Per molte persone la scrittura può essere un hobby, un divertimento o anche un utile strumento terapeutico. Per altre, è un vero e proprio lavoro. In quest’ultimo caso, oltre agli aspetti legati al piacere nello scrivere, si aggiungono quelli legati alla performance. Infatti uno scrittore deve fare i conti con le scadenze, con l’ispirazione, con il gradimento del pubblico.
Può capitare, infatti, che uno scrittore, dopo successi e molteplici copie vendute, non riesca a portare a termine la sua ultima opera. È come se fosse completamente bloccato ed incapace di partorire anche una sola parola. Continua a rimandare e posticipare la data di consegna, giustificando il tutto con scuse di ogni genere. Nonostante l’editore sia stato estremamente comprensivo, adesso inizia a fare pressioni e pretende il manoscritto per la data prefissata.
Lo scrittore cerca in ogni modo di sbloccare la situazione…ma non c’è niente da fare. Anche la soluzione che ha sempre funzionato, non funziona più.
Che fare?
Abbiamo parlato dello stratagemma del “come peggiorare” già in altre occasioni e per altre problematiche, ma anche in questo caso può tornarci utile.
In che modo?
Domandati: “Cosa dovresti fare, volontariamente, per far andare peggio le cose?”
Lo stratagemma del come peggiorare (Nardone, 2009), elaborato all’interno di diverse forme di Terapia Breve, in particolare nelle terapie di matrice strategica, sfrutta un paradosso e cioè come puoi stare meglio chiedendoti ed immaginando come puoi stare peggio.
A che serve?
Innanzitutto puoi renderti conto di ciò che stai già facendo e che non funziona. Quindi, puoi smettere di farlo più facilmente. Oltre a questo, ti verranno in mente cose che potresti fare che andranno a migliorare la situazione.
Un passo alla volta, uno dopo l’altro
Per arrivare in vetta ad una montagna, anche lo scalatore più abile ed esperto, fissa il suo obiettivo, lo ha chiaro in mente e lo raggiunge compiendo sempre dei piccoli passi. Visualizza l’obiettivo finale, la vetta, e fraziona il suo percorso in tappe, facendo il percorso a ritroso.
Così come lo scalatore, anche tu puoi fissare il tuo obiettivo, come la scrittura del tuo libro o la scrittura del primo capitolo o addirittura della prima pagina e frazionare questo obiettivo in degli step da raggiungere gradualmente. Immaginiamo di enumerare lo scrivere il tuo libro con il 10.
Che cosa farai un gradino più in basso, quando sarai a 9? E quando sarai ad 8? E così via… fino ad arrivare a dove sei adesso. Avrai così chiari tutti i passi da fare per scalare la tua montagna…al rovescio!
A volte, infatti, può capitare di rimanere intrappolati in schemi mentali rigidi e troppo ordinati. Scardinare e ribaltare questi schemi, creando una modalità originale e insolita di pensare, può essere di grande aiuto per sbloccare una situazione di stallo.
Lo scenario oltre il problema
Immagina che il tuo problema non ci sia più.
Ed ora chiediti: “Quali sono tutte le differenze rispetto alla situazione attuale, ora che il mio problema non c’è più?”
Utilizza l’immaginazione per vedere tutte quelle cose che ci saranno o non ci saranno dopo aver risolto il tuo problema.
Questo che può sembrare un lavoro di pura fantasia è invece uno strumento utile per rendersi conto di ciò che nella “realtà ideale” c’è e di come è possibile sfruttarlo e renderlo concreto nella realtà di tutti i giorni. Potrai vedere cose che prima non riuscivi nemmeno a concepire.
La tecnica del volo dell’aquila
Immagina di essere un’aquila che vola molto in alto, sopra una città, che rappresenta il libro che devi scrivere.
Da questa altezza potrai osservare la città cogliendo principalmente le sue caratteristiche più evidenti: comincia a scrivere quelle, le linee generali, i termini più ampi, le più grandi aree visibili da quell’altezza.
Mano a mano scenderai di quota e visualizzerai sempre più dettagli, espanderai sempre più le tue descrizioni, raffinerai il discorso, aumentando i particolari.
E se ho il “vizio” di rileggere mille volte quello che ho scritto?
Hai appena scritto un paragrafo e non fai in tempo a mettere il punto alla fine della riga che già sei tornato indietro a rileggerlo da capo. E una volta arrivato in fondo…sei tornato su di nuovo!
È quello che viene chiamato “controllo ossessivo”: controllare, ricontrollare, leggere, rileggere ed esaminare, riesaminare ciò che si è scritto per renderlo sempre più perfetto. Col rischio, però, che la scrittura procede lentamente o si blocca del tutto.
Se ci pensi bene, questo può metterti in un circolo vizioso sfiancante, perché a furia di correggere e rileggere, l’opera “completa” non sarà mai: troverai sempre qualcosa da modificare.
Ad un certo punto, però, bisogna premere su “invia”. E la soluzione è proprio questa!
Rendilo un vero e proprio allenamento personale. Se ti abitui all’idea che l’errore, l’imprecisione, l’imperfezione fa parte della vita, dei nostri comportamenti, delle nostre produzioni, starai forgiando il tuo carattere con una componente preziosa: la flessibilità.
Di fronte all’imprevisto, all’errore, quindi, saprai mantenere la calma e affrontare la situazione…senza bloccarti.
Con l’esercizio costante e con il tempo vedrai che questi piccoli ma preziosi stratagemmi ti saranno di grande aiuto, ma se ti rendi conto che le cose non migliorano ed il tuo “blocco” è ancora lì del tutto o in parte, sappi che la Terapia Breve può essere davvero di aiuto in questi casi, poiché attraverso semplici e specifiche manovre può darti la possibilità di migliorare la tua situazione anche a partire da un singolo incontro.
Bibliografia
Bartoletti, A. (2013). Lo studente strategico. Milano: Ponte alle Grazie
Nardone, G. (2009). Problem solving strategico da tasca. L’arte di trovare soluzione a problemi irrisolvibili. Milano: Ponte alle Grazie
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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