Costruire la fiducia in se stessi con le Terapie Brevi

Cos’è l’autostima? Tante cose e se dovessimo banalizzarla e stringerla in pochissime parole potremmo dire che è l’ insieme dei giudizi valutativi, che l’individuo dà di se stesso.

A tutti è capitato nella vita di sentirsi insicuri o poco fiduciosi nella propria capacità di ottenere un risultato. Questo è normale. Quando però queste sensazioni sono costanti e ripetute nel tempo, può nascere un vero e proprio blocco nella relazione con gli altri e con il mondo. La persona comincia a sentirsi, in un certo senso, inadeguata alla vita, non all’altezza della propria stessa esistenza oppure c’è anche un’altra faccia della medaglia: la troppa autostima, che diventa eccesso e non si attiene più alla realtà.

E allora quando si hanno “problemi di autostima”? Probabilmente sia l’eccesso che la mancanza non sono mai indice di buona autostima. Entrambe le situazioni sono modi disfunzionali per cercare di far fronte e gestire una bassa autostima. Per questo oggi scopriremo come costruire la fiducia in se stessi, in maniera funzionale, grazie all’aiuto delle Terapie Brevi.

Come si può migliorare la propria autostima? Partiamo dagli errori

Libri come I 6 pilastri dell’autostima, e tutta una serie di articoli, danno un bel po’ di risposte a riguardo, ma con questo articolo voglio contribuire ad incrementare il numero di risposte a questa domanda.

Tuttavia prima voglio fare una precisazione: generalmente la parola auto-stima, assume il significato di “capacità di dare una stima di se stessi”.

Parafrasando Matteo Rampin nel libro Nel mezzo del casin di nostra vita, è come chiedere al macellaio se la carne che vende è buona. Infatti, dare una stima di se stessi è tutt’altro che facile: per dare una stima di me dovrei oggettivamente valutare il mio valore, ma come certi polizieschi ci hanno insegnato, se si è emotivamente coinvolti con la persona con cui bisogna lavorare, il rischio di dare giudizi distorti – e compiere azioni inadeguate – è alto. E con noi stessi, ovviamente, c’è un bel grado di coinvolgimento emotivo!

Dato che valutarci nel modo più oggettivo possibile utilizzando i nostri occhi è davvero arduo, un ulteriore metodo di valutazione che usiamo sono gli occhi degli altri. In altre parole, guardiamo come gli altri ci guardano e da lì traiamo le conclusioni sul nostro valore.

Ma è proprio qui che commettiamo un errore insidioso.

Convinti che attraverso gli occhi degli altri potremo avere una valutazione oggettiva di noi, ci dimentichiamo che stiamo guardando i loro occhi attraverso i nostri occhi. Se prima l’errore era quello di pensare di poter dare un’oggettiva e distaccata stima di noi stessi (auto-stima), ora l’errore è quello di credere di poter dare un oggettivo e distaccato giudizio sulla stima che gli altri hanno di noi.

Come possiamo fare per evitare questo errore?

“L’autostima non si eredita, ma si costruisce” dice Giorgio Nardone, e quindi anziché chiederci come svilupparla al meglio, ispirandoci all’antico stratagemma cinese “Se vuoi drizzare una cosa devi prima imparare a storcerla di più”, proviamo a domandarci quali possono essere i modi per poterla peggiorare, in modo da migliorarla.

Hai mai pensato a quante volte richiedi aiuto, rassicurazioni o pareri agli altri? Sicuramente farlo è rassicurante e ti conferma che accanto hai delle persone che ti vogliono bene e che sono disposte a darti una mano. Se ricevi aiuto significa che la persona che ti “soccorre” tiene a te, ma senza volerlo ti sta inviando anche un altro messaggio: “ti aiuto perché da solo non sei in grado” e questo messaggio inizierà a lavorare come un tarlo nel legno, indebolendo il tuo mobile, convincendoti che forse da solo davvero non riesci…

Inoltre quante volte dici di si? Nel tentativo di apparire amichevole, socievole e nel cercare di essere apprezzato dagli altri, puoi assecondare le loro richieste nell’illusione che dal loro consenso possa scaturire la tua autostima e quindi un giudizio positivo nei tuoi confronti ed una conferma del tuo valore. Ma dire sempre di sì è in realtà un boomerang. D’altronde immagina questo: ti chiedono una cosa, vorresti dire no… ma dici sì! Come ti senti dopo?

Se, poi, ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto più strutturato, puoi rivolgerti ad uno Psicologo esperto in Terapie Brevi, anche online, che con una serie di strategie e manovre ti permette di risolvere le tue difficoltà in un numero ristretto di incontri, a volte anche uno solo.

 D’altronde come diceva  Kobe Bryant: “Se non credi in te stesso, chi ci crederà?”.

Dr Flavio Cannistrà

Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy

co-Direttore dell’Istituto ICNOS

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

Bibliografia

Branden, N. (2006). I sei pilastri dell’autostima. Milano: Tea.

Nardone, G. (2009). Problem solving strategico da tasca. Milano: Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2013). Psicotrappole. Milano: Adriano Salani.

Rampin, M. (2014). Nel mezzo del casin di nostra vita. Milano: Ponte alle Grazie.

Sellin, R. (2015). Le persone sensibili sanno dire no. Milano: Feltrinelli.