Come avrai letto nel mio articolo “Perché dovrei andare dallo psicologo? Le Terapie Brevi rispondono” i problemi sono una costante della vita, ma quando i problemi si cronicizzano nel tempo ed iniziano a logorare la tua vita, peggiorando le tue relazioni ed ostacolando i tuoi obiettivi, può essere il momento in cui lo psicologo diventa il professionista a cui rivolgerti.
Tuttavia però potresti ancora chiederti: “Ma davvero ho bisogno di uno psicologo?”
Qualcuno mi ha detto che sono uno strano psicologo perché consiglio di non andare dallo psicologo. Chiariamoci: non è che io sconsiglio di andare dallo psicologo, è che quando la mia macchina ha bisogno di un cambio d’olio, di un po’ d’antigelo, di sostituire una ruota o di cambiare i tergicristalli, penso di potercela fare senza l’aiuto di un meccanico. Poi magari mi rendo conto che per la ruota, contrariamente a quanto pensavo, ho bisogno di un supporto, oppure arriva la volta in cui il motore comincia a singhiozzare, le spie del quadro elettrico s’illuminano come un albero di Natale o semplicemente, d’improvviso, l’auto si blocca e non parte più. Allora sì, che in quell’occasione chiedo al professionista più adatto di aiutarmi.
Lo stesso vale per la mia professione.
Già altre volte ho detto che sono d’accordo nel evidenziare tre tipi di problemi: quelli che puoi risolvere con le tue risorse, quelli per i quali hai bisogno di una piccola spinta e quelli per i quali è necessario rivolgersi a un professionista. Naturalmente è possibile che in particolari situazioni o periodi della nostra vita sentiamo il bisogno di rivolgerci a uno psicologo anche per i primi due tipi di problemi. Un po’ come quando prima di partire per una vacanza, porti la tua macchina dal meccanico per fare un check-up: sai che non ha un problema, ma vuoi che gli dia un’occhiata per assicurarti che il viaggio sia tranquillo e senza intoppi.
Quindi non è che devi andare dallo psicologo, ma puoi. Se viviamo lo psicologo come un dovere, andarci sembrerà un obbligo, anziché una scelta. Ma capiamo meglio, con l’aiuto delle Terapie Brevi, come orientarsi in questa scelta.
Lo psicologo come “qualcosa in più…”
L’idea di studiare la Terapia a Seduta Singola, e di insegnarla oggi ai colleghi, è partita proprio da questo. Non hai bisogno di uno psicologo (solo) per affrontare presunte cause traumatiche. Ne puoi avere invece bisogno molto più spesso per affrontare ostacoli e difficoltà della vita.
Voglio dire: tutti possiamo avere alti e bassi, o aspetti del carattere che vogliamo modificare. Se vuoi farlo, bene, ottimo, uno psicologo ti sarà sicuramente d’aiuto – ha studiato per questo. Ma se non vuoi farlo… bene, ottimo, nessuno dice che devi!
Insomma, io lascio costantemente le ante degli armadi e gli sportelli della cucina aperti: sul serio, me li dimentico di continuo (e il problema è che ogni tanto ci sbatto pure la testa). Però, insomma, non vado da uno psicologo per questo. Non ancora. Magari quando mi troveranno svenuto dopo aver preso in mezzo alla fronte lo sportello del frigo sarà giunta l’ora, ma per ora ci convivo piuttosto bene (chi vive con me non pensa la stessa cosa, ma questa è un’altra storia).
Lo psicologo diventa qualcuno che puoi consultare quando il problema ti limita: ti limita nella vita personale, perché non sei soddisfatto con te stesso, oppure ti limita nei rapporti con gli altri, incidendo sulle tue relazioni o ti può limitare sul lavoro, per tante ragioni o, infine, ti limita in tutte queste aree, e magari in altre ancora. Quando insomma il tuo problema diventa per te un problema evidente, di cui non puoi far finta di nulla. In questi casi allora puoi andare dallo psicologo.
Ma come capisco se lo psicologo mi è davvero d’aiuto?
Può accadere che, inizialmente, pensi di essere abbastanza sicuro di aver bisogno del supporto dello psicologo, ma poi, in itinere, inizia a chiederti se davvero lo psicologo ti è d’aiuto. In questi casi potrebbero esserti utili queste domande: dopo il primo incontro ho capito quale sarà l’obiettivo da raggiungere? La persona mi è sembrata seria e capace? È riuscita a sintonizzarsi con me e le mie problematiche? Le sue competenze mi sembrano adatte a ciò di cui ho bisogno? E poi: ti è simpatico? Ti ispira fiducia? Ti fa una buona impressione?
Se hai delle risposte affermative, può essere l’inizio di un buon rapporto terapeutico. Fai domande, chiarisci i tuoi dubbi, che siano sul lavoro o sulla persona che hai davanti. Inoltre aspettati e pretendi dei risultati chiari. Lo psicologo è una persona. Non sei tu ad essere sotto esame, ma lui. È un professionista con delle competenze: valuta se sono adeguate ai tuoi obiettivi e, nel caso ti siano poco chiari, scopri se è bravo ad aiutarti a definirli. E’ importante instaurare con lui una relazione di lavoro per cui la sua porta, per te, possa rimanere sempre aperta, e che vi permetta di dare e trarre il massimo anche in una singola seduta.
Lo psicologo è una persona, devi valutarla anche come tale, prima che come professionista. La relazione terapeutica è il vero motore della terapia ed è importante instaurarne una buona. Se vai dal medico e non ottieni risultati soddisfacenti, chiedi il sacrosanto “secondo parere” a un altro medico. E lo stesso fai col dentista, con l’idraulico, col meccanico, con l’avvocato. È vero, è fastidioso dover cambiare professionista, soprattutto se a quello precedente hai già pagato diverse parcelle: ma la scelta è tra rimanere ancora per un tempo indefinito col problema, o provare a risolverlo. E anche sulla scelta dello psicologo non dev’esserci un’eccezione.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
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