Da alcuni giorni potresti aver visto lo slogan Tobacco industry interference. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è decisa: quest’anno contrasta i piani dell’industria del tabacco.
È dal 2005 che la guerra si fa dura, da quando è stato stilata la Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, che ha ricevuto dall’industria continui attacchi – nonostante l’uso del tabacco sia ancora considerata una delle principali cause di morte, sia per chi fuma che per chi gli è accanto.
“Ma fumare è così pericoloso?”*
Nella sigaretta ci sono 4000 componenti nocivi che, tra le altre cose, indeboliscono la virilità, deteriorano la pelle e lesionano la capacità di assaporare il cibo. Ah, e in tempo di crisi possiamo ricordare che la spesa è alta: sia nel comprare sigarette, sia nel pagare le tasse (le spese per il Sistema Sanitario Nazionale sono le più alte del Pil).
“Ora che ci penso queste cose le so: ho anche visto il film Thank You For Smoking. Però non mi riesce di smettere”
Certo, perché la sigaretta piace.
Fisiologicamente, dopo 10-15 secondi parte l’effetto della nicotina, che rimane nel tuo sangue per circa 60 minuti. Il tuo cervello viene stimolato e, tra le varie cose, ti aumenta la produzione di dopamina. Risultati? Allegria, pace, benessere.
Vuoi smettere? Aspettati svogliatezza, stanchezza, minore lucidità, minore produttività. La realtà ti sembrerà più opaca e meno piacevole. Sarai irritabile, forse avrai crisi depressive e un’intensa smania di fumare. Questa è l’astinenza: dura solo quattro settimane, ma è tanto sgradevole che, come per i tossici, non ne vorrai sapere di provarla.
“E se ce la faccio? Se arrivo in fondo alle quattro settimane?”
Sicuro di potercela fare? Soprattutto: sicuro di volercela fare? Socialmente la sigaretta è ancora molto legata a un forte apprezzamento sociale. Chi fuma è tosto, forte, duro. I giovani la fumano perché li fa sentire più adulti (curioso: una caratteristica degli adulti che non disprezzano). E poi la ritualità del fumare ha un grande valore simbolico perché scandisce la giornata: c’è la sigaretta del risveglio, del caffè, del dopo pranzo, del sesso, della telefonata, post-sfuriata, sedativa quando si è irritati, ecc.
“Non ne esco più…”
Se ne esce. Sono molti quelli che smettono di fumare. Una delle ultime persone che me l’ha raccontato ha smesso dopo un forte raffreddore: per necessità ha dovuto togliere le sigarette per due settimane e poi… non ne ha più sentito il bisogno! Certo, a volte è più complicato. Lo sanno bene gli psicologi, che da anni stanno dando il loro supporto per far smettere di fumare in tempi brevi e alcuni approcci mostrano con in una decina di sedute ci si liberi velocemente. È vero: i costi aumentano e il benessere si fa sempre più esigente nella vita della persona. Avremo bisogno di supporto per vincere la battaglia contro il fumo, ma ce la stiamo già facendo.
A cura del Dott. Flavio Cannistrà
psicologo a Roma e a Monterotondo
Riferimenti bibliografici
Ministero Della Salute (10 gennaio 2012). Attività per la prevenzione del tabagismo (su QuotidianoSanità.it)
Quotidiano Sanità (31 maggio 2012). Giornata Mondiale senza Tabacco. L’OMS dichiara guerra alle multinazionali.
Škorjanec, B. (a cura di). (2008). Come smettere di fumare. Milano: Ponte alle Grazie.
*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.