
Come controllare la rabbia?
Pensiamo spesso alla rabbia come a un’emozione “negativa”, un fuoco che arde, brucia e consuma tutto ciò con cui viene in contatto. Ma in realtà gli psicologi sono concordi nel dire che non lo è affatto. Anzi, non esistono emozioni negative. Di negativo, semmai, può esserci la loro gestione o la loro espressione.
In Terapia Breve si tiene molto in considerazione l’aspetto emotivo, ad esempio aiutando la persona a trovare dei modi per gestire le emozioni difficili: non incatenandole, ma permettendogli di fluire nei modi sani e socialmente accettabili.
Vediamo alcune false credenze sulla rabbia e un piccolo suggerimento pratico, tratto dalle Terapie Brevi, per controllare la rabbia.
5 false credenze sulla gestione della rabbia
1. La rabbia è un’emozione negativa
Come detto, gli psicologi sono d’accordo nel dire che non è un’emozione negativa. Anzi, non sono nemmeno sicuro che esista un’emozione negativa: le emozioni svolgono delle funzioni importanti, bisogna piuttosto riconoscerle.
Peraltro, hai presente il film di animazione “Inside Out“? Quello sulle 5 emozioni di base (che poi sono 4, come ho spiegato in questo articolo)? Ecco, ricorderai che una delle emozioni di base era la rabbia: secondo te può essere negativa, un’emozione di base?
Nel cartone si vedeva che la rabbia serve proprio per attivarci, per farci reagire alle cose che non vanno, per darci forza e combustibile necessario per superare le avversità.
Un apprendimento importante è questo: non cercare di sopprimere la rabbia. Se lo fai, rischi di aumentare la pressione fino a… scoppiare.
«Ma io la sopprimo proprio perché sennò scoppio!»
Allora è probabile che tu sia già arrivato a un punto limite e che debba imparare a riportarla a livelli accettabili. Te ne parlo più giù.
2. Rabbia e aggressività sono la stessa cosa
Sono due cose molto diverse.
La rabbia, come detto, è un’emozione. L’aggressività è un comportamento, generalmente messo in atto per offendere (verbalmente o fisicamente) qualcuno, quindi più in generale per fargli un danno.
Puoi provare rabbia verso il tuo partner, ma non è detto che tu lo aggredisca. Lo psicoanalista Eric Fromm, nel suo libro Anatomia della distruttività umana, distingueva l’aggressività tra difensiva (sana, utilizzata per difendersi) e distruttiva (insana, non necessaria).
Gestire la rabbia è una cosa, gestire l’aggressività è un’altra. Certo, apprendendo a gestire la prima, potrai apprendere a gestire anche la seconda.
3. Non si può gestire la rabbia
Gestire la rabbia è possibile e buona parte delle volte non è neanche difficile. Solo che non è sempre spontaneo e automatico.
D’altronde hai imparato a fare tante cose che non erano spontanee e automatiche: usare uno smartphone, digitare sulla tastiera, persino imparare a scrivere, a leggere e a fare le moltiplicazioni! Tutte cose che hai dovuto apprendere, alcune con un bello sforzo.
Puoi fare lo stesso anche con questa emozione. E in realtà imparare a gestire la rabbia, come detto, non è nemmeno complesso, il più delle volte.

4. Bisogna sfogare fisicamente la rabbia
C’è l’idea che per sfogare la rabbia bisogna “spaccare le cose”, come prendere a pugni il cuscino. Anche in Italia sta prendendo piede una moda che, a quanto ne so, è stata importata dal Giappone: la rage room, o camera della rabbia, o stanza della distruzione.
Il principio è semplice: ti danno una mazza (o qualche altro arnese contundente), degli occhialetti protettivi, e via… hai la possibilità di spaccare un’intera stanza. Pagando, ovviamente.
Bello? Magari a qualcuno piace, ma la psicologia ha dimostrato decenni fa che non è così.
Già nei primi anni ’80 la psicologa Carol Tavris, nel suo Anger: The Misunderstood Emotion, spiegava che sfogare fisicamente la rabbia (urlare, spaccare, distruggere) non fa altro che aumentarla, e negli anni successivi si è dimostrato ripetutamente che è così.
La rabbia è un’emozione, va compresa e gestita o, con altre parole, elaborata. Vedremo tra poco come.
5. La rabbia va ignorata
Sarebbe una cosa bellissima, ma non funziona proprio così.
Ignorare la rabbia è un punto di arrivo. O meglio, imparando a gestire la rabbia arrivi a un punto in cui questa non cresce più a livelli disfunzionali (ma continuerà ad esserci nei suoi livelli sani e funzionali).
Il monaco zen, impassibile di fronte ai comportamenti altrui, imperturbabile a qualunque cosa negativa possa capitargli, inscalfibile da qualunque offesa ricevuta, è un bellissimo ideale. Ma quello, appunto, è un punto di arrivo, frutto di un lavoro su di sé – e non c’è bisogno di arrivare proprio fino a lì, o di fare molta strada, per gestire la rabbia in modo sano.
Invece, ignorare la rabbia non farà altro che aumentare la pressione. Fino all’esplosione.
Come controllare la rabbia
Ci sono tanti modi e alcuni sono un po’ troppo complessi e da personalizzare per poterli riportare qui. Uno, però, è alla portata di tutti: scrivere.
Puoi farlo in un modo molto semplice, immediato e applicabile ovunque.
Procurati un taccuino, un blocco note o un’agenda: vanno bene anche quelle piccolissime, che stanno nel palmo di una mano, così potrai portarle sempre con te.
A questo punto, a seconda delle necessità, puoi fare 2 cose:
- Scrivi la rabbia al bisogno: se senti che la rabbia sta salendo, prenditi un attimo per scriverla. Su carta puoi sfogarla come preferisci: sfogati, inveisci, butta fuori le cose peggiori verso la cosa, la situazione o anche la persona che ti ha fatto arrabbiare, senza vincoli. Fallo finché non ti senti liberato e nota le differenze.
- Scrivi la rabbia ogni giorno: soprattutto in quei periodi in cui ci sentiamo costantemente arrabbiati, in cui ardiamo come foreste in fiamme, prendi questo esercizio come un appuntamento giornaliero, uno spazio in cui, come sopra, riversi su carta tutto ciò che ti sta facendo arrabbiare. Anche qui, non limitarti: devi tirare fuori le emozioni (anzi, quella emozione in particolare).
Alla fine, non rileggere. Puoi strappare tutto se vuoi, l’importante è che non rileggi quanto hai scritto: finirebbe per caricarti di nuovo.
Terapia Breve per la gestione della rabbia

Come sempre, ovviamente, questi suggerimenti non si possono sostituire al parere di uno psicologo.
Immagina che questo professionista è sicuramente la figura più adatta e specializzata per aiutarti a gestire la rabbia. Lo studio delle emozioni e dei comportamenti è il suo pane quotidiano, d’altronde, e apprende sia i meccanismi per i quali la rabbia si innesca, sia le tecniche, gli interventi e le strategie che puoi applicare tu per apprendere a dominarla, con te stesso, con gli altri e nelle situazioni specifiche che ti riguardano.
In Terapia Breve, in particolare, si possono ottenere risultati nel controllo della rabbia, dell’aggressività e della violenza molto efficaci, in poche sedute. L’obiettivo sarà quello di aiutarti a far sì che il fiume in piena non straripi più, canalizzando la sua forza in energia sana e costruttiva.
Se vuoi, puoi usufruire anche della Terapia Online, che è efficace come la terapia in studio. Contattami per avere maggiori informazioni.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia Seduta Singola
Ipnosi
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