C’è una cosa che molti trascurano: il sonno.
Ricordo un episodio di quand’ero ragazzo. Io e due miei amici frequentavamo un’associazione culturale di Roma, gestita da un gruppo di ragazzi più grandi di noi. Un giorno uno di loro disse tra il serio e il faceto che dormire era una bella seccatura: si sarebbe divertito di più e avrebbe dedicato più tempo all’associazione – la sua passione – se avesse potuto farne a meno. I miei amici ed io ci scambiammo occhiate poco convinte, annuendo perplessi.
A che serve dormire?
“A riposare mente e corpo”
Giusto. È la risposta più immediata, la più vera e… la meno considerata.
Capita di relegare il dormire a un effetto collaterale della giornata appena trascorsa, da subire passivamente. Della serie: “Dormo perché devo”*. Eppure le implicazioni sono molte. Ne sanno qualcosa Cynthia Karlson e i suoi collaboratori, che recentemente hanno mostrato come i sintomi dell’insonnia sono collegati allo stress psicologico.
“Beh, che dormire poco o niente mi rende irritabile lo sapevo anch’io”
Vero, e le ricerche che hanno mostrato scientificamente questa realtà sono tante. Alcune hanno anche trovato collegamenti tra l’insonnia (o alcuni suoi sintomi) e certi problemi psicologici.
La novità di questo lavoro è stata quella di esaminare la relazione tra i sintomi dell’insonnia e il benessere soggettivo, attraverso uno studio durato 10 anni.
In pratica hanno studiato per dieci anni la valutazione che le persone davano del proprio benessere e della propria felicità. I risultati sono interessanti: chi dorme male (magari con difficoltà ad addormentarsi o a svegliarsi, o con risvegli frequenti durante la notte, o troppo presto) valuta con maggior negatività la propria vita, il proprio benessere, la propria sensazione di felicità, persino la percezione di avere una vita significativa.
“Vuoi dire che da stasera torniamo a dormire 12 ore?”
Beh, per un adulto mi sembra esagerato. Bisogna più che altro avere un maggiore rispetto per lo spazio e i modi che dedichiamo al dormire.
“Ma, eccetto correggere delle abitudini scorrette, non posso obbligarmi a dormire bene!”
Sì, sarebbe decisamente paradossale. Inoltre recuperare durante il giorno non è la stessa cosa; ad esempio il sonno notturno inibisce la produzione di cortisolo (il cosiddetto “ormone dello stress”), cosa che il sonno diurno non fa.
Cosa si può fare?
Spesso si dorme male per due motivi: per abitudini sbagliate o per difficoltà emotive-psicologiche.
Quante volte hai dormito poco perché eri agitato o preoccupato per qualcosa? Questa preoccupazione può diventare uno stato emotivo di fondo, uno stabile modo di essere.
“Una sorta di ‘personalità preoccupata’?”
Qualcosa del genere. Naturalmente è una delle possibilità, ma ti fa capire come le tue disposizioni emotive e psichiche influenzano il sonno, che a sua volta influenza il tuo benessere quotidiano.
“Ma se questo è il mio carattere cosa posso farci?”
Beh, non è che sei nato preoccupato… lo sei diventato. E, senza accorgercene, ci sono una serie di modi di fare e pensare che mettiamo in atto continuamente e che ci fanno essere ciò che siamo, che ci mantengono in questo stato.
“Posso cambiarli?”
Certo. Già leggendo questo articolo hai ottenuto una risorsa in più: la consapevolezza. Se poi scopri il desiderio di risolvere il problema, di superare l’ostacolo, di abbattere la barriera e sbloccare le tue risorse, uno psicologo può essere una guida importante per trovare la strada più semplice e veloce per farlo.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia
Riferimenti bibliografici
Karlson, C.W., Gallagher, M.W., Olson, C.A., Hamilton, N.A. (2013). Insomnia Symptoms and Well-Being: Longitudal Follow-Up. In Healt Psychology, Vol. 32 (3), pp. 311-319
Zammit, G.K., Weiner, J., Damato, N., Sillup, G.P., McMillan, C.A. (1999). Quality of Life in People With Insomnia. In Sleep, 22, pp. 379–385.
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
Soffrire Di Insonnia
“Ho Proprio Bisogno Di Staccare”: 3 Semplici Trucchi
I piccoli piaceri personali
*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.