Cari genitori, vado a vivere da solo!

Andare a vivere da soli è una scelta importante, effettuata solitamente per due motivazioni principali: la voglia di indipendenza e l’amore.

Capita che a 18 anni si lasci la casa natia per rincorrere i propri sogni.

Allora un po’ impauriti ma carichi di energia, si va a vivere da soli supportati spesso dalla compagnia dei coinquilini o dall’energia che si manifesta solitamente quando si parte per una nuova esperienza.

Molto spesso, però, si decide di andare a vivere da soli in età un po’ più avanzata, quando si ha un lavoro su sui si può fare affidamento per essere indipendenti o quando ci si innamora e si decide di condividere casa e la quotidianità con il partner.

Ma come si va a vivere da soli?

Ecco 3 suggerimenti che ti torneranno utili:

1. Dai importanza alle tue esigenze

Benché possa essere banale dirlo, hai bisogno di un appartamento che rispecchi le tue esigenze in termini di spazio e in termini di costi.

Sia che tu lo voglia affittare, sia che lo voglia acquistare, ti suggerisco di bilanciare bene la disponibilità economica con i costi effettivi a cui andrai in contro.

Abituati all’idea di essere il contabile di te stesso.

2. Libertà e responsabilità

Quando vai a vivere da solo prendi letteralmente in mano la gestione della tua vita in termini di libertà e di responsabilità.

Vivere senza altri in casa comporta necessariamente una presa di coscienza che, nel tuo nuovo stato, quasi tutto dipende da te.

Gli imprevisti, gli errori, le inesperienze dovrai affrontarle in prima persona, perché riguardano te e nessun altro.

E ci saranno momenti in cui ti sentirai in grado di gestire tutto ciò ed altri in cui ti sentirai meno forte. E potresti, perché no, rimpiangere una vita nelle condizioni precedenti.

Ma lo spauracchio della “paura della solitudine” svanisce quando realizzi le infinite libertà che puoi avere vivendo per conto tuo.

Senza dimenticare che la libertà va di pari passo alla responsabilità: quindi, questa parte della tua nuova realtà, nel bene e nel male, comporta come necessario contrappeso la scelta di una tua routine, cioè di una tua programmazione delle cose da fare.

3. Ridimensiona il rapporto con i tuoi genitori

La paura che, spesso, hanno i genitori è quella che i figli non saranno in grado di gestirsi autonomamente in tutto: dalle bollette, alle pulizie, alla gestione della cucina e del bucato.

Le paure in questione sono certamente lecite, se pensiamo anche al cambiamento che i genitori in quanto tali devono affrontare: si parla spesso di “sindrome del nido vuoto”, proprio riferendosi al “vuoto” lasciato dai figli nel momento in cui decidono di lasciare il nido familiare e costruirsi una vita in autonomia.

Si potrebbe pensare che questa distanza fisica che ti separa dai tuoi genitori potrà influire negativamente sul vostro rapporto.

In realtà, il rapporto può solo trarne beneficio, soprattutto perché i conflitti, le incomprensioni e le tensioni causati dalla convivenza tendono a finire.

Quindi, anche se inizialmente vivere senza i figli in casa sarà una specie di “trauma” per mamma e papà, col tempo invece non solo se ne faranno una ragione ma capiranno di poter usare il tempo che prima dedicavano ai figli, per poter approfondire una loro passione o dei propri interessi.

 

Se nell’affrontare questo passo così importante ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo esperto in Terapie Brevi che ti aiuterà a superare questo momento in tempi brevi, anche in una singola seduta.

Ricordati che puoi usufruire della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.

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Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi

 

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