Libri di Terapia Breve – Di bene in peggio

Di bene in peggio
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Titolo: Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico
Autore: Paul Watzlawick
Editore: Feltrinelli
Voto: stellastellastellastella

 

 

Quanto siamo bravi a renderci la vita un inferno, vero?

In questo libro, che segue il successo del fortunato Istruzioni per rendersi infelici, Paul Watzlawick continua a svelarci i segreti paradossali per i quali proprio ciò che facciamo per migliorare le nostre condizioni, non fa altro che peggiorarle sempre di più.

Non ho mai nascosto il mio amore per i libri di Watzlawick. Di lui ha detto Umberto Galimberti: «È lo psicologo che meglio di tutti è riuscito a coniugare i problemi della psiche con quelli del pensiero e quindi a sollevare le tematiche psicologiche al livello che a loro compete, perché ad «ammalarsi» non è solo la nostra anima, ma anche le nostre idee che, quando sono sbagliate, intralciano e complicano la nostra vita rendendola infelice

Ma quand’è che un’idea, e da essa il comportamento che ne consegue, è sbagliata?

Con un libretto di meno di 100 pagine, Watzlawick tratta in modo divulgativo, ma sapiente, ciò che ha studiato per tutta la vita: la comunicazione. Verso gli altri, certo, ma anche verso se stessi.

Per chi non lo sapesse, Watzlawick è stato colui che insegnò al mondo che “non si può non-comunicare”, grazie al suo libro Pragmatica della comunicazione umana (rivolto più agli specialisti, sebbene best seller della psicologia). Quindi qualunque cosa fai comunica qualcosa a te stesso: che sei forte o debole, capace o incapace, adatto o inadatto,  buono o cattivo, giusto o sbagliato, “normale” o “strano”, e così via dicendo.

Ci sono allora situazioni in cui facciamo qualcosa che non funziona ma, non rendendocene conto, continuiamo ad attuarlo, trasmettendo ogni volta a noi stessi una comunicazione disfunzionale. “Le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni”, sentenziava Oscar Wilde. Sono, ad esempio, quelle situazioni in cui facciamo più della stessa cosa, che possono avere risultati anche estremi e tragici – come anche la cronaca ci racconta.

Perché Watzlawick è capace di coniugare i problemi della psiche con quelli del pensiero?

Si prenda l’ultimo capitolo (tranquilli, niente spoiler), intitolato “È questo che cerco?”. Un uomo cerca la risposta a un dilemma, ma si perde nella ricerca tralasciando l’oggetto di tale ricerca. E così il ricercare diventa infinito. È un po’ ciò che accade con i dubbi ricorsivi, che non hanno mai fine poiché non gli diamo mai uno stop.

Il libro viene quindi dedicato a ciò che Watzlawick definisce ipersoluzioni, quei tentativi di risolvere un problema che finiscono per peggiorarlo ulteriormente, poiché ciechi di fronte a ciò che non funziona si fa di più della stessa cosa. Lungi dall’essere un manualetto semplicistico, con presunte ricette acriticamente adattabili a tutto e tutti, Di bene in peggio è un libro di processo, più che di contenuto: significa che anziché parlare del cosa, ti spiega il come. E Watzlawick, tra i precursori della terapia breve nonché co-fondatore della Terapia Breve Strategica, è stato un maestro in questo, con la capacità di attingere ai saperi più distanti tra loro, unendoli insieme in una catena di conoscenza che stimola le parti più intuitive e produttive di noi.

Ironico, paradossale, riflessivo. Questo è uno di quei libretti che si consumano in poche ore in qualunque posto ti trovi: il letto, la spiaggia, un prato. E poi potrai tornare a leggerlo e tornarci ancora, ricevendo ogni volta un piccolo regalo per la tua coscienza.

Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica
e Ipnosi

Paul Watlzawick – Di bene in peggio (Feltrinelli)