Il DSM non ce lo dice, ma la dipendenza affettiva esiste. Non è un complotto, ma una condizione provata frequentemente nelle relazioni tossiche.
Il partner si aliena da tutto e pensa in maniera ossessiva solo all’amore del partner, che diviene una vera e propria droga. E, proprio come una droga, la relazione inizia a regolare l’umore e crea dipendenza, crea disinteresse dal resto del mondo e non si riesce a smettere, soprattutto a smettere di dire no al proprio partner.
Le Terapie Brevi trattano queste situazioni e, come sempre, per poter trovare un rimedio, analizzano tutti quei meccanismi controproducenti, chiamati tentate soluzioni disfunzionali, che intrappolano la persona nella relazione.
Con te e basta? i falsi miti della dipendenza affettiva
Lo scudo del dipendente affettivo è forgiato da forti convinzioni: “senza lui/lei non ce la faccio”, “la mia disponibilità mi fa meritare il suo amore”, “amare significa fare di tutto” o se preferite la variante latina “Amor vincit omnia”.
Quindi le maggiori tentate soluzioni disfunzionali, rintracciabili nella dipendenza affettiva, stanno nei pensieri che si fanno, le così dette distorsioni cognitive.
Alcune volte, infatti, diamo il proverbiale colpo alla botte e al cerchio, non accorgendoci che lo stiamo facendo in vista di un altrettanto proverbiale desiderio: quello di avere la botte piena (a cui abbiamo appena dato un colpo) e la moglie ubriaca. O, in termini ancora più netti, ci stiamo convincendo che l’uva è acerba semplicemente perché non arriviamo a raggiungerla (o che è dolce e succosa solo perché l’abbiamo raggiunta).
Il problema di queste distorsioni è che vanno a creare delle realtà. Quindi se fai pensieri disfunzionali, crei intorno a te una realtà disfunzionale.
Parole, parole, parole: come capire se puoi fidarti degli altri nelle relazioni affettive
All’amore non servono solo le parole. Le relazioni personali non si nutrono solo di promesse o di frasi piene d’affetto. Di conseguenza, non ci si può fidare di chi dice una cosa e poi nel suo GPS mentale segue un’altra direzione.
Abbiamo bisogno di coerenza. L’incongruenza ci destabilizza, ci rende insicuri e ci mette in allerta. E la coerenza si realizza concretizzando ciò che si crea in astratto con le parole. Quando le parole non sono abbastanza forti da essere ancorate alle solide basi dei fatti, vengono trasportate via dal vento. Questo infatti si ricollega alla perfezione con ciò che ti dicevo prima: quando cerchiamo coerenza, e non la troviamo, proviamo a deformare la realtà affinché risulti più dolce da mandar giù.
Ma pensaci un attimo: preferisci continuare a vivere di false speranze, di azioni che non arrivano mai, di parole che evaporano in poco tempo oppure preferisci una verità immediata, anche se dolorosa, ma coerente con quello che l’altro prova?
In fondo si dice che è sempre la realtà concreta a mostrare il cammino autentico, non le false speranze con i suoi orizzonti ingannevoli.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone, G. (2013). Psicotrappole. Milano: Ponte alle Grazie.
Rampin, M. (2014). Nel mezzo del casin di nostra vita? Milano: Ponte alle Grazie.
von Foerster, H. (1987). Sistemi che osservano. Roma: Astrolabio.
Watzlawick, P. (a cura di). (1988). La realtà inventata. Contributi al costruttivismo radicale. Milano: Feltrinelli.