Perché avere tanti interessi non è un limite

psicoterapeuta roma
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Un video che spiega perché avere tanti interessi non è un limite.
(Foto di Freepik)

«Chiedetevi dove avete imparato a considerare negativa o anormale la capacità di fare molte cose.»

Questa la frase chiave che sintetizza l’intervento di Emilie Wapnick.

Emilie, “un combinazione tra un’artista, un’imprenditrice, una scrittrice, un’oratrice e una coach”, ha parlato recentemente in un TED Talk, a proposito di quelle persone che, anziché specializzarsi in un singolo settore, possiedono tanti e diversi interessi, e ha spiegato perché questo non sia affatto un limite.

Lungi da lei voler identificarle in un’univoca etichetta – grazie a Dio – ha dato un nome preciso a queste persone: multipotenziali.

«Oddio Flavio, che ti è successo? In questo blog fai sempre riferimento a testi e ricerche scientifiche. Che è ‘sta roba dei multipotenziali? E cosa c’entra con la terapia breve?»
In effetti il nome mi fa rabbrividire, così come i nomi più o meno variegati che si assegnano (o che ci si autoassegna) a determinate persone con lo scopo di voler identificare a tutti i costi una categoria, un gruppo, una qualità. Ma l’uomo, anzi, la percezione, funziona tracciando le differenze tra una cosa e l’altra, tra figura e sfondo: l’importante è sapere che queste differenze sono del tutto arbitrarie.

Quindi accettiamo l’etichetta “multipotenziali”, giusto per capire di cosa stiamo parlando.

Per fortuna apprezzo tantissimo l’onestà di Emilie quando lei stessa dice che questo tipo di persona esiste da sempre, e viene anche chiamata “eclettico” o, già qualche secolo fa, Uomo Rinascimentale (una cui virtù era quella di spaziare nelle conoscenze).

Per quanto riguarda l’aspetto scientifico… Emilie non è una scienziata, ma ciò di cui parla è oggetto di studio della psicologia, e riguarda capacità cognitive come l’attenzione (in particolare “l’attenzione diffusa”), la concentrazione, la memoria, il problem solving… Prometto che in articoli futuri approfondirò la questione anche dal punto di vista della scienza, ma dato che questo blog vuole semplificare certe conoscenze scientifiche per renderle fruibili a tutti ho ritenuto il suo video davvero interessante.

E per la terapia breve… beh, c’entra un bel po’.
Infatti arriviamo al punto: di cosa parla Emilie Wapnick? Anzi, a chi parla?
Parla a tutte e di tutte quelle persone che non sono capaci di specializzarsi in un’unica attività, o che dicono “non riesco ad applicarmi in una sola cosa”, ma che hanno molteplici interessi, molteplici fonti di riferimento, che preferiscono la novità continua all’approfondimento iperspecializzato in un unico campo.

E parlando di terapia, posso confermare che oggi molte persone si sentono in colpa per questa loro tendenza: spesso tentano di reprimerla, convinti – dal “buon senso sociale” – di dover trovare anche loro una vocazione.

Non mi stupirebbe se molti di loro fossero stati diagnosticati come ADHD da bambini, il Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, dove un “deficit dell’attenzione” magari corrispondeva alla capacità di avere molteplici interessi e al rifiuto di “fissarsi” su un unico argomento imposto nelle ore scolastiche, e l’iperattività era la conseguenza della necessità di stimoli, di una voglia di apprendimenti sempre nuovi.

Di sicuro a volte arrivano a sviluppare veri e propri sintomi depressivi, perché incapaci di capire come usare questa risorsa, l’ecletticismo o la multipotenzialità, in una società che troppo spesso richiede la specializzazione. E solitamente è questo il momento in cui le vedo per una terapia breve, con l’obiettivo di (ri)scoprire questa loro risorsa e imparare a utilizzarla e farla fruttare.

Per loro, e per i curiosi, ecco di seguito il video (sottotitolato in italiano) in cui Emilie parla con semplicità e simpatia di queste persone.

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Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica
e Ipnosi