Con l’inizio del nuovo anno tutti parlano di “iniziare a…” invece io voglio andare controcorrente e voglio suggerirti come “smettere di…”, perché, in fondo, per quanto l’anno sia cambiato, in realtà ci trasciniamo ancora molte cose dell’anno passato.
Una delle prime cose difficili è smettere di sentirsi non all’altezza. Infatti la percezione di essere sopraffatti da questa sensazione è molto frequente e può essere amplificata da aspettative irrealistiche o da una continua sensazione di dover dimostrare di essere all’altezza delle aspettative altrui.
La sensazione di sentirsi inadeguato è un’esperienza umana comune, ma può essere gestita efficacemente attraverso strategie appropriate, strategie che voglio suggerirti con l’aiuto delle Terapie Brevi.
Sentirsi inadeguati nasce da una scarsa consapevolezza di ciò che siamo
Ognuno di noi ha la possibilità di trovare, ed esprimere, il proprio grande valore ma, a volte, lasciamo troppo spazio alle nostre paure e preoccupazioni da precluderci la capacità di farlo.
Il senso di inadeguatezza all’inizio si mostra come paura del giudizio, vergogna verso alcune caratteristiche personali o delusione nei confronti di un insuccesso, poi però, col tempo, può trasformarsi in una diffusa convinzione che valiamo meno degli altri, che sicuramente non siamo all’altezza del nostro prossimo obiettivo e che, salvo fortuna, non saremo in grado di farcela per merito nostro e delle nostre qualità.
E a causa di questa incapacità appesa, è comune provare paradossalmente una forma di sicurezza: quella di non piacere a nessuno. Proprio questa paura ci spinge spesso a deformarci per incontrare il gusto di chi ci sta intorno, portandoci poco alla volta a perdere le caratteristiche che più ci rendono unici per rientrare nei canoni di qualcun altro.
Non a caso ce lo insegnano anche le favole: “Il brutto anatroccolo era così impegnato a piacere alle anatre che non si era accorto di essere un cigno…”.
Come spezzare la catena dell’inadeguatezza
Il senso di inadeguatezza nasce da una catena a tre anelli. Il primo anello è l’atto di osservare gli altri, il secondo è l’azione del confronto e il terzo è il giudizio che nasce.
Dunque per spezzare la catena dobbiamo lavorare sul primo anello, il più debole, perché eliminato quello il legame intero si spezzerà.
Smetti di riporre il tuo sguardo su ciò che fanno gli altri, se non è mosso dalla voglia di imparare positivamente dalle loro qualità.
Concentrati sul tuo valore, diverso e unico in ognuno di noi, innaffia sulle tue qualità e lavora sui punti di debolezza.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Milanese R., Mordazzi P. (2007), Coaching strategico. Trasformare i limiti in risorse, Ponte alle Grazie Milano
Milanese R. (2020), L’ingannevole paura di non essere all’altezza, Ponte alle Grazie Milano
Muriana E., Pettenò L., Verbit T. (2006), I volti della depressione, Ponte alle Grazie Milano
Nardone G. (2014), L’arte di mentire a se stessi e agli altri, Ponte alle Grazie Milano
Nardone G. (2014), La paura delle decisioni, Ponte alle Grazie Milano