesso aiuto ti mette in un angolo, solo contro la tua paura. Bada bene, funziona (a volte), ma il prezzo che pagherai sarà proprio la capacità di sentirti autonomo. E andando avanti, molto probabilmente, non funzionerà più.
Come iniziare a superare la paura delle iniezioni
Evitare conferma la paura, rilassarti ti fa sentire più in ansia, chiedere aiuto ti rende più debole. Allora cosa puoi fare, per superare la paura delle iniezioni?
A volte quello che possiamo fare da soli è limitato, ma un tentativo, sistematico (non “una botta e via”, per capirci) vale sempre la pena tentarlo.
E allora partiamo proprio dall’evitamento. Se evitare è ciò che conferma la paura, smettere di evitare è ciò che la riduce.
“Eh, facile! Se potevo evitare di evitare lo evitavo!” penserai. Ma c’è evitamento ed evitamento.
Comincia a circoscrivere la tua paura. Riesci a vedere gli aghi nei film o nelle immagini di Google? Riesci a stare in una stanza dove c’è una siringa? E se la tiene qualcuno in mano?
Riesci a strusciare il bordo dell’ago sulla tua pelle? (non la punta, sennò ti graffi!)
Avrai già intuito lo scopo di queste domande. Per smettere di evitare devi farlo gradualmente.
Smettere di evitare gli aghi
Stabilisci qual è il limite attuale della tua paura, “fino a dove devi evitare”, per capirci, e ogni settimana dedicati a “evitare un po’ di meno”.
Se non riesci nemmeno a sopportare le immagini degli aghi, prenditi cinque minuti al giorno in cui le vai a cercare volontariamente con la mente. Se anche così è insopportabile, “distorcile” in immagini buffe o strane. E il passo successivo sarà quello di cominciare a cercare le immagini su internet.
Se non puoi stare in una stanza dove c’è una siringa, o una persona che la tiene in mano, stacci ogni giorno per pochissimo tempo (minuti, secondi anche), per abituarti gradualmente alla sensazione provata.
Se la difficoltà è proprio quella dell’iniezione, comincia col tenere tu una siringa in mano; poi strusciala sulla pelle; poi solleva un lembo superficiale di pelle con la punta; e poi fai fare gli stessi passi a qualcun altro. Ognuno di questi passi (tenere la siringa, strusciare, punzecchiare ecc.) dovrai ripeterlo fino a che non sarai sufficientemente abituata alla sensazione: magari ci vorrà anche una settimana o poco più per ciascuno.
La Terapia Breve per la paura degli aghi
E se questi esercizi non sono sufficienti? La Terapia Breve è molto utile per superare una fobia, di qualunque tipo si parli.
Il fatto che sia un approccio concentrato sul presente, concreto, che va dritta al punto, la rende in grado di dare delle risposte e dei risultati in pochi incontri (a volte anche solo uno, come nei casi della Terapia a Seduta Singola).
Può essere adatta a qualunque forma di fobia, senza nessuna limitazione. Se vuoi risolverla velocemente, il mio suggerimento è quello di contattare un terapeuta nella tua zona, o online, che si occupi di questo.
Bibliografia
Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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