Quante cose ci fanno arrabbiare? Le Aspettative infrante. I torti subiti. Profonde ferite psicologiche. Ma non solo: ogni giorno vediamo continue violazioni di regole. A volte sembra quasi impossibile vivere in questo mondo senza arrabbiarsi.
D’altronde “trattenere la rabbia è come trattenere un carbone ardente con l’intento di gettarlo a qualcun altro. Sei tu quello che si scotta”.
Ma il problema della rabbia non è tanto provarla, quanto gestirla.
Per questa ragione oggi, attraverso le Terapie Brevi, proverò a mostrarti come trasformare la rabbia da veleno, che ti può portare a esplodere e perdere il controllo o a implodere e bruciare dentro, a forza ed energia, che ti darà la possibilità di difendere quei valori che per te sono importanti.
Infatti la rabbia ci dice che ciò che sta accadendo in quel momento è per noi importante: se qualcosa ci ha fatto arrabbiare, vuol dire che ci ha fatto male, e quindi che quella situazione ha bisogno di attenzione. È un fortissimo campanello di allarme, un segnale che ci chiede di porre attenzione alla situazione.
Le tentate soluzioni disfunzionali della rabbia
In genere chi ha difficoltà nel gestire la rabbia mette in atto queste due tipiche tentate soluzioni disfunzionali:
– Trattenere la rabbia, cercando di ignorarla e contenerla. Chi fa questo tende a restare in silenzio, ad evitare di far trapelare emozioni che reputa negative. Preferisce trattenere la rabbia, rimuginarci sopra e ribollire dentro. Ma così facendo si ignora che, invece, la rabbia è un’emozione esplosiva, carica di energia. Pertanto se queste energie vengono trattenute, il rischio sarà quello di “implodere”, facendo ritorcere questa emozione contro noi stessi.
– Sfogare la rabbia, scaricandola senza scopo né direzione. Chi fa questo non riesce a star zitto, non riesce ad usare un tono pacato, a misurare le parole, e a non lanciare oggetti, perché in quel momento gli sembra la cosa più logica da fare… Questo però, oltre ad avere conseguenze poco piacevoli, non porta a nessun sollievo. Anzi, è stato dimostrato che sfogare fisicamente la rabbia non fa altro che aumentarla.
Ma allora cosa si può fare? Carl Gustav Jung diceva: “Tutto ciò che degli altri ci irrita può portarci alla comprensione di noi stessi”. Ma in che senso?
Imparare a dialogare con la propria rabbia
Imparare ad ascoltare la rabbia, per capire cosa l’ha scatenata è sicuramente il primo passo da fare, inoltre è importante imparare a capire cosa ci sta consigliando, infatti essa ci suggerisce sempre che abbiamo bisogno di fare qualcosa, che per noi in quel momento è importante. Agire per gestire ciò che sta accadendo. Ma come?
Dobbiamo imparare ad usarla come guida per capire cosa fare, ricordando che la rabbia funziona per contraddizione: è importante non fare mai la prima cosa che ci viene in mente! Spesso, è meglio evitare anche la seconda. Solo quando avremo imparato ad ascoltare quello che la rabbia vuole dirci e saremo riusciti ad evitare le prime reazioni istintive, avremo escluso già una parte importante delle possibili reazioni, e sarà quindi più facile pensare a una soluzione maggiormente funzionale.
Una delle migliori strategie delle Terapie Brevi per il trattamento della gestione della rabbia è una tecnica di scrittura. Infatti la narrazione in forma scritta è uno strumento potentissimo, che permette di far defluire la rabbia, attraverso la penna, dall’interno fino al foglio bianco. Scrivere dà la possibilità di “svuotarsi” dalla rabbia: la carta diventa una sorta di contenitore della nostra emozione, uno spazio in cui riversare tutto ciò che ci sta facendo male. È importante scrivere tutto, senza vincoli e senza limiti: è un momento per sfogarsi, inveire, raccontare e ripetere, buttare fuori tutto.
È possibile farlo in qualsiasi momento e ovunque. Basta munirsi di un blocco note o di un taccuino, o – perché no? – di un bel po’ di carta da lettere. In questo modo si può riuscire, col tempo, a modificare le proprie reazioni in modo che siano più funzionali, e ci permettano di gestire lo stimolo alla base della reazione rabbiosa nella maniera più utile per noi.
Infatti è importante farlo per un po’ di tempo, fino a che si sente di essersi finalmente svuotati, e si sente di avere finalmente a disposizione spazio ed energie da dedicare ad altro, più utile e piacevole. Ed è importante non rileggere e buttare via, bruciare o strappare quello che abbiamo scritto . Altrimenti riprenderemo dentro di noi tutto ciò che abbiamo riversato nella carta, e invece quello che serve è proprio che tutto il veleno resti lì, e liberi spazio dentro di noi per qualcosa di migliore, di più utile, di più piacevole.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
D’Urso, V., Trentin, R. (2001). Introduzione alla psicologia delle emozioni. Roma: Laterza
G. Nardone, Emozioni: istruzioni per l’uso, Ponte alle Grazie 2019, Adriano Salani Editore S. p. A., Milano.
L. Proietti, Lettere di rabbia, in Bernardo Paoli & Enrico Parpaglione, Manuale delle tecniche psicologiche, Giunti, Firenze 2022.