I motivi per rivolgersi ad uno psicologo possono essere tanti, come anche le ragioni per evitare di andarci, tra le quali sicuramente possiamo annoverare l’idea che una psicoterapia duri tanto e, anche per questo, costi tanto.
Questo è uno dei motivi che mi ha spinto, da un lato, ad approfondire le Terapie Brevi (che in media si attestano attorno alle 10 sedute) e, dall’altro, a volare in California e Australia per studiare la Terapia a Seduta Singola (Single Session Therapy), un metodo teso a migliorare ancora di più l’efficacia di ogni singola seduta, tanto che spesso (nel 40-50% dei casi) la terapia può durare anche un’unica seduta. Ma cosa significa “fare una seduta da uno psicologo”?
Se prendi un Petit Verdot e lo riduci al suo odore di more, gli stai togliendo l’essenza. Il vino è composto dall’odore, certo, ma anche dal gusto, dal colore, dal corpo… si valuta in base a quanto ti riempie la bocca, a quanto è pesante o leggero il vino sulla lingua. Voi ci avete mai pensato a quanto è pesante o leggero il vino sulla vostra lingua quando lo bevete? La psicoterapia è simile alla degustazione del vino, per tale ragione voglio parlarti, in questo articolo, di alcuni dei punti salienti che vanno a dare vita all’essenza di una seduta.
La psicoterapia non è solo tecnica, ma relazione
Non puoi inseguire la tecnica definitiva o studiare l’ennesimo protocollo manualizzato se non c’è tutto il resto. Ci sono i dettagli, che sono altrettanto importanti, che fanno quella cosa chiamata terapia.
Infatti alla fine di un percorso di psicoterapia di successo, la persona avrà di sicuro un nuovo modo di vedere le cose: se stessa, gli altri, il mondo, parte di queste, oppure una visione completamente nuova rispetto a quando era entrata. Il mega obiettivo della psicoterapia è il cambiamento e la ristrutturazione è un tipo di intervento che cerca proprio di fare questo: di promuovere un cambiamento.
La ristrutturazione a cui mi riferisco io è spiegato da Watzlawick, Weakland e Fisch nel libro “Change”, loro sono i padri del Brief Therapy Center, della terapia breve modello MRI che oggi è conosciuta come terapia strategica. “Ristrutturare significa dunque dare una nuova struttura alla visione del mondo concettuale e/o emozionale del soggetto, e porlo in condizione di considerare i fatti che esperisce da un punto di vista tale da permettergli di affrontare meglio la situazione anziché eluderla, perché il modo nuovo di guardare la realtà ne ha mutato completamente il senso”.
“Reframing” dove frame significa “cornice”, anche “struttura” se vogliamo, ma più nel senso di intelaiatura, cioè la struttura esterna che sorregge ciò che contiene. Forse ti sarà capitato di vedere in casa tua, quando cambi la cornice a un quadro cambi il quadro stesso. Lo stesso evento può essere ristrutturato, reincorniciato, risignificato in modi diversi e dare nuovi significati alla realtà significa interagire in nuovi modi con essa.
Il cuore della seduta
Oltre all’obiettivo finale di un percorso di psicoterapia (ovvero il cambiamento) un altro tema essenziale è quello della durata. Io mi sono dato l’obiettivo di fare proprio una ricerca su quale potrebbe essere la frequenza migliore in terapia breve, usualmente vedo i pazienti ogni quindici giorni, ma c’è un ma. Sono sempre pronto ad aumentare o a diminuire la frequenza degli incontri a seconda delle necessità. Cioè non vuol dire semplicemente che se c’è una situazione grave allora aumento la frequenza e ci vediamo a incontri più ravvicinati, ma in base alle varie necessità della persona.
Infatti un’altra componente saliente di una psicoterapia è assolutamente la persona. Cooper commenta: “Per me c’è un’enorme differenza tra qualcuno che mi dice: ‘Stiamo facendo questo…’ e qualcuno che dice: ‘Perché non proviamo questo? Ma fammi sapere se vuoi fare qualcosa di diverso’. Con quest’ultimo, sembra che ci sia molto più spazio, libertà, rispetto. In realtà non mi dispiace che mi venga detto cosa fare la maggior parte delle volte – e a volte lo voglio davvero – ma c’è un sacco di differenza, secondo me, a seconda che io senta o meno di poter dire la mia se lo desidero. Perché se posso dare un input, non sto davvero cedendo il controllo. Ho ancora voce in capitolo su quello che sta succedendo. Sembra che qualcuno si stia temporaneamente prendendo cura di me, senza togliermi i diritti e la capacità di autodeterminarmi. Una cosa che ho davvero imparato nel lavorare con le preferenze del cliente è che non si tratta solo di quei momenti lì per lì, ma di ciò che si prepara per la terapia in generale. Si tratta di creare un’atmosfera, una cultura, una relazione fatta di collaborazione e partnership.”
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Ambrosi, E. (2014). Disagio psichico: 17 milioni di italiani ne soffrono in silenzio. Il Fatto Quotidiano.
de Girolamo, G. et al. (2006). Prevalence of common mental disorders in Italy. Results from the European Study of the Epidemiology of Mental Disorders (ESEMeD). Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, 41, 853-861.
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Mariani, M. G. (2011). Valutare le prestazioni: come gestire e migliorare la performance lavorativa. Bologna: Il Mulino.
Nardone, Equipe CTS. (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Ponte alle Grazie.
Scarlaccini, F., Cannistrà, F. & Da Ros, T. (2017). Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. Roma: EPC Editore.