Usare L’auto-Ipnosi Per Ridurre Lo Stress Come usare l’ipnosi per abbassare lo stress?
Sono due ore che giri e il tipo che guida davanti a te si è infilato nell’unico buco di parcheggio? E durante la giornata come è andata? Colleghi vipere che cercano di farti le scarpe, un litigio con il tuo partner, i ragazzi che rischiano la bocciatura?
Non è il singolo episodio in se stesso, ma il loro insieme, il cumulo, a logorarti. Ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Rumori, preoccupazioni, impegni, grane piccole, medie e grandi, persino i successi e le soddisfazioni concorrono a fare massa.
Sono i normali disagi della vita quotidiana, quelli che scandiscono i ritmi della nostra vita – e, paradossalmente, sono la stessa vita. Siamo abituati ad associarli ai nostri tempi, a considerarli la norma – ma non dovrebbe essere così.
E se ti indicassi un metodo per imparare a gestire e ridurre lo stress?
Una corda che rischia di spezzarsi
I temi evolvono, le cause mutano, ma il problema è lo stesso: è come se la tua giornata fosse una corda, e il continuo tirare, senza mai mollare, logora la fibra, indebolendola, anche fino al punto di spezzarla. In realtà basta mollare ogni tanto la presa e lasciare che la struttura si assesti e riacquisti elasticità.
Anche il tuo corpo ha bisogno di riposare. Puoi stimolarne la continua produttività, se vuoi, ma tanto lui ci pensa da solo, perché ancora ha il sopravvento sulla tua volontà, e di punto in bianco si prende i suoi spazi vitali e si blocca, staccando dagli stimoli esterni e addormentandosi. Oppure, se non glielo permetti, tira fuori un bel po’ di risposte psicosomatiche: mal di schiena, mal di testa, rush cutanei, colon irritabile, difficoltà digestive…
E, se ci pensi, perché non dovrebbe essere lo stesso per la tua mente? Infatti è per le stesse strade sinuose che si arriva allo stress, che se accumulato diventa ingestibile. Neanche il sonno attenua il logorio quando la corda è troppo tesa. Resta comunque un fatto indiscutibile: almeno un capo di quella corda lo tieni in mano tu.
Ipnosi della vita quotidiana
Hai sicuramente sentito parlare di ipnosi. Capisco la diffidenza e l’oscura fama che accompagna questa pratica, a causa di passaggi televisivi di dubbio gusto e di una cinematografia che l’ha teatralizzata. Ma in realtà non ha nulla a che vedere con “Ti sveglierai solo quando lo dirò io!” (anche perché in ipnosi non ti addormenti), o con le regressioni delle vecchie pellicole di Hitchcock, ma piuttosto è qualche cosa di molto simile a ciò che già usualmente fai.
Mi spiego.
Hai presente quello stato di profonda concentrazione nel quale ti trovi quando devi fare qualche cosa di particolarmente importante, o semplicemente quando pensi in modo particolarmente profondo? È talmente profonda, la tua concentrazione, che tutto ciò che hai intorno sfuma sullo sfondo: non senti più il ticchettio dell’orologio, le automobili giù in strada, a volte neppure la voce di chi ti chiama dall’altra stanza.
È simile allo stato in cui ti immergi quando un film ti coinvolge, oppure quando da bambino ti immedesimavi in un personaggio e nel suo mondo fantastico, o ancora quando sei profondamente innamorato. Spesso, in queste situazioni sei in quello stato conosciuto come trance, cioè uno stato di profondo assorbimento interiore, dove sei molto più concentrato sul tuo mondo interiore che su quello esterno.
Usare l’ipnosi per sbloccare le proprie risorse
Malgrado l’uomo ricorre inconsciamente a quest’espediente da sempre (basti pensare agli atleti, quando si concentrano per una gara), nell’antichità è stata appannaggio di sacerdoti e sciamani. Però, nel corso dell’800 ha assunto la dignità di vera e propria scienza medica: sono stati i medici, infatti, a scoprire il ruolo terapeutico dell’ipnosi e a cominciare a usarla in tal senso.
“Dentro di noi, possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive“, affermava Milton H. Erickson, uno dei più grandi ipnoterapeuti del ‘900, e sicuramente aveva ragione, tant’è che l’ipnoterapia è oggi a tutti gli effetti uno dei più validi aiuti per riappropriarci del controllo su noi stessi. Un bellissimo libro in cui si mostrano diversi modi in cui la usa si chiama La mia voce ti accompagnerà: te lo consiglio, è semplice e prezioso.
Io uso l’ipnosi a volte da sola, per sbloccare nodi e blocchi emotivi e per occuparmi di problematiche psicosomatiche. Inoltre, spesso la introduco all’interno del colloquio di Terapia Breve, usando un particolare tono di voce e scegliendo ogni singola parola da usare, cosa che induce quello stato di intensa concentrazione e facilita il lavoro terapeutico (in questo caso si parla di “ipnosi conversazionale”, perché appunto l’ipnosi viene fatta mentre si conversa, e non chiedendo alla persona di chiudere gli occhi, contare fino a 10 e cose di questo genere).
Tornando a Erickson, lo stesso diceva: “Nello stato di trance puoi lasciare che la tua mente inconscia passi in rassegna il vasto deposito di cose che hai appreso, nel corso della tua vita. Ci sono molte cose che hai imparato senza saperlo. E molte delle conoscenze che ritenevi importanti a livello conscio sono scivolate nella tua mente inconscia“. Il segreto è in effetti tutto qui, una cura che già abbiamo in noi stessi e della quale non conosciamo né il potenziale né la facilità di accesso.
Come puoi usarla, allora, per combattere lo stress?
La tecnica del gatto
Hai presente il comportamento di un gatto quando non si sente bene? Cerca di starsene per conto suo, accucciato tranquillo senza lasciarsi disturbare. Non è per spregio nei tuoi confronti: sta solo cercando di guarire con le sue risorse, e per farlo ha bisogno di tutta la concentrazione possibile. Per far sì che il suo corpo e la sua “mente” agiscano al meglio (non si può parlare di “mente” in questo caso, ma passami l’esempio), deve evitare altre distrazioni.
Che cosa passi nella mente del felino e a quali risorse egli abbia accesso rimarrà un mistero. Però, puoi utilizzare la sua stessa tecnica per attivare uno stato di ipnosi, che aiuta a ridurre fortemente la tensione e, se praticato quotidianamente (bastano 15 minuti, ma non c’è bisogno che tu tenga conto del tempo), a ridurre lo stress.
Sarà davvero semplice, non è per nulla rischioso e può solo farti del bene. Troverai delle analogie con la meditazione e la mindfulness, il che è normale, perché ci sono elementi decisamente in comune tra queste pratiche. Da parte mia, posso dirti che quanto ti indicherò l’ho ripreso elaborando delle tecniche ipnotiche, quindi è dall’ipnosi che prendiamo spunto.
Ecco i passi che devi seguire: te li spiego passo passo, e mentre li leggi puoi immaginare già quello che poi, dopo, ripeterai per conto tuo. Non fa nulla se ti scorderai qualche parte, tranquillo: l’importante è che la leggi una prima volta adesso, immaginando il tutto, e poi lo ripeti per conto tuo.
Rilassati
Il gatto ha sicuramente meno stimoli esterni di te, quindi devi fare altrettanto.
Spegni il pc, la televisione, stacca il cellulare (non prenderti in giro attivando la modalità silenziosa!), se hai un fisso, stacca la spina. Le probabilità che proprio in quei quindici minuti arrivi la telefonata delle tua vita sono piuttosto scarse.
Ora trova una posizione rilassante: sai tu come farlo, può bastarti il divano, o il pavimento, a gambe distese o con i piedi poggiati in terra, con o senza scarpe, con gli occhi chiusi o fissando un oggetto (potrai chiuderli durante il processo di ipnosi, se vorrai). Insomma, trova lo stato di rilassamento che ti è più consono.
Pensa a un luogo
Pensa a un luogo sicuro e tranquillo. Può essere reale o di fantasia. Non ha importanza neppure il tempo a cui lo colleghi: può essere la camera della tua infanzia o quella spiaggia da sogno che hai visto sulla rivista, l’importante è che ti faccia stare bene.
Ricostruiscilo fin nei dettagli nella tua mente, fino a farlo diventare tangibile: la disposizione delle cose, la loro consistenza, i colori, i suoni, gli odori… Quello che dovrai fare adesso sarà quindi molto, molto semplice: ti basterà usare, uno alla volta, tutti e cinque i sensi.
Ti renderai conto che alcuni sensi saranno più facili da richiamare, altri meno: magari vedrai le cose molto bene, oppure farai fatica a visualizzare, ma sentirai odori e sapori, o forse sarai più capace di percepire le sensazioni fisiche, o i suoni. Ognuno ha il suo stile, quindi non preoccuparti.
Cosa vedi?
Cosa vedi in questo luogo?
Quali particolari ti coinvolgono di più?
A quale associ uno stato di profondo benessere?
Quali, semplicemente, catturano la tua attenzione?
Cosa senti?
Cosa senti in questo luogo?
C’è un suono particolare che colleghi a quella precisa situazione?
Il ticchettio di una sveglia oppure la frequenza monotona dell’aspirapolvere nell’altra stanza, o le onde sul bagnasciuga, o il frusciare del vento.
E, naturalmente, ricorda che anche il silenzio può essere molto piacevole.
Che odori percepisci?
Ci sono degli odori particolari?
La nostra vita è invece intrisa di odori, che conserviamo nella mente e che possiamo far riaffiorare.
Quale odore si associa a quel luogo?
Quello fresco delle lenzuola pulite, o il lieve sentore di talco di una compagna di giochi?
O quello acre e forte del tuo cane dopo una corsa sotto alla pioggia?
O l’odore di una stanza sicura, piena delle cose che ami? Aspiralo a pieni polmoni.
Cosa sente il tuo tatto?
Cosa sentono le tue mani?
E il tuo corpo?
Tutto ha una sua consistenza.
Le cose conservano la loro consistenza anche al di là del nostro toccarle, basta ricordarlo.
Le tue mani non fluttuano nel nulla: possono essere le pagine di un libro o la sabbia sotto ai palmi, la stretta di un amico, il soffice contatto di un divano o il calore delle tue gambe.
Anche il vuoto ha peso: soffia il vento sulle tue mani e sul tuo volto, oppure li senti piacevolmente tiepidi?
Che gusto provi?
Tutto possiede gusto.
Hai un piacevole senso dolce in bocca?
O ti è rimasto il ricordo di un bacio?
Lascia che le tue papille gustative ricordino e ne traggano il medesimo piacevole stimolo.
Goditi ancora il tuo luogo
Rimani ancora lì, prenditi il tuo tempo, gusta ogni momento e ogni piacevole dettaglio di quel luogo.
Puoi goderti questi intensi minuti così, senza dover fare niente in particolare, semplicemente stando lì.
Poi, pian piano, potrai cominciare a tornare qui, riaprire gli occhi, riorientarti nella stanza dove ti trovi ora, e goderti ancora qualche secondo queste piacevoli sensazioni, prima di tornare a questa giornata.
Bene, ora prova tu. Poi, se vuoi, lasciami un commento qui sotto.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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